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Claire Foy nel Unsane di Steven Soderbergh, stalking e follia

Claire Foy è la protagonista di Unsane, il thriller/horror psicologico diretto da Steven Soderbergh che, dopo essere stato presentato Fuori Concorso alla 68. Berlinale, arriva nei nostri cinema da oggi. Il film, che è stato interamente girato con un iPhone in soli dieci giorni, nel cast vede anche: Joshua Leonard, Jay Pharoah, Juno Temple, Aimee Mullins, Amy Irving, Colin Woodell, Raúl Castillo e Matt Damon.


Sawyer Valentini (Claire Foy) è una giovane donna in carriera che lascia Boston per fuggire dalla minaccia oppressiva di David Strine (Joshua Leonard), uno stalker che la perseguita. Per questo Sawyer vive le relazioni professionali e sentimentali sempre in maniera ansiosa e sospettosa. Per risolvere il suo disagio, la ragazza si rivolge ad una clinica psichiatrica, dove la terapista la raggira facendole firmare un ricovero spontaneo di 24 ore; nella struttura, Sawyer ritrova il suo stalker, che ha cambiato identità. Tra gli ospiti della clinica c’è Nate Hoffman (Jay Pharoah), un giornalista che si trova lì per smascherare il vero piano della clinica: un truffa sanitaria con la quale vengono trattenuti i pazienti affinché la struttura riceva il contributo della loro assicurazione sanitaria.

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Sawyer e Nate fanno amicizia, e questo infastidisce talmente tanto David al punto di ucciderlo. Intanto la mamma di Sawyer arriva alla clinica, dove cerca disperatamente di convincere l’amministrazione a rilasciare sua figlia Angela (Amy Irving), invano. David riesce però a scoprire il luogo in cui la donna alloggia e, mentre lei stava studiando un modo per far uscire sua figlia da lì, l’uomo, con l’inganno, la uccide. Quando manca poco tempo alla fine del ricovero della ragazza, David la segrega in isolamento, modificando i suoi documenti per far credere all’amministrazione della clinica che Sawyer fosse stata già dimessa. Quindi, nella cella d’isolamento, la ragazza e David hanno un confronto, durante il quale lo stalker rivela la sua natura psicopatica, costringendo la ragazza a sciegliere o di vivere forzatamente con lui una vita lontana dal mondo ,dai suoi affetti, e dal suo lavoro oppure restare chiusa in quella cella per sempre.

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Riguardo allo stile di ripresa del film, Steven Soderbergh ha spiegato: “penso che l’iPhone sia il futuro. Chiunque vedrà questo film non avrà idea dei retroscena della produzione, ovvero che è stato girato con un telefono”. Questa pellicola non vuole essere una sperimentazione ma una conferma della potenza dei dispositivi mobili nel mondo odierno: “utilizzare l’iPhone è stata una delle esperienze più liberatorie che abbia mai avuto come regista e che continuo ad avere. Le sensazioni che ho provato un minuto dopo l’altro sono state così significative che, per me, questo è da considerarsi come un nuovo capitolo”.

«Connettersi accelera l’idea di cooperazione e tutti insieme possiamo cambiare le cose»

Steven Soderbergh

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