39_kreuzweg_5_1

Dietrich Brüggemann filma le stazioni della Fede con Kreuzweg

Presentato per la prima volta in competizione ufficiale al 64° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove ha vinto l’Orso d’argento per la Migliore Sceneggiatura e il Premio della Giuria Ecumenica, arriva in sala il prossimo 29 ottobre Kreuzweg – Le Stazioni della Fede di Dietrich Brüggemann. Si tratta di un film d’accusa e, allo stesso tempo, la leggenda di una santa, è una storia di religione, di devozione e di fede radicale, e il film stesso è radicale come il soggetto che rappresenta.


Kreuzweg, in lingua tedesca, significa Via Crucis e, come il rito cattolico a cui s’ispira, il film è scandito in quattordici capitoli (inquadrati con angolatura fissa),  che hanno come titolo le singole stazioni. Queste rappresentano il percorso di Maria (Lea van Acken), una giovane adolescente di quattordici anni che appartiene, insieme alla sua famiglia, a una comunità cattolica fondamentalista di stampo radicale. Maria frequenta il mondo moderno come ogni ragazza della sua età, tuttavia il suo cuore è devoto a Gesù e lei è determinata a mantenersi pura per lui, seguendo l’ esempio di tutti quei bambini di cui parla Padre Weber (Florian Stetter) a catechismo, che, fin da piccoli, sentono la “chiamata” del Signore e diventano santi. Maria aderisce quindi completamente ai dettami del sacerdote e della madre che, severamente, ne sorveglia le pulsioni innocenti della pubertà, e si sforza di seguire il rigore che la fede le impone anche quando questo significa allontanarsi dalla realtà che la circonda.

Solo Christian (Moritz Knapp), un compagno di scuola, sembra turbare i suoi propositi: quando la invita a cantare soul e gospel nel coro di una parrocchia vicina, Maria è incuriosita e interessata ma, alla fine, è costretta a rinunciarvi: queste musiche, le è stato insegnato, sono tentatrici e demoniache e, come tutte le melodie moderne, possono scatenare gli istinti umani più irrefrenabili e primordiali. In questo contesto di chiusura verso le gioie della vita mondana e di presunzione che il peccato risieda in ogni angolo della vita terrena, Maria si convince dunque che solo attraverso l’estremo sacrificio si possa finalmente raggiungere Dio. E intraprende così il suo personale cammino verso il Golgota, lasciando dietro di sé una famiglia dilaniata che trova conforto solo nella fede, e la domanda se tutto questo fosse davvero inevitabile.

33_kreuzweg_1_1_Dietrich_Brueggemann

Vi proponiamo ora un approfondimento del regista, Dietrich Brüggemann.

Il soggetto del film contrasta fortemente con tutto ciò che ho fatto fino ad oggi. Formalmente, il soggetto riprende un dispositivo che ho già realizzato in passato e ci sono anche delle connessioni fra i contenuti. Come mai questo stile?

Lavorare con le inquadrature fisse, lunghe anche fino a 15 minuti, è stata una delle esperienze più gratificanti che ho vissuto con Neun Szenen, il mio film low budget con cui ho debuttato, nel 2006. Il film ha ottenuto un successo inaspettato con il pubblico dei festival, e ciò mi ha incoraggiato a utilizzare nuovamente lo stesso procedimento e svilupparlo in un film successivo. Credo che questo sia il modo più affascinante e più concentrato per trascorrere una giornata di riprese ma, oltre a ciò, c’è anche un tesoro artistico nascosto in questo stile. Lo sguardo senza compromessi di una macchina da presa immobile, uno spazio che si vede sempre nel suo complesso, un insieme di attori che sono diretti come in una coreografia teatrale e che possono dominare tutto lo spazio attraverso una telecamera che copre ogni cosa, dalle panoramiche alle riprese ravvicinate. Non abbiamo bisogno di prendere gli spettatori per mano attraverso l’alta definizione ed il montaggio: piuttosto facciamo in modo che i loro occhi vaghino e percepiscano tutto ciò che è nel quadro in modo simultaneo. Poi c’è il lavoro con gli attori che, rispetto a un film convenzionale, si basa su uno stile completamente diverso e che, per le lunghe riprese, richiede una concentrazione molto attenta. Puoi far crescere lentamente una pressione molto forte con una lunga, singola scena. Questi erano tutti aspetti che in qualche modo volevo nuovamente riprendere.

Come mai questa tematica?

Da un certo punto di vista Kreuzweg, se vuoi, è una versione dark di Neun Szenen. In quel caso ci ponevamo la questione: cosa accade tra i ventenni e i loro genitori? Come si riesce a tagliare il cordone ombelicale con la propria famiglia? Quanti modi diversi ci sono di tenersi stretti i propri bambini – o di dare loro la propria libertà? Questa volta abbiamo iniziato qualche anno prima e ci siamo chiesti: cosa succede in una famiglia strettamente religiosa che prega per un Dio che prende se stesso più seriamente di qualsiasi altra cosa? Naturalmente ci troviamo di fronte a questioni molto importanti, che abbiamo “scomposto” in questioni individuali. Mentre nel secolo scorso eravamo portati a credere che la religione fosse divenuta più o meno irrilevante, oggi vediamo l’opposto ovunque: la diffusione dei Cristiani Evangelici in America, la costante presenza nei media dei militanti islamici…

34_kreuzweg_11_2_Maria_beim_Arzt_F._Weisz_R._Yazdani_L._van_Acken_Alex...

La Fraternità di San Pio X che ha fornito l’ispirazione per la Fraternità sacerdotale di San Paolo nel film, se viene paragonata ad altre confraternite non è un movimento di massa, però ha i suoi seguaci. E lungi dall’essere ai margini del Cattolicesimo, è praticamente al centro della Chiesa. Secondo questa confraternita, la Chiesa stessa si è auto-censurata e solo la Fraternità di San Pio X è rimasta fedele al vero nucleo della fede. La loro posizione radicale pone qualche domanda piuttosto scomoda alla Madre Chiesa: quanto sei seria? Stai diffondendo la fede con impegno e coerenza o sei una sorta di moderna “boutique” di società di servizi che in realtà non interessa più a nessuno?

Come mai proprio adesso?

Per molto tempo non abbiamo sentito molto parlare della Fraternità di San Pio X. Di tanto in tanto ci si imbatte in articoli divertenti o impegnati sul significato dei “fondamentalismi religiosi”. Ma è stato solo con l’elezione di Josef Ratzinger a Papa che il Cattolicesimo – inclusi i movimenti tradizionalisti – è approdato di nuovo al centro del dibattito pubblico. Nel 2009 Papa Benedetto XVI ha abrogato le scomuniche per i vescovi di San Pio e, allo stesso tempo, è venuto alla luce che uno di essi, il Vescovo Richard Williamson, continuava a negare l’Olocausto. Questa situazione ha causato grandi sconvolgimenti all’interno della Chiesa. Il portale pseudo-cattolico kreuz.net, un sito pieno di odio e rabbia nei suoi contenuti, iniziava ad attrarre un pubblico sempre più vasto fino a quando lo scorso anno (2013) si è formata una resistenza massiccia contro di esso e la sua homepage è stata oscurata.

36_Kreuzweg_2_3kl

Mentre facevamo le ricerche per questo film, ci siamo resi conto che la Fraternità di San Pio X – che sembrava contare su molti seguaci – aveva da tempo smesso di celebrare funzioni nei capannoni e in altri tipi di edifici industriali, ma ovunque cercassimo, risultavano domiciliati in solide chiese, e spesso di recente costruzione. Tutti questi aspetti ci stavano suggerendo che le tempistiche erano giuste. Inoltre, tra le persone che frequentavo, iniziavo a percepire una sorta di ritorno al desiderio di religione. Le nostre vite sono così scomposte, ognuno di noi nuota in un mare di “pro-azione” priva di senso; siamo solo ad passo dal sognarci lontani in un monastero, mentre guardiamo film che inneggiano alla pratica silenziosa della fede personale. A ciò si aggiunga la già citata rinascita globale di quanti praticano la religione in maniera radicale. Ma prima di realizzare un film sui Battisti o sui Mussulmani radicali preferisco osservare il fenomeno dal punto di vista delle sue manifestazioni locali, come appunto avviene qui, nella società in cui vivo.

Cosa non vogliamo?

Vogliamo delimitare noi stessi dalle critiche che spesso si rivolgono alla Chiesa. Personalmente, non ho nulla contro la religione e nulla contro la Chiesa Cattolica. Lasciamo che la gente costituisca le proprie comunità, fondi dei cori e si aiuti l’un l’altra. Questo è uno dei sotto-sistemi che dà vita alla nostra società e, come tale, ha la sua legittimità. Non sono neanche interessato allo scandalo degli abusi sessuali; ci sono già state abbastanza segnalazioni a riguardo e l’interesse suscitato da questo problema lascia sempre un retrogusto amaro di morboso sensazionalismo. Quello che vorrei fare io è porre una questione più radicale: dov’è l’abuso nell’intero sistema? Cosa succede quando nessuno fa un un passo oltre confini così ben delimitati? Quando il prete della parrocchia fa la sua lezione sulla Cresima e i genitori crescono i loro figli in conformità con ciò che detta la loro coscienza? Non è già questo un abuso, non sporadico o sessuale, ma globale e spirituale?

38_kreuzweg_3_1kl

Perché proprio noi?

Anna ed io conosciamo l’ambiente che stiamo raccontando perché, negli anni novanta, la nostra famiglia è stata a lungo associata ai circoli della Fraternità di San Pio. Allora, nostro padre era dell’opinione che ciò fosse giusto. Più tardi, però, ha assunto un atteggiamento più morbido. La nostra era una famiglia piuttosto atipica e la ragioni di ciò sono complesse. Il film non vuole essere assolutamente un ritratto della nostra famiglia, nè cerca di raggiungere alcun obiettivo. Ciò che conta è il fatto che, grazie a questa situazione personale, siamo riusciti ad ottenere molti risultati nelle nostre ricerche, risultati che altrimenti sarebbero stati assai difficili da raggiungere. Sono sempre a favore dei cineasti che sono ben informati rispetto a quello che vogliono mostrare. E questo è il nostro caso.

Leave a Comment