Dopo X-Men: Giorni di un Futuro Passato, il regista Bryan Singer arricchisce la saga con X-Men: Apocalisse – al cinema da mercoledì 18 maggio – nuovo capitolo in cui gli X-Men affrontano il primo e più potente mutante: Apocalisse. Ricco di stelle, il cast è composto da: James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Oscar Isaac, Nicholas Hoult, Rose Byrne, Tye Sheridan, Sophie Turner, Olivia Munn e Lucas Till.
Anno 1983, l’invincibile e immortale Apocalisse (Oscar Isaac) viene liberato da un millenario sepolcro. Quando si rende conto che la sua razza non è più considerata divina, furioso, raduna una squadra di potenti mutanti, fra cui un sofferente Magneto (Michael Fassbender), per distruggere l’umanità e creare un nuovo ordine mondiale su cui regnare. Per fermare le sue mire di distruzione globale, Raven (Jennifer Lawrence) e Professor X (James McAvoy) guidano una squadra di giovani X-Men in un epico scontro contro un nemico apparentemente invincibile.
Con Apocalisse, i filmmaker non volevano solo essere all’altezza delle aspettative dei fan, ma superarle: “la nuova sfida era quella di tornare con una storia ancora più spettacolare e significativa di Giorni di un Passato” spiega Simon Kinberg, sceneggiatore e produttore di quel film. La svolta si è presentata con la decisione inserire come antagonista il mutante più malvagio dell’intero universo X-Men: “Apocalisse costituisce una minaccia cosmica che incarna il genere di spettacolarità che io e Bryan Singer stavamo cercando”, aggiunge Kinberg.
Con il film precedente, Bryan Singer è riuscito a intrecciare sapientemente la drammaticità di una storia popolata da personaggi profondi con elementi di fantascienza, azione e avventura. In particolare il regista era affascinato dal fatto che Apocalisse si considerasse un dio: “ero affascinato dall’idea di antichi poteri mutanti e da cosa avrebbe potuto pensare un mutante se fosse nato 20.000 o 30.000 anni fa – spiega – avrebbe pensato, certo, di essere un dio e si sarrebbe comportato come tale, suscitando negli altri adorazione e la convinzione di esserlo”.
Apocalisse credeva di dover costruire una società priva dell’innata brutalità degli uomini: “ha attraversato i millenni mosso da questa convinzione, dai Babilonesi agli Arcadi e ai Sumeri, e nel corso della sua esistenza è stato chiamato con i nomi di diverse divinità”. Gli spettatori lo avevano già intravisto nella sequenza finale di Giorni di un Futuro Passato, dove si vede il mutante da giovane, mentre costruisce telepaticamente le Piramidi davanti allo sguardo dei suoi adoratori.
Singer ha esplorato la storia per riportare nel presente questo essere malvagio: “Apocalisse era venerato come una divinità – spiega Kinberg – non si considerava semplicemente un dio, bensì il dio. Si tratta di un personaggio estremamente complesso. Questa non è la storia degli uomini contro i mutanti, come abbiamo visto in altri film; qui c’è un mondo immaginato da Apocalisse, in cui solo i più forti sopravvivono”. Personaggio antico e soprannaturale, Apocalisse rappresenta la più grave minaccia contro cui gli X-Men si siano mai misurati.
L’assenza di Apocalisse, durata 5000 anni, ha inizio quando la civiltà raggiunge il suo apice; e s’interrompe quando tocca il fondo. Nel 1983, risorge al Cairo dal suo torpore millenario tra supore e disgusto dal declino del nostro pianeta, dalle automobili, dai rumori, dall’inquinamento, tutti segnali di un mondo in rovina che lui dovrà ripulire. La sua missione è quella di sterminare i deboli e ricostruire per i forti.
“È un’epoca di conflitto, di guerra, di distruzione”, osserva Singer. “Apocalisse la considera una civiltà che ha un disperato bisogno di un’eliminazione selettiva. Il mondo è colmo di falsi idoli: la gente venera solo il denaro e aspira a possedere armi nucleari, che danno l’illusione di un potere quasi divino. Tutto questo è sbagliato, secondo Apocalisse. Perciò vuole mettere fine allo sfacelo e ricominciare, rimodellando la Terra a sua immagine e somiglianza”.
Essendo cresciuto negli anni ‘80, Kinberg non ha avuto difficoltà a dare vita a un mondo caratterizzato da eccessi in tutti i campi, dalle pettinature, alla moda, alle automobili: “nel 1983, Apocalisse risorge dalla perfezione dell’antica cultura egiziana per ritrovarsi in una civiltà dove regna il sovraffollamento, l’inquinamento e le minacce nucleari – spiega – quindi, le sue motivazioni sono comprensibili, sebben i suoi metodi e le sue intenzioni siano estremi”. Oscar Isaac, che interpreta il ruolo di Apocalisse, definisce il personaggio niente meno che “la forza creativa e, allo stesso tempo, distruttiva di questa terra”.
Il ruolo richiedeva una contrapposizione fra crudeltà e violenza, e un’umanità tutta particolare. Isaac mette in scena con grande abilità questo equilibrio delicato. “Oscar presenta tutte le caratteristiche degli attori più grandi – conclude Kinberg – la sia autenticità e l’integrità drammatica lo rendono parte integrante del film. Intorno al suo personaggio ruota tutto”.