Krizia

Krizia, il libro che celebra l’energia femminile che tende all’eterna bellezza

MARCHITELLIKRIZIACopertinaSingolaKrizia – Io Volevo Essere Eterna (edizione Clichy) è la “biografa d’amore” scritta da Anna Marchitelli che ha saputo restituirci tutta l’energia inesauribile di una delle donne più poliedriche del Made in Italy, la stilista Maria Mandelli, alias Krizia. Ogni collezione è un viaggio, un continuo alternarsi di colori, forme e soggetti che spesso sono stati strappati dalle terre lontane per diventare protagonisti di completi, abiti e maglioni: ma Maria Mandelli non è solo questo. Oggi possiamo definirla – utilizzando un termine moderno – una business woman che ha covato il sogno di diventare eterna, lasciando qualcosa di sé nel mondo. Inventiva, fantasia e coraggio non le sono mai mancati, eppure le nuove generazioni l’hanno un po’ dimenticata, nonostante la sua visione avant-garde oggi liquefatta in tendenze e idee apparentemente nuove. Se oggi la donna moderna si destreggia nella giungla metropolitana, fiera e a passo svelto, è anche grazie a colei cha ha vestito con ardire generazioni in cerca di voce e affrancamento. La sperimentazione dei materiali, la gioia dei colori e le linee sobrie, tipicamente milanesi, sono stati i codici stilistici per narrare la sua moda e il suo mondo. Un’elegante “pantera” sempre a caccia di nuove idee. Abbiamo avuto il piacere di parlare del libro con l’autrice, Anna Marchitelli.

Krizia è stata una delle donne del Made in Italy: qual è stato il suo contributo nella società femminile dell’epoca? Qual è la sua eredità oggi?

Mariuccia Mandelli dichiara fin dal principio la sua pretesa: “Voglio cambiare le donne”. E così fa, allungando o accorciando gli orli delle gonne, facendo indossare tailleur maschili, mescolando tessuti e dimensioni: Krizia di fatto plasma la donna moderna. Ma non veste solo i corpi femminili, li riempie anche di contenuto e di ispirazioni: dalla passione per la letteratura a quella per l’arte e l’architettura, fino ad affollare gli armadi con un bestiario tenero e feroce da portare in giro su pull e abiti  – Lady D le confessa “Ho tutte le sue maglie con gli animali” -. Un modo per dire alle donne: “potete essere grintose e disinvolte, essenziali ed eleganti, leggere e piene di peso”. La sua eredità sta nell’autenticità della creazione, nel non essersi piegata alle tendenze, nell’essere stata un’artista-stilista che ha contribuito a scrivere la storia della moda con 60 anni di collezioni mai ripetitive, mai scontate.

Krizia

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Una donna che “voleva essere eterna”: oggi mancano donne visionarie come Krizia e nel suo marchio, per quel che rimane, c’è una certa nostalgia agrodolce nel ricordarla. Cosa direbbe della moda del 2021: sia per quanto riguarda i ritmi frenetici che ha assunto nella fruizione dei contenuti pre pandemia sia lo smarrimento creativo che spesso si assiste? Come avrebbe reagito la “pantera” della moda?

Oggi di Krizia, al di là del marchio, resta la storia, la sua storia, e non è poco. È testimonianza, è tesoro a cui attingere per rinnovare l’estro, e riscoprire l’origine del Made in Italy. La pantera della moda avrebbe sofferto in questo periodo, così frenetico, con così poca memoria, con poca gratitudine verso il prossimo, ma avrebbe lottato per affermare se stessa, la sua idea di moda, per equilibrare le esigenze del mercato e l’etica del lavoro creativo. Durante la pandemia, mi sono invece risuonate le sue parole all’indomani dello scoppio della guerra in Iraq: “Certo, occuparsi di vestiti con questa minaccia incombente non fa altro che accrescere i sensi di colpa che ho da sempre […] Ciascuno deve fare la sua parte, il mio lavoro è questo e debbo portarlo avanti, nella speranza che tutto si risolva per il meglio”. Era una combattente Mariuccia, dolce e feroce, generosa e matrigna.

Milano l’ha adottata, è qui che ha trovato il successo con la sua casa di moda, lavorando spalla a spalla con il territorio ( l’atelier in piazza Duse poi in via Agnello e infine la fabbrica di Sesto Ulteriano). Ma Milano l’ha anche tradita, diventando volto meschino, luogo di intrighi e nodi che difficilmente si riescono a sbrogliare, per una burocrazia e giustizia troppo lente. È cambiato qualcosa dagli anni ’90 ad oggi?

Non posso dare una risposta netta, non conosco così profondamente il mondo della moda oggi. Però, rileggendo le interviste e le dichiarazioni della Mandelli, come accade per personaggi di una certa levatura provenienti anche da diversi ambiti, risultano spesso profetiche, anticipatorie e la reazione è sempre la stessa: sono passati molti decenni, eppure nulla è cambiato.

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Infine, vorrei partire da questo ricordo di Krizia “In un mondo in cui ogni giorno c’è qualcosa che ci colpisce come un pugno allo stomaco, per scuoterci davvero servono carezze, ha scritto in questi giorni un noto editorialista su un grande quotidiano. Forse la moda è fatta anche di questo: per svegliarci alla vita come una carezza“. Un commento che sembra essere a pennello per il tempo che viviamo. La moda e, in senso più ampio, la bellezza, può essere un nuovo punto di partenza? Oppure torneremo nel tritacarne di velocità e marketing cui siamo stati abituati?

“Il mondo cambia e resta come prima”, scriveva Oriana Fallaci. Non credo che il tritacarne andrà a ritmi meno frenetici, anzi. Oggi assistiamo a una specie di schizofrenia che travolge come un vortice: fare tutto, quanto prima, più di prima, perché il domani è ancora più incerto. Ma la dichiarazione della Mandelli è poetica e opportuna: la bellezza è sempre punto di partenza e di arrivo, l’atto di creazione è di per sé l’atto di generare bellezza. Nella bellezza c’è tutto, anche la sofferenza, la rinascita, è il venir di nuovo al mondo.

Intervista di Selene Oliva

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