foto di Alessandro Botticelli

Maria Paiato interpreta Amuleto, il testo capitale di Roberto Bolaño

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Dal 17 al 22 gennaio il Teatro India di Roma ci conduce nelle atmosfere più suggestive dell’America Latina con la messa in scena di Amuleto, testo capitale di Roberto Bolaño, autore di culto della letteratura cilena del secondo Novecento. La regia di Riccardo Massai e l’interpretazione di Maria Paiato, sola in scena, immergono il pubblico nel micro-mondo claustrofobico e poetico di Auxilio Lacouture, unica persona scampata all’irruzione dei reparti antisommossa nell’Università di Lettere e Filosofia di Città del Messico il 18 settembre del 1968. Un viaggio letterario, storico e poetico lungo le piazze cilene che brulicano di fervori rivoluzionari, ma anche nella cultura letteraria sudamericana, ricca di nuovi poeti alla ricerca dell’affermazione.

Maria Paiato (foto di  Alessandro Botticelli)

Maria Paiato (foto di Alessandro Botticelli)

Nascosta nel bagno del quarto piano, ignorata da tutti mentre professori, studenti e segretarie vengono fatti sgombrare, Auxilio resta barricata per dodici giorni in un bagno, con la sola compagnia dei versi poetici di Pedro Garfias. In questo non-luogo, che è insieme osservatorio privilegiato delle cronache di rivolta e rifugio che induce allo straniamento, Maria Paiato accompagna gli spettatori in un monologo a più voci, in cui l’io narrante della donna uruguaiana dialogherà con poeti, artisti e intellettuali.

L’eroina Auxilio, una sorta di moderna versione al femminile di Don Chisciotte, interloquisce anche con madri in attesa di un ritorno e con donne in cerca dell’amore ancor prima che di un ideale, auto-proclamandosi a sua volta “madre della poesia latinoamericana”. Così, Maria/Auxilio darà vita ai personaggi del romanzo, proponendosi come Arturo Belano (lo stesso Bolaño) e l’impotente pittore (anch’egli realmente esistito) Carlos Coffen Serpas.

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Sullo sfondo dell’America Latina in fermento, i giovani cercano la rivoluzione per tornare irrimediabilmente diversi e trasformarsi definitivamente in eroi-poeti. Maria Paiato offre la sua composta fisicità al dolore come all’ironia, sempre fedele al testo, fedele soprattutto alla meravigliosa penna di Roberto Bolaño che Riccardo Massai colloca nella misura propria al teatro secondo i dettami del compianto maestro.

In Amuleto Roberto Bolaño lancia un atto di accusa nei confronti dei grandi maestri della letteratura sudamericana come Gabriel García Márquez e Vargas Llosa – annota il regista Riccardo Massaie in fondo si sente egli stesso appartenente alla schiera dei giovani poeti, tentando di riscattarli in ogni modo. La vecchia generazione viene sì accusata ma anche emulata e citata più volte nel suo testo che ci sorprende perché sa spaziare lungo l’arco di tutta la letteratura mondiale, giungendo perfino alla cultura italiana. La forza immaginifica di Roberto Bolaño fa rivivere i ricordi della protagonista Auxilio e ci rende partecipi della sua storia. Il linguaggio che ho scelto per l’adattamento teatrale di questo grande romanzo è estremamente letterario: abbiamo compiuto un lavoro che andasse nella direzione di smussare, di una ricerca che potesse agganciare al testo una dizione teatrale che rendesse il pubblico co-partecipe di questo flusso meraviglioso”.

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Il personaggio di Auxilio – continua Maria Paiatoha delle caratteristiche a tratti simili ad alcuni personaggi che ho già interpretato. Sento molto vicini questi suoi colori di ingenuità e di entusiasmo nei confronti della vita che traspaiono dai suoi pensieri, questo grande amore nei confronti dell’arte, della vita e della letteratura. Quando Auxilio parla di poesia la chiama ‘pezzi di specchio rotti’ nei quali ci si osserva, ci si ritrova e ci si spaventa, perché la poesia è davvero uno specchio che invita e favorisce forse più di ogni altra forma d’arte la riflessione e simboleggia il raccoglimento intorno a tutto questo”.

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