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Paolo Cevoli ricorda la Prima Guerra Mondiale con Soldato Semplice

Soldato Semplice, il film che rappresenta l’esordio alla regia di Paolo Cevoli, arriverà nelle sale cinematografiche domani giovedì 2 aprile. Una commedia ambientata nella Prima Guerra Mondiale che è stata girata per buona parte sul territorio della Comunità Montana di Bormio – Alta Valtellina (So) e del Parco Nazionale dello Stelvio, luoghi di battaglie e di trincee.

1917. Siamo nel pieno della Grande Guerra. Gino Montanari (Paolo Cevoli) è un maestro elementare romagnolo, ateo, anti-interventista e donnaiolo. A causa delle sue idee ed i comportamenti libertini, viene costretto dal preside ad arruolarsi volontario nonostante che Gino abbia da tempo superato l’età della leva obbligatoria.

Arrivato al fronte viene destinato ad un piccolo avamposto in Valtellina come eliografista per trasmettere segnali morse con la luce del sole. Gino non ha nessuna esperienza di montagna e di vita militare; i primi incontri con i suoi compagni e con il Tenente Mazzoleni sono all’insegna delle vessazioni e delle prese in giro. La guerra passa in secondo piano e lascia il ruolo da protagonista ad un intreccio di vite umane che mettono in scena le differenze e tipicità dell’Italia di quegli anni.

Paolo Cevoli

Paolo Cevoli

Il protagonista si trova a convivere con ragazzi che provengono da tutte le parti d’Italia tra cui Aniello Pasquale (Antonio Orefice), un ragazzo del ‘99 di Capri, analfabeta, che gli farà da assistente. Aniello è un ragazzo sveglio che a Capri si industria con mille lavoretti. È aperto e curioso verso tutta la realtà; i suoi principi morali, imparati dal parroco di Capri e dalla madre molto religiosa, sono semplici: Dio, Patria e Famiglia.

Aniello si lega subito a Gino anche perché come volontario, lo considera un eroe. Nel loro viaggio verso la postazione di vedetta e durante gli accampamenti notturni, i due imparano a conoscersi; Gino ateo e convinto che il matrimonio sia la tomba dell’amore, Aniello molto credente sia nei confronti della religione che dell’amore. Dall’altra parte della valle sempre lo stesso messaggio che “echeggia”, attraverso il codice morse dei segnali luminosi: “Sursum Corda!” (in alto i cuori), messaggio che segnerà i destini dei protagonisti. La guerra, la montagna, il nemico ma soprattutto l’incontro con Aniello, cambieranno la vita di Gino.

Antonio Orefice

Antonio Orefice

Raccontare cose “serie” e positive facendo ridere. Questa è la mia passione e la mia caratteristica”. Parla così Paolo Cevoli che ha scritto, diretto e interpretato questo film che, seppur con un sorriso, mette in risalto il carattere epico della guerra di montagna, dove il nemico, oltre agli austriaci, era soprattutto il freddo, la fame e la malattia.

Il personaggio principale del film, il maestro elementare Gino Montanari, è una tipica figura romagnola: il patacca. Ironico, vitale e fanfarone. Trovandosi in una situazione drammatica sarà costretto a dare il meglio di sé. Assieme a Gino ci saranno altri soldati con la loro forte connotazione regionale e di temperamento: lo scugnizzo napoletano, il tenente cattivo, il “mona” veneto, gli alpini bergamaschi incomprensibili a tutti con il loro dialetto stretto.

Aniello e Gino

Aniello e Gino

Facce autentiche, parlate e inflessioni dalle parti più diverse d’Italia inseriti in un contesto narrativo drammatico. La storia, con sviluppo classico e lineare, è al centro del film, non una semplice cornice o un pretesto per sviluppare gag e battute. Ad aiutare Paolo Cevoli nella realizzazione del film è stato Marco Preti, alpinista, film maker e scrittore di montagna.

“Raccontare l’Italia dei nostri nonni, i loro atti di eroismo, l’ironia e la voglia di vivere dei nostri soldati ed alpini, vuole essere una celebrazione, in un modo leggero e non retorico, del centenario della grande guerra. Sperando che i valori, l’umanità ed il coraggio degli italiani di cento anni fa, riusciranno a farci sorridere e riflettere sulla nostra situazione attuale, portando i nostri cuori un po’ più in alto”.

Paolo Cevoli

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