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Victoria, la rapina in piano sequenza di Sebastian Schipper

Dopo essere stato presentato alla 65. Berlinale, esce oggi al cinema Victoria, il film di Sebastian Schipper girato interamente in piano sequenza. Due ore e quattordici minuti. Senza stacchi. Senza trucchi. Un’unica sequenza.

Victoria (Laia Costa), una ragazza di Madrid, incontra quattro ragazzi fuori da un locale notturno. Sonne (Frederick Lau) e i suoi amici sono dei veri berlinesi che le promettono di farla divertire e di mostrarle la parte più autentica della città. In realtà i ragazzi sono nei guai: quella sera devono restituire a qualcuno un pericoloso favore.

Quando i tentativi di seduzione di Victoria nei confronti di Sonne diventano qualcosa di più concreto, lui la convince a unirsi a loro nella missione. Progressivamente, quella che era iniziata come una serata divertente va fuori controllo. Quando l’alba si avvicina, Victoria e Sonne si rendono conto che devono tentare il tutto per tutto e si abbandonano a un viaggio da brividi nel cuore della notte.

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Il regista Sebastian Schipper spiega che il suo film non è come gli altri: “non parla di una rapina in banca. È una rapina in banca. Il primo pensiero che mi è venuto in merito a questo progetto è stato di riconoscere che nella mia vita non avrei mai rapinato una banca. Il pensiero non mi piaceva. Credo che sarebbe un’esperienza unica. Non per far del male, ferire né tanto meno per rapire della gente, ma per entrare in una zona – oscura e spaventosa – in cui prendi una pistola e pretendi di avere tutto, subito. Per ricevere – ma non perché lo meriti; non perché ti sei comportato bene o hai lavorato sodo, bensì per andare avanti veloce e ottenere tutto. Qui! Subito!”.

Un film girato interamente con in piano sequenza, prima e durante la rapina: “è così che incontriamo i personaggi, ascoltiamo le loro storie, condividiamo le loro speranze, la loro disperazione, la loro urgenza di fare una cosa definitiva, una cosa che cambierà tutto. E poi: come mai ci sono tanti film sulle rapine in banca e così pochi che ti fanno davvero sentire com’è? E, in fondo, non si tratta proprio di questo? Non della rapina. Non di un film su una rapina. Nemmeno di un film su una rapina girato senza stacchi. Bensì del viaggio”.

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Il regista crede che sia proprio questo il motivo per cui guardiamo i film: “in fondo non è questione di storie, di azione, di battute e di personaggi, bensì di andare da qualche parte e di fare qualcosa di irraggiungibile, pretendendo tutto. Qui! Subito!”.

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