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I giovani adulti bagnati dall’Acqua di Marzo di Ciro De Caro

Diretto da Ciro De Caro, è da oggi al cinema Acqua Di Marzo, una commedia sentimentale che affronta con intelligenza e brillantezza il tema dei nuovi giovani adulti e delle coppie dei nostri giorni. Protagonisti sono Roberto Cacciopoli, Rossella D’Andrea e Claudia Vismara.


Libero (Roberto Cacciopoli) torna a Battipaglia, la sua cittadina d’origine, per dare l’addio alla nonna in fin di vita. Ma la nonna non muore, e il passato che credeva essersi lasciato alle spalle lo travolge. Libero piomba in un limbo adolescenziale mai davvero superato, mentre la fissità di quell’universo cristallizzato gli urla che il tempo passa, e le cose cambiano. Poi, un evento inaspettato come un acquazzone primaverile segna la fine dell’inverno. E in un atto di libera, sincera incoerenza, Libero chiude finalmente il cerchio.

Ecco le note di regia di Ciro De Caro.

Acqua Di Marzo è un film che parla del coraggio di andare fino in fondo, delle tante piccole ipocrisie che ci raccontiamo per andare avanti e di come il tempo, prima o poi, ci metta tutti con le spalle al muro. Parla dei figli che non riescono a smettere di essere figli anche se in apparenza sembrano maturi e indipendenti, dei genitori che non riescono a smettere di essere “GENITORI”. Parla di temi importanti, di fine vita, della prepotenza e invadenza della generazione che viene prima della nostra e che impedisce, per mancanza di fiducia, per un eccessivo senso di protezione, per avidità, alle nuove generazioni di provare, di sbagliare e di prendere in mano il futuro che gli appartiene”.

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Ma soprattutto, pur raccontando il presente, Acqua Di Marzo racconta il passato; quel passato da cui si fugge come da un mostro interiore senza volerlo affrontare, da un rimpianto, da un’adolescenza problematica che non è mai stata superata e che bisogna affrontare, prima o poi, per crescere veramente. Acqua Di Marzo parla di sogni mai realizzati e di come ci si racconta, ogni giorno, una bugia su quanto si è contenti e soddisfatti della propria vita, anche se non è affatto così; di incomunicabilità, rimpianti, immobilismo, paure che ci fanno restare attaccati per tutta la vita a qualcosa che non vogliamo essere.

Si possono affrontare paure, provini, e anche una vita da ragazza madre, ma bisogna avere il coraggio di ritornare indietro, di ripercorrere le tappe che abbiamo saltato senza prendere quella falsa scorciatoia che ci ha fatto perdere la direzione, e chiudere i conti con il passato senza trucchi e senza inganni. Con i propri genitori e con i propri mostri”.

Claudia Vismara

Claudia Vismara

Amare è lasciare andare; una mamma morente diventata l’unica ragione di vita, un vecchio pallone custodito come un cimelio inutile, la paura che ci impedisce di vedere che abbiamo vissuto una vita che non ci piace; o se stessi, per un po’. “i cinesi usano la stessa parola per dire sia crisi che opportunità”, e solo quando riusciamo a capire cosa significhi veramente questa cosa riusciamo a comprendere che “per fare un passo avanti, bisogna perdere l’equilibrio per un attimo”.

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