The Young Pope 0

Jude Law diventa The Young Pope, la serie di Paolo Sorrentino

Tra gli appuntamenti più attesi di oggi al Lido ci sono sicuramente i primi due episodi di The Young Pope, la nuova serie diretta da Paolo Sorrentino – presentata Fuori Concorso – che ha come straordinario protagonista Jude Law. La serie, una produzione originale di Sky in collaborazione con HBO e Canal+, vede all’opera un grandissimo cast, oltre a Law: Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Shepherd, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, Toni Bertorelli e James Cromwell.


The Young Pope racconta in otto episodi la storia di Lenny Belardo, alias Pio XIII (Jude Law), il primo papa americano della storia. Giovane e affascinante, la sua elezione sembrerebbe il risultato di una strategia mediatica semplice ed efficace del collegio cardinalizio. Ma, com’è noto, le apparenze ingannano. Soprattutto nel luogo e tra le persone che hanno scelto il grande mistero di Dio come bussola della loro esistenza.

Quel luogo è il Vaticano, quelle persone sono i vertici della Chiesa. E il più misterioso e contraddittorio di tutti si rivela Pio XIII. Scaltro e ingenuo, ironico e pedante, antico e modernissimo, dubbioso e risoluto, addolorato e spietato, Pio XIII prova ad attraversare il lunghissimo fiume della solitudine dell’uomo per trovare un Dio da regalare agli uomini. E a se stesso.

Jude Law

Jude Law è Pio XIII

Ma quali sono esattamente i temi toccati dalla serie The Young Pope? La risposta l’ha data lo stesso Paolo Sorrentino e ve la proponiamo integralmente di seguito:

“I segni evidenti dell’esistenza di Dio.
I segni evidenti dell’assenza di Dio.
Come si cerca la fede e come si perde la fede.
La grandezza della santità, così grande da ritenerla insopportabile.
Quando si combattono le tentazioni e quando non si può fare altro che cedervi.
Il duello interiore tra le alte responsabilità del capo della Chiesa cattolica e le miserie del semplice uomo che il destino (o lo spirito santo) ha voluto come pontefice.
Infine, come si gestisce e si manipola quotidianamente il potere in uno Stato che ha come dogma e come imperativo morale la rinuncia al potere e l’amore disinteressato verso il prossimo”.

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