(foto di Emanuele Camerini)

Lo smarrimento nelle Orecchie che fischiano di Alessandro Aronadio

(foto di Emanuele Camerini)

Presentato alla 73. Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del Premio del Pubblico al Montecarlo Film Festival, è dal 18 maggio nelle sale Orecchie, film scritto e diretto da Alessandro Aronadio e interpretato da un vasto cast, tra cui Daniele Parisi, Silvia D’Amico, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Rocco Papaleo, Piera Degli Esposti e Milena Vukotic.


Un uomo (Daniele Parisi) si sveglia una mattina con un fastidioso fischio alle orecchie. Un biglietto sul frigo recita: “È morto il tuo amico Luigi. P.S. Mi sono presa la macchina”. Il vero problema è che non si ricorda proprio chi sia, questo Luigi. Tra suore invadenti e dottori sadici, star dell’hip pop filippine e fidanzate dentiste, inizia così una tragicomica giornata alla scoperta della follia del mondo, una di quelle giornate che ti cambiano per sempre.

Alessandro Aronadio considera Orecchie una “commedia strana, obliqua, inusuale per il panorama italiano”. Una commedia che ha deciso di girare in bianco e nero: “il bianco e nero è spietato, come la vita, come una certa comicità che è proprio la cifra di questo film. Aggiunge più verità a una storia che, di per sé, può essere letta anche come allegorica, sospesa, mentre per me è sempre stata profondamente radicata nella realtà”.

(foto di Emanuele Camerini)

(foto di Emanuele Camerini)

Orecchie è, per Aronadio, “un on the road a piedi lungo un giorno, una tragicomica via crucis attraverso una Roma in bianco e nero, la storia di un uomo senza nome che, attraverso svariati incontri, raccoglie pezzi di un puzzle che alla fine compongono l’immagine di se stesso. È una commedia sul senso di smarrimento, di scollamento dalla realtà che ci circonda. Un mondo che spesso appare folle, incomprensibile e minaccioso. Sul timore e il desiderio dell’anonimato che combattono continuamente in ognuno di noi. Su quel fischio alle orecchie che proviamo ogni giorno a ignorare, nascondendolo sotto la vita. Come polvere sotto il tappeto”.

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