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Vivace, irritante, selvaggia, testarda: Io Sono Ingrid

Presentato all’ultimo Festival di Cannes che le ha dedicato il manifesto, solo oggi e domani al cinema arriva Io Sono Ingrid, il documentario di Stig Björkman dedicato a Ingrid Bergman in occasione del centenario della sua nascita.

Nella primavera del 2011, il regista Stig Björkman conosce la figlia di Ingrid Bergman: Isabella Rossellini. Isabella suggerisce di “fare un film su mamma” e così, tramite lei, Stig riesce a raccontare la storia di Ingrid con le sue parole e le immagini di film da lei girati. Ingrid Bergman fu nominata sette volte per l’Oscar come migliore attrice protagonista e vinse tre volte, affermandosi come una delle attrici più talentuose dell’epoca d’oro di Hollywood.

(foto di Andre Lefebvre)

(foto di Andre Lefebvre)

Attraverso le sue riprese private, i suoi appunti, le lettere, i diari e le interviste con i suoi figli e amici il documentario presenta un quadro mai visto prima della vita dietro le quinte di una giovane donna svedese che diventò una delle più celebrate attrici del cinema Americano e mondiale.

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Il documentario descrive un meraviglioso ritratto di una straordinaria donna, madre, attrice. Da Isabella Rossellini, Stig Björkman ha avuto così il consenso ad accedere alla ricca collezione di lavori, lettere, foto e alle sue riprese private: “la mia stima per Ingrid Bergman come artista forte e determinata è cresciuta ancora di più” ha spiegato il regista.

(foto Mantaray Film)

(foto Mantaray Film)

Con Io Sono Ingrid possiamo assistere ad un “ricco e colorato ritratto di questa persona straordinaria” spiega Björkman che aggiunge “ho chiamato anche le persone che sono state più vicino a lei, i suoi figli, per avere una testimonianza della sua vita e per conoscere la donna che, fino ad oggi, era conosciuta solo attraverso le immagini dei suoi film”.

“Terrò stretto questo diario e lo nasconderò per sempre. Ho 14 anni, due mesi e 3 giorni. Sono nata il ventinove agosto 1915. Fui battezzata Ingrid. Ero vivace, irritante, testarda e selvaggia”,

Ingrid Bergman, 1929

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