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Fulci Talks, la conversazione di Antonietta De Lillo con un maestro di cinema

Diretto da Antonietta De Lillo, da giovedì 3 giugno nelle sale arriverà Fulci Talks, una conversazione unica e irripetibile sul cinema del maestro “terrorista del genere” Lucio Fulci, a venticinque anni dalla sua scomparsa. Il film sarà presentato con un tour nelle sale e nelle arene estive della penisola, e sarà accompagnato da due dei titoli più iconici e cult di Fulci: I Quattro Della Apocalisse e Sette Note In Nero.

Il film

Fulci Talks Conversazione Uncut con Lucio Fulci è una cavalcata attraverso tutto il cinema del maestro “terrorista del genere”, dalla commedia al thriller, dagli spaghetti western all’horror, e un viaggio nel cinema italiano e internazionale che ha conosciuto, amato e a volte anche criticato senza peli sulla lingua. Antonietta De Lillo, a 30 anni di distanza dalla lunga intervista a Lucio Fulci curata insieme al critico Marcello Garofalo, riporta alla luce questo materiale raro e prezioso e realizza il ritratto inedito di un grande e raffinato artigiano del cinema nel momento in cui vede finalmente la critica riconoscere alle sue pellicole lo status di film cult, che diventeranno punti di riferimento per un’intera generazione di registi e spettatori. Fulci Talks ci restituisce in maniera incorrotta e diretta la straordinaria esperienza di un’anima schietta che ha vissuto di cinema, precursore e geniale innovatore di linguaggi, oggi autore cult, ieri regista di serie B non riconosciuto dalla critica. Attraverso lo sguardo curioso e rispettoso di De Lillo, lo spettatore si trova di fronte a un ritratto inedito di un grande artigiano del cinema, proprio nel momento in cui vede finalmente la critica riconoscere alle sue pellicole lo status di film cult, diventando un punto di riferimento per un’intera generazione di registi come Quantin Tarantino, Sam Raimi, Wes Craven.

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Antonietta De Lillo racconta…

Lucio Fulci ha una cultura cinematografica a 360° e una straordinaria ironia. Non aveva paura di dire cosa gli piaceva e cosa non gli piaceva, facendo nomi e cognomi. Le sue parole in alcuni momenti sembrano rivolgersi direttamente a noi e al nostro presente. Questa conversazione con Lucio Fulci mi sembra incredibilmente attuale. Lui fa una distinzione molto netta tra un cinema d’autore coccolato dalla politica e un cinema di genere che si confronta con gli spettatori, rammaricandosi di non essere mai stato riconosciuto e apprezzato dalla critica, almeno fino agli ultimi anni della sua carriera. Proprio in questo cinema di genere riconosce un linguaggio spesso più inventivo nel dover immaginare mostri e creature che vengono dall’aldilà o effetti speciali che – sicuramente nell’elaborazione che ne fa Fulci – attingono sorprendentemente dalla realtà sociale e politica. Non è un caso che alla domanda “Chi sono gli zombi?” lui risponda “Sono gli uomini di potere”.

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