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La Febbre Del Sabato Sera torna in sala nella Director’s Cut di John Badham

La Cineteca di Bologna, nell’ambito del progetto Il Cinema Ritrovato, oggi riporta in sala, a 40 anni dalla sua uscita, La Febbre Del Sabato Sera nella versione Director’s Cut restaurata in 4K (presso i laboratori Technicolor e Deluxe a partire dal negativo originale 35mm e dalle tre matrici 35mm). Un film cult diretto da John Badham e interpretato da un indimenticabile John Travolta nei panni di Tony Manero (con le coreografie di Lester Wilson).

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Il ballo come riscatto sociale

Sullo sfondo di una New York livida e marginale, il ballo, per l’italoamericano Tony Manero, un commesso, è strumento di riscatto sociale e morale. Tony fa parte di un gruppo di giovani semiproletari di Brooklyn che vivono in funzione del sabato sera per andare a ballare in discoteca. Sono i mitici anni della Discomusic. Al di là del ponte c’è Manhattan, ovvero la Terra Promessa.

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Una gioventù senza speranza

Amaro dramma realistico travestito da commedia musicale?” si chiese Morando Morandini. Per il compianto critico “il diffuso malessere di una gioventù senza ideali né prospettive (se non quella del ballo come trampolino di lancio e di evasione) è raccontato con una certa sincerità”. Quei giovani, senza speranza di ascesa (puntano solo alla discoteca per stordirsi) vengono guidati da Tony: a lui spetta aprire la porta dei sogni. In realtà vanno incontro ad una realtà fatta da illusori bagliori.

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Una società che si restaura

Per Goffredo Fofi, nel film la “finzione americana è al suo massimo, tra difficoltà pesanti e promesse di facili riscatti. La Febbre Del Sabato Sera è un film di restaurazione del cinema e della società americani. È però meno allegro di quel che non si ricordi. È un film più nero che bianco, anche se il bianco è il colore che Manero predilige. Il film apre anche da noi l’era breve e di nefaste conseguenze dell’edonismo reaganiano”.

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Memorabile e amaro

Le movenze irresistibili di John Travolta tra i colori pop della pista da ballo e la colonna sonora composta dai Bee Gees, quintessenza seventies della disco music con la mitica Night Fever, ne hanno fatto uno dei film musicali di maggiore successo di sempre, un vero e proprio culto che ha impresso un segno indelebile nella storia del cinema e del costume. Eppure, dietro lo sfavillio delle luci stroboscopiche, resta l’amarezza di un ritratto giovanile crudo e disperato.

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