Cineteca Milano collabora alla 74° edizione del Locarno Film Festival (4-14 agosto 2021) con alcune preziose pellicole d’epoca e digitalizzazioni provenienti dal proprio archivio che comporranno la retrospettiva del festival dedicata ad Alberto Lattuada. Fondatore, insieme a Luigi Comencini, della nostra Cineteca milanese nel 1947, il regista e architetto lombardo, appassionato di fotografia, nei suoi oltre 40 film è stato un acuto e polemico osservatore della realtà contemporanea.
Nell’ambito dell’omaggio ad Alberto Lattuada che la 74. edizione del Locarno Film Festival dedica al regista milanese, Cineteca Milano presenta tre copie d’epoca: La Steppa (1962) dal racconto omonimo di Anton Cecov, la favola ecologica Oh, Serafina! con Renato Pozzetto (1976) e il corto La Nostra Guerra (1945). Digitalizzati e restaurati da MIC Lab di Cineteca in programma a Locarno anche una delle poche commedie girate interamente da Lattuada a Milano, il raro L’Amica (1969), con una eccezionale Lisa Gastoni e in prima visione mondiale La Grande Adozione di Lodi, una raccolta di ciak mai visti dei sopralluoghi di un film non realizzato, che contiene 40’ di girato, ad opera di Alberto Lattuada e del direttore della fotografia Alfio Contini. Durante Locarno 74 si terrà una tavola rotonda condotta dal Direttore della Cineteca di Milano Matteo Pavesi, che approfondirà l’autore Alberto Lattuada attraverso l’analisi dei romanzi di letteratura russa da cui sono stati tratti gli adattamenti di alcuni film del regista lombardo (Il cappotto, Cuore di cane, La steppa).
Dal 4 agosto 2021 inoltre l’omaggio a Lattuada raddoppia: in contemporanea con il Festival infatti sul sito streaming di Cineteca Milano sarà disponibile gratuitamente Nell’archivio di Alberto Lattuada, una preziosa collezione di dieci clip che attingono ai materiali e all’inestimabile archivio privato che il regista depositò in Cineteca nel 1998. Nelle clip vengono prese in esame, in modo diacronico, temi e fasi della carriera del regista, a partire dalla passione cinefila e cinetecaria fino alle pellicole della maturità, espressione di un cinema frizzante, colorato e popolare. Il tratto più significativo che emerge da questa ricognizione in pillole di una vicenda artistica lunga più di quarant’anni, è certamente il suo dispiegarsi, in modo disinvolto e sempre curioso, tra le polarità, apparentemente opposte, di un cinema mediato da riferimenti culturali colti (la grande narrativa occidentale, il melodramma, la pittura italiana di fine Ottocento) ma, d’altro canto, sensibilissimo e anzi affascinato dal richiamo della cultura popolare, sia essa la tradizione del melodramma o la più aggiornata estetica del fotoromanzo pop.