Giada Prandi (foto di Roberta Krasnig)

Io Ti Cercherò – Intervista a Giada Prandi: “Le serie tv ci aiutano ad affrontare questo momento”

Giada Prandi (foto di Roberta Krasnig)

Io Ti Cercherò, la nuova miniserie tv di Rai Fiction e Publispei diretta da Gianluca Maria Tavarelli, si sta rivelando un successo d’ascolti. Programmato a partire dal 5 ottobre in quattro prime serate, stasera, su Rai Uno, andranno in onda il 5° e 6° episodio (di otto). In questo articolo però non anticeperemo cosa accadrà ma vi parleremo di un’attrice che nella serie svolge un ruolo fondamentale, Giada Prandi.

Giada Prandi e Andrea Sartoretti (foto di Fabrizio De Blasio)

Giada Prandi e Andrea Sartoretti (foto di Fabrizio De Blasio)

Io Ti Cercherò

La serie, carica di mistero e di tensione emotiva, parla di Valerio (Alessandro Gassmann) un ex poliziotto che vuole far luce sulla morte, archiviata come “suicidio”, del figlio Ettore (Luigi Fedele). Ma qualcosa non torna. Valerio non ci crede, vuole indagare, vuole capire. Per farlo, deve scavare dentro il suo dolore, affrontare i suoi fantasmi, i suoi rimorsi. Torna a Roma, ospitato dal fratello Gianni (Andrea Sartoretti), anche lui poliziotto, che vive in periferia con sua moglie, Lisa (Giada Prandi). In questo percorso di scoperta della verità, Valerio viene supportato dalla ex collega ed amore del passato Sara (Maya Sansa).

Intervista a Giada Prandi

Oltre a ripercorrere il rapporto padre-figlio, Io Ti Cercherò mette in luce anche il difficile legame tra due fratelli, Valerio e Gianni. Il loro rapporto è fatto di sconfinato affetto ma anche di aspri contrasti. Ed è proprio in quei momenti che a tenerli uniti è Lisa. Una donna comprensiva ed una figura salvifica che cerca di far capire ad entrambi i fratelli quanto si amino reciprocamente. Ad interpretarla è una convincente Giada Prandi, un’eclettica attrice che da oltre 15 anni si divide tra teatro, cinema e televisione. L’abbiamo intervistata.

Giada, Io Ti Cercherò sta andando alla grande, i dati auditel sono ottimi. Secondo te perché? Qual è l’aspetto vincente di questa mini serie?

A mio avviso sono molteplici gli aspetti vincenti di questa serie. Innanzitutto è scritta, recitata e diretta molto bene. È un racconto moderno e realistico, con una fotografia cruda e non patinata, molto cinematografico. Il filo del giallo, che caratterizza tutta la storia, si intreccia con il percorso umano del protagonista che vuole sapere come è morto suo figlio, che amava tantissimo, ma con il quale c’era stato un allontanamento. È quindi un racconto avvincente, intimo e commovente allo stesso tempo. Sono poi state innestate nel plot una serie di tematiche molto attuali che danno spessore alla storia. È inoltre una serie che si discosta molto dai soliti cliché. Tutti questi elementi contribuiscono a dare alla serie un respiro internazionale, di cui credo le nostre fiction abbiano molto bisogno, se vogliamo venderle all’estero.

Alessandro Gassmann e Giada Prandi (foto di Fabrizio De Blasio)

Alessandro Gassmann e Giada Prandi (foto di Fabrizio De Blasio)

Per un’attrice interpretare un personaggio lontano dal proprio essere e dal proprio carattere credo che sia la sfida più bella. È stato così per te nell’interpretare Lisa?

Sì è stata una sfida perchè è un personaggio abbastanza differente da me. Lisa viene da un contesto sociale e da uno spaccato di vita molto diverso dal mio. Ho dovuto quindi calarmi nel suo quotidiano e nel suo contesto familiare, per capirla meglio e poterla rendere più vera possibile. Lisa è un’infermiera, una gran lavoratrice, madre di famiglia, una donna pratica che per via del suo lavoro conosce bene la sofferenza e sa come gestirla ma è anche capace di sdrammatizzare le situazioni difficili con la sua ironia e spontaneità. In questa situazione drammatica sa essere vicina a suo cognato Valerio (Alessandro Gassmann) con garbo e riservatezza. Lisa è una donna accogliente, amorevole, empatica, una donna che sa ascoltare. Tutte caratteristiche in cui mi ritrovo. Rispetto a me è sicuramente un po’ più dimessa, in sordina; diciamo che io tendo ad essere un po’ più frizzante ed estroversa rispetto a lei. 

La forza più grande di Lisa è soprattutto quella di riavvicinare i due fratelli, Valerio (Gassmann) e Gianni (Sartoretti). Come sarebbe il loro rapporto senza l’anima e l’indole di Lisa?

Credo che la presenza di Lisa attenui parecchio le tensioni fra i due fratelli, i quali a causa di questioni non del tutto risolte legate al loro passato hanno un’evidente difficoltà nel comunicare e nel dimostrarsi affetto in modo reciproco. Grazie alla sua sensibilità e alla sua empatia riesce a far comprendere ad entrambi quanto si vogliano veramente bene fungendo un po’ da ponte fra i due. 

Giada Prandi e Andrea Sartoretti (foto di Fabrizio De Blasio)

Giada Prandi e Andrea Sartoretti (foto di Fabrizio De Blasio)

Una curiosità: sul set hai lavorato con un mostro sacro del teatro come Massimo De Francovich. Mi racconti un aneddoto?

Un mito per me! Ho avuto la fortuna di vederlo recitare a teatro tante volte negli anni. Ritrovarmelo sul set è stata una bellissima sorpresa. Vedere lavorare persone come lui è sempre un’esperienza unica, un bagno di umiltà! Purtroppo non abbiamo avuto molte scene insieme (a parte alcune scene corali) però ho avuto modo di scambiarci qualche chiacchiera tra un ciak e l’altro e di dirgli quanto l’ho sempre stimato. 

A proposito di grandissimi attori e attrici del teatro, qualche anno fa vidi una (superba!) Maria Paiato in Anna Cappelli. So che anche tu interpreterai questo personaggio nello spettacolo diretto da Renato Chiocca. Come ci stai lavorando?

Ascoltando il personaggio come una persona, cercando di non avere pregiudizi. Sì, nel passato questo testo di Annibale Ruccello è stato interpretato da attrici straordinarie come Maria Paiato che stimo tantissimo e che vidi interpretare Anna Cappelli, ma con Renato stiamo cercando di non lasciarci influenzare. Stiamo esplorando il personaggio nelle sue fragilità, nel suo lato più oscuro, ma anche nelle sue ragioni, senza giudicarla, standole accanto. Mai come oggi credo che il teatro posso restituirci questa possibilità di incontro.

Giada Prandi in uno scatto di Flaminia Lera

Giada Prandi in uno scatto di Flaminia Lera

Di Zia Margherita invece che mi dici? Ovviamente mi sto riferendo alla serie I Cavalieri di Castelcorvo, su Disney+ dal 6 novembre…

Un  personaggio totalmente diverso da Lisa, una pazza scatenata. La zia pazza che avremmo tutti voluto avere da piccoli. Una sognatrice, con la sindrome di Peter Pan, che vive nel suo mondo, eterna bambina e per questo dai bambini molto amata. Un personaggio libero che fa e dice quello che le passa per la testa. Decisamente un po’ sopra le righe.È stato molto divertente interpretarla. Margherita vive nel borgo di Castelcorvo e i suoi due nipoti per motivi famigliari andranno a stare da lei per un po’…. 

Piccolo/Grande schermo o palcoscenico: dove ti piace di più recitare?

Dove ci sono storie e personaggi che valga la pena di raccontare. Difficile dire cosa preferisca, negli anni ho fatto tante esperienze in tutti e tre gli ambiti, ora il confine tra piccolo e grande schermo si è assottigliato e ci sono nuovi format con nuovi linguaggi che mi intrigano molto. Per esempio le serie che se pur destinate alle piattaforme o al piccolo schermo hanno un approccio e un’estetica molto cinematografica ma al contempo una narrazione più diluita che permette un lavoro e una costruzione del personaggio molto progressiva e dettagliata…a lievitazione naturale potremmo dire. I personaggi delle serie ti entrano dentro in un modo particolare, restano con te per decine di episodi e stagioni. Dopo un po’ ti sembra davvero di conoscerli nel profondo e ti appassioni al loro percorso e alla loro crescita nel corso della storia. Penso che questo sia il vero punto di forza della serialità ben scritta e ben interpretata. Si crea una familiarità coi personaggi e le loro vicende che mi ricorda molto la lettura di un romanzo. Penso che dal punto di vista di un attore questo sia molto stimolante.

Un bello sguardo in macchina di Giada Prandi (foto di Roberta Krasnig)

Un bello sguardo in macchina di Giada Prandi (foto di Roberta Krasnig)

Una serie tv, un film, uno spettacolo: in questa nuova delicata fase che stiamo passando, quanto queste forme d’arte ci aiutano a combattere questo momento?

Tutte! Tantissimo. Penso che mai come nel periodo del lockdown sia emersa in modo lampante l’importanza del ruolo che hanno arte, spettacolo e intrattenimento nelle nostre vite. Forse lo diamo tutti per scontato ma cosa avremmo fatto in un periodo del genere senza di essi? Chi ci avrebbe aiutato a superare l’alienazione dell’isolamento in quei giorni tremendi? Riuscite ad immaginare un lockdown senza libri, musica, film, televisione, serie tv? Non penso. Ecco perché quando si parla dei lavoratori dello spettacolo non si parla solo di un indotto enorme, di migliaia di persone e famiglie ma si parla della nostra vita e della quotidianità di cui lo spettacolo e l’arte in tutte le loro declinazioni (dalla più sofisticata alla più popolare) sono parte integrante.

Intervista di Giacomo Aricò

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