Nowhere Special

Da Uberto Pasolini a Jasmine Trinca, i legami genitori-figli negli Orizzonti

Oggi nella sezione Orizzonti, alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia verranno presentati due lavori di cui vi vogliamo parlare: Nowhere Special, lungometraggio di Uberto Pasolini (nipote di Luchino Visconti, mentre suo padre era cugino di Pier Paolo Pasolini) e Being My Mom, il cortometraggio diretto da Jasmine Trinca.

"Nowhere Special"

“Nowhere Special”

Nowhere Special

John (James Norton), un lavavetri trentacinquenne, dedica la vita a crescere il figlio Michael (Daniel Lamont) di quattro anni, poiché la madre del bambino li ha lasciati subito dopo la nascita. La loro è una vita semplice, fatta di rituali quotidiani universali, una vita di completa dedizione e amore innocente che mostra la forza della loro relazione. John ha però davanti a sé pochi mesi di vita. Poiché non ha una famiglia a cui rivolgersi, trascorrerà i giorni che gli restano a cercarne una nuova, perfetta, a cui dare in adozione Michael, provando a proteggere il suo bambino dalla terribile realtà.

Uberto Pasolini racconta…

Ho voluto girare questo film non appena ho letto del caso di un padre malato terminale che tentava di trovare una nuova famiglia per suo figlio prima di morire. Sebbene la situazione in cui si trovano i personaggi principali sia molto drammatica, scrivendo la sceneggiatura ho voluto avvicinarmi alla storia in un modo molto sottile, discreto, il più lontano possibile dal melodramma e dal sentimentalismo. La principale sfida è stata quella di lavorare con un bambino molto piccolo, creando una relazione padre-figlio credibile e commovente“.

"Being My Mom"

“Being My Mom”

Being My Mom

In una torrida giornata, in una Roma deserta, una madre (Alba Rohrwacher) e una figlia (Maayane Conti) camminano senza sosta, trascinando una grande valigia. Le due sembrano cercarsi, sfuggirsi, ribaltare continuamente i loro ruoli naturali. Finché, in un solo gesto, si disvela davanti a loro l’epifania inaspettata di quell’amore. Being My Mom, secondo le parole di Jasmine Trinca, “è una passeggiata metaforica nell’esistenza di due donne, una madre e una figlia, due protagoniste che protagoniste non sono se non della loro vita. Le osserviamo con sguardo accidentale, creature che partecipano dell’esistenza, inessenziali al mondo, essenziali l’una per l’altra. Un’indagine sulle strade luminose e oscure della maternità e di ogni figliolanza“.

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