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Il mostro dei nostri tempi nell’inedito Frankenstein di Bernard Rose

È dal 17 marzo al cinema Frankenstein, il nuovo film di Bernard Rose, che aveva aperto la quindicesima edizione del Festival Internazionale della Fantascienza Trieste Science+Fiction lo scorso novembre. A interpretare il mostro è Xavier Samuel, affiancato da Carrie-Ann Moss e Danny Huston.

Ambientato nella Los Angeles dei giorni nostri – il film è raccontato interamente dal punto di vista del mostro. Dopo essere stato creato artificialmente e essere stato abbandonato al suo destino da una coppia di eccentrici coniugi scienziati (Danny Huston e Carrie-Ann Moss), Adam (Xavier Samuel) – questo è il suo nome – viene aggredito e diventa oggetto di violenza da parte del mondo che lo circonda. Questa creatura inizialmente perfetta, diventata in poco tempo mostro sfigurato, si trova presto a dover fare i conti con il lato più brutto dell’essere umano.

Frankenstein è un adattamento in chiave contemporanea del classico di Mary Shelley, ambientato nella Los Angeles dei giorni nostri e raccontato interamente dal punto di vista del mostro, il quale è stato eccezionalmente ricreato in laboratorio grazie a strumenti scientifici all’avanguardia come le stampanti 3D.

Xavier Samuel e Adam

Xavier Samuel e Adam

Frankenstein, o il Moderno Prometeo, è un romanzo scritto dall’autrice inglese Mary Shelley,incentrato sulla figura di Victor Frankenstein, giovane studente che dà vita ad una creatura grottesca ma senziente a seguito di un esperimento scientifico non ortodosso. Frankenstein presenta molti elementi del romanzo gotico, nonché del movimento del Romanticismo, oltre ad essere considerato uno dei primi esempi di fantascienza nella storia. Da quando il romanzo è stato pubblicato, il nome Frankenstein è spesso usato per fare riferimento al mostro stesso, così come avviene nell’adattamento teatrale di Peggy Webling.

Nel libro, il personaggio viene identificato attraverso sostantivi quali ‘creatura’, ‘mostro’, ‘demonio’, ‘disgraziato’, ‘vile insetto’, ‘demone’, ‘essere’ ed ‘esso’; ciò comporta una mancanza di identità. Parlando a Victor Frankenstein, il mostro si riferisce a se stesso come “l’Adamo dei tuoi esperimenti”, e altrove come qualcuno che “sarebbe stato il tuo Adamo”, ma è invece “il tuo angelo caduto”. Durante una lettura di Frankenstein, Shelley si riferì alla creatura chiamandola Adam. La scrittrice si riferiva al primo uomo nel Giardino dell’Eden.

Frankenstein con la coppia Moss-Huston

Frankenstein con la coppia Moss-Huston

Se le versioni precedenti di Frankenstein esploravano la rianimazione dei morti, l’adattamento di Rose racconta la creazione della vita dal nulla, così come immaginata da Mary Shelley. Il mostro incarna la crisi esistenziale dei tempi. Non ha idea di dove sia, del perché è al mondo, o di cosa gli stia succedendo. Spinta a forza in un ambiente sconosciuto, la creatura comincia a terrorizzare la gente e ad essere violento a causa della totale mancanza di amore e conforto.

Frankenstein rimane attuale oggi così come lo era duecento anni fa – conferma Bernard Rosela sua premessa centrale, ovvero il fatto che lo scopo finale della scienza sia creare la vita, fa ancora presa su di noi perché si tratta della verità e perché solo nella nostra epoca questa possibilità si sta facendo decisamente concreta”. Il libro di Mary Shelley è uno dei romanzi più influenti del genere horror, fantascientifico e gotico, e, per questo motivo, è stato adattato ed interpretato diverse volte.

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La più memorabile è il classico del cinema di James Whale, che vedeva protagonista Boris Karloff. Il mostro di quella pellicola entrò nella memoria collettiva come l’immagine della creatura di Frankestein, ma il film contiene anche un cambiamento significativo rispetto al testo di Mary Shelley. Nel romanzo, infatti, Victor Frankenstein disseppellisce cadaveri per studiarli, ma non afferma mai di condurre esperimenti in cui rianima persone decedute. L’ambizione di Victor è creare la vita, ma, quando gli viene chiesto come ci è riuscito, si rifiuta timidamente di spiegarlo, per evitare che qualcun altro abbia la scellerata idea di seguire il suo metodo.

Ai giorni nostri, l’idea di plasmare la carne servendosi di una stampante 3D è realtà, e il concetto della creazione di una nuova vita acquisisce maggiore credibilità – continua Rosequesta innovazione può giustificare la capacità di dare vita alla carne; cosa accade, invece, per quanto riguarda la coscienza?”. Nonostante l’incessante processo della scienza, non si ha un’idea più chiara di ciò che costituisce la coscienza rispetto ai tempi di Mary Shelley: “il mostro ha una vita interiore, è un essere vivente dotato di emozioni complesse; sogna, ama, odia: è essenzialmente l’uomo Romantico, e queste sue facoltà ci convincono che è vivo”.

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Lo spettatore prova empatia nei suoi confronti, per via della sua ingiusta nascita, per il comportamento violento che gli viene insegnato e che mette in pratica all’ennesima potenza, e per la sua sofferenza nell’essere rifiutato dai suoi simili. È questo ciò che ha attratto Bernard Rose: “il fatto che si potesse entrare nella sua testa, sentendo la sua confusione ed il suo dolore; percepire la sua crescente curiosità mentre scopre la vera natura delle sue origini”.

«Frankenstein continua ad essere ristampato perché ci rivediamo sia nel mostro che nello scienziato che lo ha creato».

Paulo Coelho

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