(© 2016 Paramount Pictures and Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.Photo Credit: Philippe Antonello)

Vendetta e perdono, il Ben-Hur di Timur Bekmambetov

(© 2016 Paramount Pictures and Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.Photo Credit: Philippe Antonello)

Basato sull’intramontabile romanzo di Lew Wallace, arriva oggi al cinema – anche in 3D – il kolossal Ben-Hur: A Tale of the Christ. Il film – remake moderno della pellicola del 1959 di William Wyler, con Charlton Heston protagonista – è diretto da Timur Bekmambetov e ha come protagonisti Jack Huston, Toby Kebbell, Nazanin Boniadi, Rodrigo Santoro e Morgan Freeman.


Ben-Hur è la storia epica di Giuda Ben Hur (Jack Huston), un principe falsamente accusato di tradimento dal fratello adottivo Messala (Toby Kebbell), un ufficiale dell’esercito Romano. Privato del suo titolo, separato dalla sua famiglia e dalla donna che ama (Nazanin Boniadi), Giuda è costretto alla schiavitù. Dopo anni trascorsi in mare, Giuda torna in patria per cercare vendetta, ma trova invece la redenzione.

Inizialmente, il regista Timur Bekmambetov di fronte alla proposta di dirigere una rivisitazione di uno dei film più amati del cinema, era titubante: “il Ben Hur del 1959 non è solo un film, è un fenomeno che ha influenzato la cultura del 20° secolo – spiega – ecco perché quando mi è stata offerta la direzione della sua reincarnazione, il mio primo pensiero è stato di assoluto rifiuto”. A convincerlo è stata la sceneggiatura Keith Clarke e John Ridley: “è una storia incredibilmente significativa, intrisa non solo di azioni sensazionali, ma di una sfilza di personaggi credibili, e di una grande profondità di pensiero: anche se l’ambientazione e le circostanze appartengono a migliaia di anni fa, le emozioni e le azioni dei personaggi sono facilmente identificabili, e hanno una risonanza moderna ed universale”.

Jack Huston (© 2016 Paramount Pictures and Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.Photo Credit: Philippe Antonello)

Jack Huston (© 2016 Paramount Pictures and Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.Photo Credit: Philippe Antonello)

Lo scrittore John Ridley aveva degli intenti simili, durante lo sviluppo dello script: “i fan più accaniti del film del 1959 considererebbero blasfema qualsiasi rivisitazione, dimenticando che questi personaggi esistevano già da 80 anni. La gente tenderebbe a ricordare solo Charlton Heston e la corsa delle bighe, mentre Giuda Ben-Hur è un personaggio classico”. Poi aggiunge: “è un uomo offeso in cerca di vendetta e redenzione. Personaggi avvincenti come Ben-Hur e Messala sono la ragione per cui possiamo tornare ad approfondire queste storie più volte, così ho voluto rendere il conflitto personale tra questi ex amici altrettanto teso e memorabile, come la culminante corsa delle bighe“.

Lo sceneggiatore Keith Clarke ha scorto una sorta di perdono nel romanzo originale, Ben-Hur, a Tale of Christ. Anche se Ben-Hur ha tutte le caratteristiche di un racconto classico ed epico di vendetta, Clarke è rimasto attratto dal tema della redenzione: “molte tragedie nel mondo potrebbero essere evitate col perdono dei nostri nemici, Ben-Hur non dà apertamente un messaggio di fede, ma degli spunti su cui riflettere. È un messaggio di speranza che fa parte della storia scritta da Lew Wallace nel 1880. È una storia che è già stata raccontata, ma che è degna di essere raccontata ancora più e più volte, per questa generazione e per quelle a venire”.

Morgan Freeman (© 2016 Paramount Pictures and Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.Photo Credit: Philippe Antonello)

Morgan Freeman (© 2016 Paramount Pictures and Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.Photo Credit: Philippe Antonello)

I temi emotivi del film, la vendetta contro il perdono, sono senza tempo. I conflitti che vivono i personaggi sono oggi facilmente riconoscibili come lo erano al tempo dei romani o nel 1880, quando Lew Wallace ha scritto il suo romanzo. “È la natura umana, e non cambia mai – commenta Bekmambetovin molti modi viviamo ancora l’epoca dell’Impero Romano, viviamo ancora dei suoi valori. Il potere, l’avidità e la ricerca del successo governano il mondo, la gente si mette in competizione, ed in pochi si rendono conto che i soli valori umani che contano, sono la collaborazione ed il perdono”.

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