COP

Quando c’era Marnie, la nuova poesia dello Studio Ghibli

Solo da oggi al 26 agosto arriva al cinema Quando c’era Marnie, l’ultimo lungometraggio d’animazione del Studio Ghibli diretto da Hiromasa Yonebayashi. Il film è tratto dall’omonimo classico per ragazzi della letteratura inglese scritto da Joan G. Robinson, considerato da Hayao Miyazaki uno dei migliori 50 libri per ragazzi mai scritti.


La storia si svolge a Hokkaido e vede protagonista Anna, una dodicenne che vive con i suoi genitori adottivi e che si porta dentro un grande dolore. Da anni infatti soffre di asma e quando la sua malattia peggiora, viene mandata a stare dai parenti della madre in un villaggio vicino al mare.

Inizia così un’estate ricca di avventure in compagnia di una misteriosa ragazzina di nome Marnie, anch’essa angustiata da una grande tristezza. Insieme riusciranno a dare sollievo alle proprie anime, in un valzer alla luce della luna i loro cuori si uniscono, accompagnati dalla bellezza della natura, una brezza gentile e un vecchio motivo familiare.

Anna

Anna

Quando c’era Marnie, pubblicato nel 1967, è considerato uno dei maggiori capolavori della letteratura inglese per l’infanzia, oltre ad essere uno dei libri preferiti di Hayao Miyazaki. Poterlo trasformare in un film è stata una sfida che Yonebayashi (già autore nel 2010 del campione d’incassi Arrietty) ha deciso di accettare: “come opera letteraria mi era piaciuto molto e mi aveva commosso, ma la storia sembrava difficile da rendere in animazione. Il libro ruota soprattutto attorno ai dialoghi tra Anna e Marnie”.

Ed è proprio attraverso le loro conversazioni che emergono le sottili variazioni dei sentimenti, e quello è l’aspetto più affascinante del racconto: “come potevo renderlo con l’animazione? Non mi sentivo per niente in grado di riuscirci in modo convincente” confessa il regista. “Eppure un’immagine continuava ad affacciarsi nella mia mente, anche molto tempo dopo aver letto il libro: Anna e Marnie, una accanto all’altra, mano nella mano, nel giardino di una casa di pietra di fronte ad una meravigliosa laguna”.

Marnie

Marnie

La difficoltà per Yonebayashi, che ha realizzato da solo la sceneggiatura e gli storyboard del film durante 18 lunghi mesi prima di iniziarne la produzione, è stata proprio quella di trasferire lo sfondo della storia dall’Inghilterra al Giappone. Il regista è stato particolarmente attento a collocare geograficamente le paludi dove Anna e Marnie si incontrano.

Così ha esplorato Kushiro, Nemuro e Akkeshi, alla ricerca dello sfondo migliore, fino a creare un villaggio vicino al mare che mescola realtà e fantasia. Le acque limpide della laguna e il modo in cui lo scenario si trasforma passando dall’alta alla bassa marea riflettono i piccoli cambiamenti che avvengono nell’animo delle due ragazzine. Le paludi di Hokkaido sono diventate così un ambiente per fantasie oniriche, tipiche dei film dello Studio Ghibli.

Marnie e Anna

Marnie e Anna

Quando c’era Marnie segna un nuovo inizio per la Ghibli, che produce il suo primo film senza il coinvolgimento né di Takahata né di Miyazaki: “non penso di cambiare il mondo con un film nel modo in cui potrebbe fare Miyazaki – afferma Yonebayashi  – ma dopo Si Alza il Vento e La Storia della Principessa Splendente, volevo tornare a fare un film per bambini. Per tutte le Anna e le Marnie che andranno al cinema a vedere questo film, spero di aver fatto qualcosa in cui possano riconoscersi, un’anima gemella che possa sedersi accanto a loro e stare dalla loro parte”.

“Nel nostro mondo, esiste un cerchio magico invisibile. C’è l’interno del cerchio, e c’è l’esterno. Io sono all’esterno…”

Leave a Comment