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La tragedia di Corinaldo una lezione per il futuro, ecco il docufilm di Tommaso Luzi

Dall’8 dicembre 2020 sarà disponibile alla visione online Parlare Nel Silenzio, Nascita di un Manifesto, il docufilm diretto da Tommaso Luzi e voluto da CO.GE.U, il comitato di genitori che si è costituito a Senigallia a seguito della tragedia avvenuta alla Lanterna Azzurra di Corinaldo la sera dell’8 dicembre 2018 in cui una mamma e cinque ragazzi (Eleonora Girolimini, Asia Nasoni, Emma Fabini, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali e Mattia Orlandi) rimasero vittime della calca creata da un gesto assurdo, lo spruzzo di una bomboletta spray urticante mentre la folla attendeva l’inizio di un concerto.

Un docufilm per il futuro

Ambientato nella discoteca MamaMia di Senigallia e diretto dal regista Tommaso Luzi, il docufilm, attraverso le voci e le interviste ai ragazzi, i veri protagonisti di questa storia,  racconta che cosa è stato fatto da allora, mettendo in luce, oltre al ricordo di chi non c’è più, l’atteggiamento positivo e costruttivo delle persone coinvolte che da un’esperienza dolorosa hanno saputo trarre l’opportunità di realizzare una serie di progetti utili alla loro generazione. Iniziative capaci di contagiare altri giovani e che, partendo dall’assunto “da un concerto si esce senza voce, non senza vita”, sono culminate nella stesura del Manifesto Del Divertimento In Sicurezza, redatto con la collaborazione di OneDay e ScuolaZoo e vero fil rouge della testimonianza video.

Manifesto Del Divertimento in Sicurezza

La richiesta degli associati e dei ragazzi, all’indomani dell’8 dicembre 2018, è soprattutto uno strumento efficace che getti le basi per allinearsi con regole ad una gestione ragionata e in sicurezza di eventi e appuntamenti in cui sono coinvolti minori. Tra queste: conformità degli spazi, salubrità dell’ambiente, sicurezza, programmazione consapevole, collaborazione con le forze dell’ordine, utilizzo di personale qualificato, contrasto all’uso di droghe e abuso di alcool, corretta comunicazione, tutela assicurativa e utilizzo di un segno distintivo per le strutture che ritengono di aderire. I ragazzi dell’Associazione CO.GE.U, all’indomani del concerto che ricorda la prima ricorrenza dell’8 dicembre vogliono fare di più, condividono il Codice con i coetanei, vogliono avvicinarli maggiormente ai punti in discussione. Da qui l’idea di allargarlo con un sondaggio ai ragazzi di tutta Italia, con un linguaggio ancora più vicino a loro. Il Codice è uno strumento da “grandi” mentre i ragazzi hanno bisogno, perché sia efficace, che sia tradotto nella loro lingua.

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Tommaso Luzi racconta…

Parlare di sicurezza nel 2020 è essenziale. Questi ragazzi si alzano tutte le mattine con un pensiero in testa: prima di riaprire locali e discoteche, sensibilizziamo tutti. Ed è giusto perché se non c’è sensibilizzazione, se non c’è un modo per condividere il dolore, andare oltre e guardare al futuro insieme, il singolo non può nulla. Loro lo hanno imparato a loro spese. È stato un progetto molto interessante. È stato sorprendentemente facile parlare con questi giovani adulti. Ascoltarli mi ha riportato ai miei tempi del divertimento, a quando ero giovane e andavo in discoteca, a tutte le volte in cui ho forse rischiato senza rendermene conto. Questi ragazzi mi hanno insegnato tanto. Io con la mia telecamera sono riuscito a cogliere alcuni momenti, delle frasi, delle frazioni di quello che è stato il loro percorso. Credo che insieme siamo riusciti a togliere il velo dalla sofferenza scoprendo un grande coraggio. Sono contento di aver avuto la possibilità di raccontare tutto questo”.

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