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Arriva in teatro Erano Tutti Miei Figli, il capolavoro attuale di Arthur Miller

Dal 10 al 21 febbraio approda al Teatro Palladium di Roma Erano Tutti Miei Figli il capolavoro scritto da Arthur Miller, l’indimenticabile e geniale drammaturgo statunitense che si spense esattamente dieci anni fa, il 10 febbraio 2005. Lo spettacolo, che dal 4 al 15 marzo si sposterà al Teatro Carcano di Milano, vede protagonisti un intenso e scavato Mariano Rigillo con una struggente Anna Teresa Rossini, guidati dall’incisiva regia di Giuseppe Dipasquale, il direttore del Teatro Stabile di Catania che ha produce l‘allestimento.

Anna Teresa Rossini e Mariano Rigillo

Anna Teresa Rossini e Mariano Rigillo

Il plot è incentrato sulla figura dell’imprenditore Joe Keller (Mariano Rigillo), che durante il conflitto, da poco terminato, non ha esitato a trarre profitti dalla vendita di pezzi difettosi all’aeronautica militare: una colpa grave, costata la vita a ben 21 piloti. L’industriale è riuscito a farla franca, solo il socio marcisce in galera. Ma intanto la famiglia di Keller sconta da tre anni le pene di una terribile tragedia: il figlio maggiore, arruolato in aeronautica, non è mai tornato dalla sua ultima missione di guerra, ed è stato dato per disperso.

Mentre la madre è chiusa nell’illusione che sia ancora vivo, il secondogenito invita nella loro casa la figlia del socio, già fidanzata del pilota disperso, ed ora pronta ad aprirsi di nuovo all’amore proprio accanto al fratello minore. Sarà proprio la giovane donna a far emergere le contraddizioni della vicenda e svelare i misfatti abilmente celati dal cinico industriale.

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Pubblicato nel 1947, Erano Tutti Miei Figli (All my Sons) è il primo, importante successo teatrale di Arthur Miller, titolo di svolta della sua carriera, che precede di due anni Morte di un Commesso Viaggiatore (Death of a Salesman), entrambi presto adattati per il grande schermo, come del resto Uno Sguardo dal Ponte e altre sceneggiature del drammaturgo statunitense di cui ricorrerà il prossimo 17 ottobre il centenario dalla nascita.

Proposto nella traduzione di Masolino D’Amico, Erano Tutti Miei Figli è un testo che lascia il segno e che ha già riscosso un grande successo in tournée nazionale, conquistando il pubblico della penisola per la superba prova degli interpreti e l’innovativa concezione registica e scenica, mirata ad esaltare un dramma di grande attualità, che punta il dito contro la spregiudicatezza e la corruzione del sistema economico.

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“Nella prodigiosa struttura della pièce – evidenzia il Giuseppe Dipasqualeconvivono allegoria e stringente concretezza. Un dramma familiare si fa paradigma dei traumi che travagliano ancora oggi la società postindustriale. Un tono esteriore da “conversazione galante” rende anzi più inquietante la logica spietata su cui si fonda una ricchezza accumulata senza scrupoli, frutto di ciniche equazioni tra guadagno e disonestà, successo e frode, illegalità e menzogna”.

Per il regista a prevalere è “il modello della società di massa, la ricerca acritica di un benessere solo economico, inconsapevole o, peggio, incurante di conseguenze funeste. Laddove l’errore di un padre diventa incarnazione di un sistema perverso che minaccia i figli di tutti“.

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Lo stesso Arthur Miller, descrisse così questo suo primo successo: “è un’opera destinata a un teatro dell’avvenire. Mi rendo conto di quanto sia vaga questa espressione, ma non riesco troppo bene a definire ciò che intendo. Forse significa un teatro, un’opera destinata a diventar parte della vita dei suoi spettatori. Un’opera seriamente destinata alla gente comune – importante sia per la sua vita domestica che per il suo lavoro quotidiano – e insieme un’esperienza che allarga la consapevolezza dei legami che ci collegano al passato e all’avvenire, e che si celano nella vita”.

«Come tutti i veri capolavori ”Erano Tutti Miei Figli” conserva un’attualità costante. Scritto immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, ha un riferimento molto preciso a quell’epoca, ma la corruzione, la spregiudicatezza e il cinismo del magnate dell’industria, su cui ruota la vicenda, possiamo ritrovarli facilmente anche oggi» 

Mariano Rigillo

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