Sergio Castellitto durante una scena del film "La Buca", regia di Daniele CiprìRoma-Svizzera 2013-2014

Sergio Castellitto, Rocco Papaleo e Valeria Bruni Tedeschi ne La Buca, la prima commedia di Daniele Ciprì

Dopo i grandi riconoscimenti per il suo precedente È Stato il Figlio, presentato nel 2012 a Venezia, Daniele Ciprì torna al cinema con il suo nuovo film La Buca, in uscita questo giovedì 25 settembre. Quasi simultaneamente all’uscita di Belluscone – Una Storia Italiana del suo storico “compare” Franco Maresco (acclamatissimo a Venezia), Ciprì porta sul grande schermo una simpatica storia con protagonisti Sergio Castellitto, Rocco Papaleo e Valeria Bruni Tedeschi. A firmare la colonna sonora è la musica di Donaggio e Gabaglio con gli interventi al piano di Stefano Bollani.


Un cane arruffato diventa inconsapevole pretesto dell’incontro di due umanità disordinate e precarie. Morso dall’animale, Oscar (Sergio Castellitto), avvocato burbero sempre alla ricerca di spunti truffaldini, vuole trarre profitto dall’incidente e fare causa al malcapitato proprietario, Armando (Rocco Papaleo). Quando però lo scaltro avvocato scopre che Armando è in realtà un povero disgraziato appena uscito di galera dopo aver ingiustamente scontato una pena di 30 anni, l’obiettivo cambia e la posta in gioco si alza: perché non intentare una causa milionaria ai danni dello Stato? Nel nome del riscatto, i due diventano detective alla ricerca di indizi e prove e nasce un’amicizia improbabile e divertente. Tra loro Carmen (Valeria Bruni Tedeschi), barista dall’animo sensibile con un passato insieme all’uno e un possibile futuro insieme all’altro…

La Buca è la storia di una involontaria amicizia tra Oscar, avvocato fallito e senza scrupoli, e Armando, ex detenuto che ha scontato venticinque anni di carcere per un reato mai commesso, mantenendo, nonostante la profonda ingiustizia subita, una bontà d’animo impeccabile. A farli incontrare per caso è la Vita, rappresentata simbolicamente da un cane randagio, il quale fa in modo che i destini dei due protagonisti si incrocino. “Il cane – per Daniele Ciprì – è emblema dell’amicizia autentica, fedele, senza riserve: proprio quella che voglio raccontare. Tra Oscar e Armando nasce un sentimento profondo, che riesce a creare un sodalizio quasi ‘amoroso’ al di là delle abissali diversità caratteriali“.

Rocco Papaleo e Sergio Castellitto

Rocco Papaleo e Sergio Castellitto

Il regista desiderava da tempo “esplorare un nuovo genere e la commedia mi ha sempre attratto. L’idea era di raccontare l’amicizia tra due uomini e, allo stesso tempo, di allontanarmi dal mio mondo siciliano, dal dialetto, dal “cinismo” dei miei personaggi, anche con la voglia – perché no? – di conquistare un pubblico diverso. Tutto questo, man mano, ha preso forma: due uomini molto diversi tra loro ma con una motivazione che malgrado tutto li unisce, un tribunale, un evento sconvolgente, situazioni familiari tragicomiche. Sono questi gli ingredienti che mi piaceva ci fossero nel film”.

Ad ispirare Ciprì sono state le grandi commedie italiane degli anni Sessanta: “quelle commedie con un plot articolato, grandi protagonisti, divertenti sotto trame a fare da tormentone, temi semplici come l’amore o l’amicizia, regie attente e curate. Niente battute ma storie, anche commoventi, grottesche, sentimentali…. Ho amato il cinema di Vittorio De Sica, di Dino Risi e Mario Monicelli, tanto quanto la commedia americana di Lubitsch, di Capra, di Billy Wilder e Blake Edwards. Volevo realizzare un’opera che ricordasse quelle storie, rendere omaggio a quel genere che ci ha fatto sorridere e sognare. Volevo però farlo con leggerezza e ironia per non cadere nella nostalgia, allontanandomi completamente dalla commedia italiana di oggi. Non volevo far ridere, volevo far sorridere”.

Daniele Ciprì sul set con Sergio Castellitto

Daniele Ciprì sul set con Sergio Castellitto

Al centro della storia la strana coppia Sergio Castellitto e Rocco Papaleo. Due personaggi che Ciprì aveva “disegnato” mentalmente in fase di scrittura: “Il mio desiderio più grande era creare una coppia d’attori alla Jack Lemmon/Walter Matthau, Vittorio Gassman/Marcello Mastroianni, facendo però ricorso a nuove tecniche, a un nuovo linguaggio cinematografico e soprattutto senza abbandonare il mio particolare stile sia registico che fotografico”. Per il ruolo di Carmen il regista aveva invece “un immaginario molto materno, sereno, comprensivo e affettuoso. Quando ho incontrato a Parigi Valeria, non ho avuto dubbi! Era certamente lei, con la sua dolcezza e la sua disponibilità, il punto di equilibrio tra Oscar e Armando”.

Valeria Bruni Tedeschi è Carmen

Valeria Bruni Tedeschi è Carmen

Ambientazione immaginaria ma vera, storia realistica. Nel descrivere La Buca, l’autore spiega che si tratta di un film “molto diverso dalle mie precedenti esperienze di regia, ma nello stesso tempo c’è un senso di continuità. In fondo, Armando, che ha subito l’ingiustizia di anni di galera, potrebbe essere “il figlio” del mio precedente lavoro…”.

“Ho voluto ambientare la storia in una metropoli immaginaria, sperando di dare un senso di astrazione. Volevo divertire il pubblico con una storia che non avesse tempo né luogo”

Daniele Ciprì

 

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