Javier Zanetti è una delle ultime leggende del calcio Mondiale. Nel 1995, quando è ancora un ragazzo, lascia Buenos Aires per andare a giocare in Europa, nell’Inter. Diventa in breve uno dei simboli della squadra nerazzurra e quando si ritira, a 40 anni, ha vinto quello che nessun altro capitano dell’Inter ha mai vinto nella sua carriera rappresentando qualcosa di più di un semplice campione.
Per questo arriva adesso il momento delle celebrazioni: la storia di Javier Zanetti viene raccontata infatti nel corso di Zanetty Story, l’evento cinematografico distribuito in diretta via satellite nelle sale italiane solo venerdì 27 febbraio alle ore 20.30 e in differita alle 22.45 (elenco dei cinema su www.nexodigital.it). L’evento si comporrà di due parti e vedrà la trasmissione via satellite dall’Auditorium Pirelli della celebrazione dedicata al campione alla presenza dello stesso capitano. Un gala di prestigio arricchito dalla presenza di ospiti illustri e amici.
Un incontro intimo e irripetibile con uno dei calciatori più amati e stimati in Italia per introdurre la seconda parte della serata: la visione del film Javier Zanetti: Capitano da Buenos Aires, firmato dai registi Carlo A. Sigon e Simone Scafidi. Attraverso le voci di compagni di squadra, allenatori, giornalisti e personalità del mondo dello spettacolo, da Josè Mourinho a Lionel Messi, da Gad Lerner a Fiorello, da Sandro Mazzola a Roberto Baggio, da Massimo Moratti a Beppe Severgnini, il film racconterà l’incredibile e appassionante storia del capitano più amato.
Giunto in Italia esattamente vent’anni fa nel 1995, Javier Zanetti fin da subito è diventato uno dei giocatori più amati dai tifosi e stimati dagli avversari. E mentre gli anni passano, mentre molti blasonati campioni arrivano all’Inter senza vincere nulla, Zanetti si allena e lotta ogni giorno con la stessa forza dell’inizio, di quando, ancora bambino, gli era stato detto che era troppo fragile e delicato per giocare a pallone. Nessuno ancora sapeva che sarebbe diventato una Leggenda.
“Javier Zanetti è una figurina che ogni padre metterebbe in mano al proprio figlio come un santino, a prescindere dal campanile del tifo: gioca come lui, comportati come lui”
Luigi Garlando