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Benedikt Erlingsson difende la Natura con La Donna Elettrica

Accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, giovedì 13 dicembre esce al cinema La Donna Elettrica, il film diretto dal regista islandese Benedikt Erlingsson con protagonista Halldóra Geirharðsdóttir.

Il film

La Donna Elettrica è una commedia travolgente e fuori dagli schemi, capace di unire emozione, impegno e divertimento. La protagonista, Halla (Halldóra Geirharðsdóttir), sembra una donna come le altre, ma dietro la routine di ogni giorno nasconde una vita segreta: armata di tutto punto compie spericolate azioni di sabotaggio contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra, la splendida Islanda. Quando però una sua vecchia richiesta d’adozione va a buon fine e una bambina si affaccia a sorpresa nella sua vita, Halla dovrà affrontare la sua sfida più grande. Già regista dell’acclamato Storie di Cavalli e di Uomini, Benedikt Erlingsson colpisce al cuore con un ritratto di donna memorabile e un omaggio al paesaggio islandese di struggente bellezza.

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Benedikt Erlingsson racconta

Al centro del film c’è l’idea fondamentale che i “diritti della Natura” dovrebbero essere di fatto considerati allo stesso livello dei “diritti umani”. I diritti della Natura dovrebbero essere protetti con forza in ogni costituzione e difesi da leggi internazionali. Tutti noi dobbiamo capire che la natura incontaminata ha un diritto intrinseco a esistere, una necessità che va al di là dei bisogni dell’uomo e del nostro sistema economico. A volte succede invece che lo stesso Stato, che nei paesi democratici si dà per scontato che sia uno strumento creato dal popolo per il popolo, possa essere facilmente manipolato da interessi particolari contro il bene comune. Quando guardiamo alle grandi sfide che dobbiamo affrontare sulle questioni ambientali, questo ci appare perfettamente chiaro. Nel film questo tema diventa terreno fertile per una commedia, ma nella realtà, in alcuni paesi, è piuttosto l’argomento per una tragedia. Vorrei citare a proposito due donne che considero delle eroine: Berta Cáceres in Honduras e Yolanda Maturana in Colombia. Entrambe attiviste per l’ambiente, sono state assassinate da chi aveva grandi interessi nelle terre che esse provavano e difendere“.

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Una fiaba

Diverse persone hanno definito questo film una commedia, un dramma o addirittura un eco-thriller…! Insieme allo sceneggiatore Ólafur Egill Egilsson, volendo a tutti i costi trovare una definizione del film, siamo stati d’accordo nel considerarlo piuttosto una fiaba. È una parola molto seducente e anche d’aiuto quando si costruisce una storia“.

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