The Reach

Un Michael Douglas spietato nel thriller-western The Reach

Jean-Baptiste Léonetti è il regista di The ReachCaccia all’Uomo, un thriller western prodotto e interpretato da Michael Douglas. Ad affiancare la star, un cast composto da Jeremy Irvine, Hanna Mangan-Lawrence e Ronny Cox. Dal 15 luglio è al cinema (qui il trailer).

Jeremy Irvine

Jeremy Irvine

Ben (Jeremy Irvine) è un ragazzo di 25 anni idealista e innamorato della Natura. Conosce il deserto del Nevada come nessun altro e per professione accompagna i turisti attraverso quelle lande tanto solitarie quanto piene di pericoli. Assoldato da John Madec (Michael Douglas), assassino senza scrupoli, Ben si ritrova suo malgrado vittima di un gioco al massacro perché unico testimone di un omicidio.

Girato in una zona vicina alla leggendaria Shiprock Mountain, The Reach – Caccia all’Uomo  è stato concepito per la Furthur Films di Michael Douglas ed è tratto dal popolare romanzo Deathwatch di Robb White, scrittore di successo negli anni ’50 e ’60.

Michael Douglas

Michael Douglas

Madec, il personaggio principale interpretato da Michael Douglas, è un arrogante e carismatico uomo che si è fatto da solo.  Come dice lo stesso attore,  “un Gordon Gekko in versione West Coast“.  Ama i suoi giocattoli, il suo grande pick-up Mercedes, le sue grandi pistole, il suo grande cellulare. Ha bisogno di collezionare trofei, animali o umani. Pensa che con i soldi giusti si possa comprare tutto.

Ben, interpretato da Jeremy Irvine, è una giovane guida esperta di territori desertici, tormentato dalla morte dei suoi genitori e innamorato della sua fidanzata, appena partita per il college. Ben ha scelto invece di rimanere, solo, nel mezzo del deserto del sudovest. Quando Madec appare nella sua vita, è tempo per Ben di scoprire che tipo di uomo sia veramente.

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Oltre ai due protagonisti, fondamentale è anche lo sconfinato paesaggio che fa da cornice. Jean Baptiste Léonetti, stava cercando un vero e proprio “pianeta Marte”. Il regista lo ha trovato nel deserto del New Mexico, “cosi bello, pericoloso e violento. Puoi sentire la solitudine e la tristezza ovunque. Ti acchiappa e non ti lascia più andare”.

Le luci scolpiscono il paesaggio, il che cambia l’aspetto dei luoghi continuamente. Una tranquilla montagna può diventare spaventosa in un istante: “era un luogo assolutamente perfetto per un western moderno di sopravvivenza”.

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Girato con uno stile che ricorda il noir, alla fine, questo film è un classico western degli anni ’70, con la morale che qualsiasi cosa farai, buona o cattiva, finirai con il pagarla: “mi sono ispirato al film di Spielberg Duel e a Mad Max, due film magnifici, che catturano perfettamente la polvere, la luce, il sudore e il bagliore del paesaggio: questo era quello che volevo creare” ha concluso Leonetti.

“Io penso che ogni regista sogni di dirigere un western. Per un regista straniero poi lo è ancora di più”

Jean Baptiste Léonetti

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