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A Natale arriva Paddington, l’orsetto cerca-famiglia protagonista dei racconti di Michael Bond

Il giorno di Natale arriva al cinema Paddington, il film diretto da Paul King con una inedita e perfida Nicole Kidman. Una pellicola per grandi e piccini tratta da L’Orso Paddington, il libro scritto nel 1958 da Michael Bond.

Nella pellicola si narrano le disavventure di un piccolo orso peruviano che sbarca a Londra in cerca di una nuova famiglia. Rimasto solo alla stazione di Paddington però, l’orso comincia ad avere paura della grande città e capisce che la metropoli, in fondo, non è bella come aveva immaginato. Finché un giorno, non incontra la famiglia Brown. I Brown leggono l’etichetta appesa al collo dell’orso (“Per favore, prendetevi cura di quest’orso. Grazie.”) e non sentendosi di abbandonarlo al suo destino, gli offrono un tetto. Sembra che le cose stiano cominciando ad andare per il verso giusto per Paddington, ma un giorno arriva una malvagia tassidermista con un vecchio conto in sospeso…

Paddington ha iniziato a fare breccia nei cuori dei più piccoli nel 1958, grazie al libro di Michael Bond. La serie di racconti dell’orsetto ha venduto oltre 35 milioni di copie ed è stata tradotta in oltre 40 lingue straniere. Le avventure dell’orso peruviano, che animato da gentilezza e buone intenzioni riesce a cacciarsi spesso in situazioni comiche, hanno conquistato i cuori di tutto il mondo e sono considerate oggi, a livello internazionale, un classico della letteratura per l’infanzia.

L'orso Paddington

L’orso Paddington

Da questo punto di vista, sorprende che il film sia arrivato solo quest’anno. Dopo diversi adattamenti per il piccolo schermo, tra cui una serie inglese di 56 episodi, iniziata nel 1975, diretta da Ivor Wood con la narrazione di Michael Hordern, questa versione di Michael Bond segna l’esordio dell’amatissimo personaggio sul grande schermo.

Lo sceneggiatore Paul King spiega come ha adattato il libro per il grande schermo: “anch’io ho guardato e seguito Paddington da piccolo. Quest’orsetto aveva un posto privilegiato nella mia cameretta. Solo quando ho avuto l’occasione di rivisitare il personaggio però, mi sono chiesto come mai mi avesse conquistato così tanto. Gli animali parlanti sono certamente molto frequenti in letteratura, ma pochi di loro sono duraturi come Paddington. Per me, il segreto è proprio in quell’etichetta attaccata al collo: “Per favore, prendetevi cura di quest’orso. Grazie.” Malgrado la calma e la sicurezza di questo piccolo essere peloso, quella frase ci fa capire che è molto fragile e indifeso e che ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui in questo mondo cattivo.to. Basta pensare al primo giorno di scuola, o a una notte passata fuori casa, per entrare in empatia con quest’orsetto, solo e sconsolato. Secondo me, è questo aspetto che ha fatto appassionare generazioni di lettori”.

La famiglia Brown

La famiglia Brown

Nel film ci sono tutte le scene del libro, dalla scoperta dell’orsetto alla stazione di Paddington, con niente indosso se non quell’etichetta, fino all’avventura della sala da tè, al primo disastroso ingresso in bagno e all’avventura in metropolitana. Anche se nel film incontriamo Paddington prima di quanto non avvenga nel libro, la storia narrata sul grande schermo è molto fedele al background che Michael Bond ha sviluppato e creato soprattutto nelle ultime avventure.

Ed in particolare al quinto capitolo del libro, quando l’orsetto diventa parte della famiglia. Da quel momento in avanti le storie di Paddington diventano molto più brevi e indipendenti una dall’altra. Nella transizione dal momento del suo arrivo in città alla sua integrazione in casa, si è creato lo spazio per il film. Proprio come Oliver Twist prima di lui, Paddington arriva a Londra come orfano in cerca di casa. Ma al contrario di Oliver, che ha bisogno di tempo per trovare Mr. Brownlow, l’orso incontra i Brown quasi subito.

Nicole Kidman

Nicole Kidman

L’altro lato interessante della storia è la transizione che i Brown vivono, passando dalla diffidenza iniziale nei confronti di Paddington, all’accoglierlo in famiglia. Un passaggio che ricorda Il Monello di Charlie Chaplin, quando il personaggio di Charlot inizialmente ha l’istinto di abbandonare il bambino. Proprio come lui, anche il nostro Mr. Brown pensa di non doversi occupare di Paddington, crede di non avere nessun obbligo nei suoi confronti. Lo lascerebbe tranquillamente dormire in un bidone della spazzatura, se potesse. Non è una persona cattiva – tutt’altro, vuole solo proteggere la sua famiglia – ma questo stesso istinto protettivo lo porta ad essere chiuso e sospettoso con chi non conosce. Ma col tempo le cose cambieranno.

In fondo il film racconta una storia che non ha età. Come dice Rosie Alison: “Paddington è la quintessenza del rifugiato e Paul è riuscito a mettere in lui le eco delle tante storie di immigrazione che sentiamo ogni giorno. È un ritratto di Londra, della sua tolleranza, la tolleranza di una città che accoglie tutti e dove tutti possono essere diversi eppure accettati e benvoluti. In questo viaggio ci accompagna Paddington. La sua è una storia di comprensione, tolleranza, amicizia. L’orso Paddington fa parte di questa tradizione perché rappresenta la gentilezza nei confronti di chi è straniero e l’apertura all’incontro con chi è diverso“.

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Sull’influenza che Paddington avrà sulle nuove generazioni e sul pubblico moderno, Bond ha affermato: “Negli ultimi anni il mondo ha cominciato ad andare sempre più veloce. Paddington, invece, ha un suo ritmo e le persone cercano questo, amano il suo ottimismo e la sua logica tutta particolare”. Continua: “Paddington ha abitato nella mia famiglia per quasi sessant’anni e anche se è grande abbastanza per prendersi cura di sé, è pur sempre un orsetto piccolo in un mondo grande e cattivo”.

“C’è molto humour in questa storia – innocente, comica, arguta – che rimarrà nel cuore e nella testa di tutti, che la vediate per la prima volta, con occhi nuovi, o che siate genitori nostalgici, come me” 

Hugh Bonneville

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