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E Poi C’è Katherine, Emma Thompson esalta la figura della donna in tv

Dopo circa trenta anni di onorata carriera, una pionieristica e leggendaria conduttrice di talk-show teme di poter perdere a breve il suo ambito posto alla guida di un noto programma in onda a tarda notte se non accetta di intraprendere una rivoluzionaria trasformazione. Questo è ciò che vedrete in E Poi C’è Katherine, il primo lungometraggio sceneggiato da Mindy Kaling che lo ha anche interpretato al fianco della protagonista Emma Thompson. Il film, da giovedì 12 settembre al cinema, è stato diretto da Nisha Ganatra.

Il film

La leggendaria conduttrice di talk-show Katherine Newberry (Emma Thompson) è stata una vera pioniera nel circuito dei talk show di tarda notte. Unica donna ad avere un suo programma di lunga durata, tiene al guinzaglio e sotto stretto controllo il suo personale manipolo di scrittori e sceneggiatori formato da soli uomini. Quando gli ascolti crollano e il suo indice di gradimento cala vertiginosamente a causa dell’accusa di essere una “donna che odia le donne”, Katherine mette in atto una serie di azioni atte a ristabilire la parità di genere tra i suoi collaboratori e d’impulso prende la decisione di assumere Molly Patel (Mindy Kaling), esperta dell’efficienza per un’industria chimica proveniente dalla periferia della Pensilvania, come prima e unica donna all’interno del suo staff di scrittori.

Voci sempre più insistenti insinuano che Katherine verrà presto rimpiazzata da una conduttrice più bella, giovane e cool, così Katherine incarica il suo staff di scrittori di renderla di nuovo alla moda e divertente. Molly, fan di lunga data, è determinata a provare che non è stata assunta solo in qualità di quota rosa, ma che è la persona giusta per dare una svolta alla carriera della sua conduttrice preferita. Ribaltare tutti gli elementi su cui Katherine ha costruito la sua longeva carriera e rendere il programma più attuale, autentico e personale potrebbe essere un trampolino di lancio per la carriera di Molly, oppure un grande azzardo che potrebbe riportarla definitivamente nell’industria chimica da dove proviene.

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Mindy Kaling, la (vera) pioniera è lei

Molto simile sotto alcuni aspetti al personaggio di Katherine Newberry in E poi c’è Katherine, Mindy Kaling – attrice, scrittrice e produttrice – è stata anche lei una pioniera nel mondo dello spettacolo, rompendo molte barriere in quanto prima donna, e per giunta di colore, a ricoprire il ruolo di sceneggiatrice per la serie tv di successo The Office, ma anche a creare un programma che porta il suo nome The Mindy Project e a scrivere due best-seller pubblicati in tutto il mondo. Oggi, questo concentrato di creatività ed energia, che è a detta di molti uno dei talenti comici più originali della sua generazione, ha raccolto i momenti principali della sua carriera e le sue esperienze più significative in questa sua prima sceneggiatura, un originale sguardo dietro alle scene del luccicante mondo della commedia televisiva.

Donne in competizione tra loro: bisogna cambiare

La protagonista del film, Katherine Newberry, è una donna che a lungo è stata uno dei personaggi più noti dello star system, ma la cui stella ha iniziato ad offuscarsi. Nella storia narrata nel film, Katherine è stata una delle rare eccezioni che sono riuscite a fare carriera, salendo con gli anni di grado e diventando così simbolo di quell’eccezione che conferma la regola. Anche Mindy Kaling è a suo modo un caso eccezionale rispetto alle regole che governano il mondo della televisione e crede fermamente che i tempi siano ormai maturi per un significativo cambiamento: “le donne vengono cresciute con l’idea che saranno delle mosche bianche in molti ambienti lavorativi, specialmente a Hollywood, e questo fomenta la competizione. Quando la regola è che una sola donna possa essere assunta, non una di più, ti senti come se stessi combattendo con tutte le tue forze per ottenere quel posto e non c’è spazio per la collaborazione e il supporto reciproco tra donne”.

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Molly e Katherine

Riguardo al film, Mindy Kaling afferma: “è come se fosse una love story tra due donne appartenenti a diverse generazioni che nutrono però le stesse passioni: la commedia e la televisione, due ambienti che non sono mai stati troppo gentili con le donne. Credo che entrambi i personaggi mi assomiglino un po’. Molly è una versione di me agli inizi della carriera, ovvero entusiasta, piena di speranze e intenzionata a non far trasparire quanto in realtà fossi intimidita da ciò che avevo intorno. Quando ho iniziato ad avere successo, ero più simile al personaggio di Katherine, una persona che ha lavorato sodo per arrivare dov’è adesso”.

Emma Thompson: anche le donne sanno divertire 

Emma Thompson crede che il film metta in scena in modo accurato la situazione delle donne all’interno del mondo della commedia. Citando come esempio brillanti commedianti donne del calibro di Victoria Wood, French e Saunders, Lily Tomlin, Carol Burnett, Rita Rudner, Tina Fey e molte altre, la Thompson afferma di non riuscire proprio a capire come alcune persone possano dire che le donne non sanno essere divertenti: “il cabaret e gli spettacoli comici restano ancora una roccaforte maschile – osserva – i contenuti e i modi sono ancora estremamente maschili e goliardici ― battute esplicite, un po’ rozze, il proprio pene sempre al centro. Il cabaret e la commedia al femminile sono differenti. Si tratta di un racconto circolare dove nel mezzo trova spazio la risata. Katherine stessa è cresciuta in un mondo molto maschile e ha assorbito molto da quell’ambiente. Quando a un certo punto si sente dire: ‘Il tuo programma è diventato del tutto irrilevante, sei vecchia e sei bianca. Cosa pensi di fare al riguardo?‘ Molly rende moderna Katherine, ma lo fa in modo ironico e divertente, e questo la rende decisamente affascinante

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Nisha Ganatra dalle parte delle donne che si aiutano

A dirigere il film è stata Nisha Ganatra che afferma che E Poi C’è Katherine è il tipo di storia che ha sempre voluto raccontare, quella che l’ha spinta a intraprendere la carriera da cineasta: “voglio portare maggiore attenzione sulle donne e gli immigrati sul grande schermo. Io stessa non mi stanco mai di vedere queste storie. E adoro anche le commedie, quindi questo era un progetto da sogno”. E Poi C’è Kathrine manda anche un messaggio serio sull’importanza per le donne di sostenersi a vicenda, aggiunge la regista: “possiamo essere le nostre peggiori nemiche e ostacolarci l’un l’altra più di ogni altro uomo. Oppure possiamo essere le nostre più grandi alleate. Il problema di essere i primi a rompere gli schemi è davvero difficile! Ma il punto sta nel renderlo più semplice per chi verrà dopo e per la prossima generazione”.

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