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Everest di Baltasar Kormákur: quando l’Uomo sfidò l’impossibile

Ad aprire ufficialmente la 72esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, sarà – stasera e Fuori ConcorsoEverest, il film mozzafiato di Baltasar Kormákur interpretato da un grande cast: Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright, Michael Kelly, Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson e Jake Gyllenhaal. Con la musica di Dario Marianelli e la Fotografia di Salvatore Totino, il film uscirà nelle nostre sale anche in 3D-IMAX, giovedì 24 settembre.


La sceneggiatura di William Nicholson e Simon Beaufoy, ci porta a vedere sullo schermo rischi incalcolabili e difficoltà enormi. Anni di formazione per affrontare sfide impossibili da prevedere, impensabili, in condizioni inospitali. Eppure, per quasi un secolo, gli avventurieri di tutto il mondo hanno cercato di dare un senso più profondo alla loro vita quotidiana, tentando di raggiungere la vetta più alta (oltre cinque miglia sul livello del mare) –  e più pericolosa – della Terra: il Monte Everest.

Ispirati, forse, dallo spirito pionieristico incarnato da leggende dell’alpinismo come Tenzing Norgay e Sir Edmund Hillary. Oppure il volersi umiliare di fronte a Madre Natura. Sia che venga mossa dalla ricerca di una trasformazione spirituale, piuttosto che da una missione adrenalinica, non si può negare che l’umanità viene messa a nudo quando l’ambizione, la fragilità umana ed una violenta bufera di neve si scontrano tutte insieme sul cosiddetto Tetto del Mondo.

"Everest" (foto Jasin Boland)

“Everest” (foto Jasin Boland)

Everest, che è stato girato in alta quota sulle cime dell’Everest in Nepal, sulle Alpi italiane e presso gli Studi di Cinecittà a Roma e dei Pinewood Studios nel Regno Unito, è ispirato agli eventi tragici accaduti nel maggio del 1996 durante la doppia spedizione – quelle distinte guidate da Rob Hall della Adventure Consultants e da Scott Fischer della Mountain Madness – volta a raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo.

Nel film viene documentato questo viaggio maestoso in cui l’Uomo sfida, al limite delle proprie capacità, la Natura ed in particolare una delle più feroci tempeste di neve di tutti i tempi. Con amicizie forgiate attraverso difficoltà e battaglie – testando il loro coraggio contro uno degli elementi più duri del pianeta – gli scalatori si troveranno ad affrontare degli ostacoli quasi insormontabili, come se la loro eterna ossessione fosse diventata una durissima lotta per la sopravvivenza.

Keira Knightley

Keira Knightley

Alla fine, sia Hall che Fischer moriranno, così come altre sei persone. I superstiti, thers, hanno raccontato la loro incredibile avventura: una storia di resistenza umana, resilienza e ambizione sfrenata. E tra le fonti del film anche Into Thin Air (edito in Italia nel 1997 con il titolo Aria Sottile) di Jon Krakauer, un giornalista che aveva fatto parte del team Adventure Consultants di Rob Hall quel mese di Maggio e che aveva documentato gli eventi per un articolo sulla rivista Outside.

Mentre le famiglie degli scalatori coinvolti nel corso degli anni erano rimasti per lo più silenziosi riguardo quei tragici eventi, in virtù di questo progetto hanno invece instaurato un dialogo costante con i filmmaker, lavorando adeguatamente su un lungometraggio che rivisitasse e raccontasse correttamente gli eventi.

Jason Clarke (foto Jasin Boland)

Jason Clarke (foto Jasin Boland)

Del resto la maggior parte degli spettatori conoscono l’Everest attraverso i documentari, quindi è stato fondamentale per Baltasar Kormákur rimanere legato al principio di cinéma vérité. Il cast ha così affrontato gli elementi naturali e fatto i conti con le proprie paure. Ai piedi dell’Everest la troupe ha girato a -30° C in Val Senales, dalle 12 alle 14 ore al giorno per sei settimane. Per tradurre gli eventi di quella giornata sul grande schermo è stato consultato Guy Cotter, l’alpinista che in quel tragico maggio 1996 coordinò le operazioni di soccorso per il suo amico Rob Hall.

Il regista voleva che Everest fosse girato in maniera autentica: “ho sempre voluto raccontare la storia di persone che devono sfidare la natura, mettendo in luce le loro personalità in maniera sottilefacendosi un profondo esame introspettivo, e studiandosi a fondo: non si conosceranno mai totalmente i propri amici se non in certe condizioni”.

Jake Gyllenhall (foto di Jasin Boland)

Jake Gyllenhall (foto di Jasin Boland)

Se Jason Clarke ha interpretato Rob Hall, a vestire i panni di Scott Fischer è stato Jake Gyllenhall. L’attore, da ieri al cinema con Southpaw, ha spiegato cosa significa scalare verso l’alto: “non si tratta solo di raggiungere la cima; è la comunità la cosa fondamentale, come si interagisce con gli altri scalatori”. La vetta non ha solo un senso letterale: “credo che la vetta la raggiungiamo con i rapporti che instauriamo. Non ci rendiamo conto che la cima l’abbiamo già raggiunta nei rapporti umani che abbiamo improntato. A volte, come nel caso di questa storia, ce ne rendiamo conto troppo tardi“.

Josh Brolin interpreta Beck Weathers, il patologo Texano sopravvissuto alla spedizione, che ha perso il suo braccio destro, le dita ed il pollice della mano sinistra, ed il naso per congelamento. E’ l’autore di Left for Dead: My Journey Home from Everest (nell’edizione italiana A Un Soffio dalla Fine), il libro nel quale racconta la sua esperienza, sul quale il film si basa, e continua ad esercitare la professione medica ed a pronunciare discorsi motivazionali.

Josh Brolin (foto Jasin Boland)

Josh Brolin (foto Jasin Boland)

Per Brolin, ciò che lo ha attratto al progetto è stata la montagna stessa: “quello che mi è piaciuto di Everest è stato il grande protagonista ed antagonista: l’Everest stesso. Mi piaceva l’idea di questo ignoto incommensurabile. Si arriva con grandi intenzioni – e forse anche con una dose di arroganza, una certa voglia di evasione, o incapacità di affrontare i problemi familiari o le questioni personali – e poi ci si trova di fronte qualcosa che è molto più grande di qualsiasi altra che si possa concepire. Eppure non si sa davvero di cosa si tratta, fino a quando non ci consuma“.

“L’Everest è una metafora per qualsiasi forma di ambizione, e chiunque abbia un’ambizione deve necessariamente inserirla ed adattarla nell’ambito della propria vita familiare. C’è la montagna e c’è la propria casa, e la distanza tra le due è immensa, e vanno in due direzioni opposte”

Baltasar Kormakur


Everest in Dvd e Blu-ray dal 20 gennaio 2016

Il film di Baltasar Kormakur sarà distribuito in Home Video dalla Universal Pictures a partire dal 20 gennaio 2016. Il film sarà arricchito da esclusivi contenuti speciali che porteranno gli spettatori dietro le quinte per scoprire il making of del film e svelare i restroscena della vicenda del 1996 che ha ispirato la pellicola. Eccoli nel dettaglio:

Contenuti Speciali Esclusivi per Blu-rayTM:

Imparare a Scalare – I membri del cast e due consulenti del film che li hanno aiutati a prepararsi per le riprese commentano il lavoro fatto per realizzare questa ardua produzione;
Una Montagna di Lavoro – Per portare alla luce Everest lo staff tecnico ha dovuto ricreare Ia montagna tramite lavoro in studio ed effetti speciali. I professionisti coinvolti parlano di come abbiano reso possibile l’impossibile;
Commento al film del regista Baltasar Kormakur.

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Contenuti Speciali Blu-ray e Dvd:

Verso la Vetta: il Making Of di Everest – Le prove e le difficoltà affrontate dal cast e dalla troupe mentre viaggiano verso le pendici dell’Everest ed oltre, combattendo gli elementi della natura ed instaurando legami profondi durante il cammino.
Aspirare all’Autenticità: la Vera Storia – Ricostruzione dei tragici eventi del 10 Maggio 1996 fatta dai veri protagonisti dell’accaduto, mentre il cast e la produzione parlano di come riportare in vita questa straziante storia con sincerità e rispetto.

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