Uscirà in sala il 1° dicembre – distribuito da Kitchen Film – Nessuno Deve Sapere, dramedy di Bouli Lanners con Michelle Fairley e Bouli Lanners, Andrew Still, Cal Macaninch, Clovis Cornillac e con la partecipazione straordinaria di Julian Glover.
Il film
Phil (Bouli Lanners) è un robusto e tatuato belga ultracinquantenne che da tempo si è rifugiato in mezzo alla bellezza selvaggia e genuina dell’Isola di Lewis, in Scozia, nell’arcipelago delle Ebridi, fuggendo da chissà quale misterioso o controverso passato. Da anni l’uomo, taciturno e solitario, lavora presso una fattoria che alleva montoni, che fa capo ad una antica famiglia di protestanti nativi del luogo. Un giorno l’uomo viene colto improvvisamente da un ictus, che lo lascia inerme a pochi passi dal mare. Soccorso e portato in ospedale, l’uomo si riprende, ma l’amnesia totale che il colpo gli ha procurato, lo rende vulnerabile ed incerto, al punto da dover essere inizialmente sorvegliato in modo pressoché costante. Ci penserà la matura ma ancor piacente figlia (Michelle Fairley) dell’anziano e severo proprietario della fattoria ad occuparsi di Phil. Poco per volta gli racconterà della relazione segreta che sarebbe intercorsa tra loro prima della malattia.
Bouli Lanners racconta…
“Volevo scrivere una storia d’amore, ma non su due giovani, né una su due persone belle. Volevo scrivere una storia d’amore su due persone normali. Persone che sono più grandi, la mia età. Persone che non sono particolarmente belle; persone che non hanno un corpo perfetto. Solo persone normali. Perché penso che tutti possano essere amati e capaci di amare, anche quando sono un po’ più grandi. Ecco perché ho voluto scrivere questa particolare storia. Ho una prospettiva diversa e volevo scrivere una storia d’amore che non sei abituato a vedere. Il film parla anche del tempo che ci resta per vivere la nostra vita sulla terra. Perché la morte è presente per tutti noi, quindi dobbiamo goderci ogni momento! Dopo aver visto questo film, non resta altro da fare: continuare a vivere le nostre vite. In effetti, è la cosa migliore che possiamo fare”.