Dopo essersi aggiudicato il Gran Premio della Giuria al Seattle International Film Festival e dopo essere stato presentato in anteprima al 68° Taormina Film Fest, solo dal 4 al 6 luglio uscirà nelle sale Le Voci Sole, il film diretto dai registi Andrea Brusa e Marco Scotuzzi con protagonista Giovanni Storti del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che debutta da solista in un inedito ruolo drammatico affiancato da Alessandra Faiella e Davide Calgaro.
Il film
A causa della pandemia, Giovanni (Giovanni Storti) si ritrova senza lavoro. Costretto a emigrare in Polonia per cercare una nuova occupazione, resta in contatto con la moglie e il figlio grazie a lunghe videochiamate quotidiane in cui la donna gli insegna a cucinare da remoto. Quando una di queste telefonate diventa inaspettatamente virale in rete, la coppia raggiunge una popolarità che pare la soluzione di tutti i loro problemi economici. Presto però questa botta di fortuna si trasformerà in una trappola.
Giovanni Storti racconta…
“I temi sono molto interessanti e attuali e sono quelli che mi hanno fatto scegliere di fare questo film. Questa è la storia di una famiglia che vive con lo stipendio del padre, che si trasferisce con l’azienda in Polonia, per non perdere il lavoro. Un tema attuale sulla delocalizzazione delle aziende e sui salari minimi che non danno la possibilità ai lavoratori di lavorare nel loro paese. In questa storia la moglie rimasta in Italia è preoccupata per la lontananza ma anche per la salute del marito, soprattutto ha paura che mangi poco e male così gli detta delle ricette in videochiamata. Con l’aiuto del figlio – e contro le reticenze del padre, i video vengono pubblicati sul web. E qui la svolta: il web diventa l’occasione che dà notorietà e denaro. Ma con il rischio di perdere tutto, e venire anzi derisi, se le cose non vanno per il verso giusto. Qui il secondo tema centrale: i social come arma a doppio taglio, e piuttosto pericolosa. Questo è il mio primo ruolo drammatico per un lungometraggio e mi piace molto, anzi spero che anche altri mi propongano dei ruoli seri”.
Andrea Brusa e Marco Scotuzzi raccontano…
“Questo film per noi è soprattutto il racconto intimo di una caduta agli inferi, una delle tante parabole drammatiche e spesso grottesche che ci affascinano da sempre. Un accumulo di frammenti, speranze e illusioni, che compongono una linea narrativa impostata su ellissi, particelle elementari che ricostruiscono spezzoni di vita. La storia di una famiglia che, abbagliata da una popolarità incontrata per caso, lentamente si disgrega e scivola nell’abisso senza neanche rendersene conto. Un abisso luccicante e tentatore, pronto ad accoglierli nella sua trappola dorata. Marito, moglie e figlio agiscono mossi dal medesimo obiettivo, approfittare della svolta inaspettata, della botta di fortuna caduta dal cielo, per ribellarsi una volta per tutte ai rinculi della vita e scazzottare contro la quotidianità che li ha obbligati a sacrifici infiniti. La rivalsa sacrosanta a cui tutti i sommersi non possono che ambire. Ma è un colpo di coda fragile, che non dipende affatto dalla loro volontà, anzi traballa sugli umori di quel popolo invisibile che li muove come burattini, un amore apparente che diventa presto un potere subdolo. Un cortocircuito incessante che mette a confronto l’alienazione del lavoro in fabbrica, dove l’uomo sembra una mera appendice di un apparato sinistro e meccanico, alle dinamiche minute e tangibili della relazione quotidiana tra moglie, marito e figlio, persi nel vortice perverso che ha finito per intrappolarli. Non c’è spazio per scamparla, resta al massimo la fuga. Ma spesso è l’unica salvezza possibile“.