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SPECIALE – Pinuccio Lovero, la sostenibile leggerezza della morte

Cameralook é stata all’anteprima del nuovo film – documentario del giovane regista pugliese Pippo Mezzapesa che ripropone la storia di Pinuccio Lovero, un custode “a livello cimiteriale”, come ama dire lui stesso, del cimitero di Bitonto, in provincia di Bari. Pinuccio Lovero, Yes I Can, distribuito da Microcinema e nelle sale a partire dal 15 maggio, racconta, grazie all’irresistibile comicità di matrice “zaloniana” del protagonista, una storia vera ai limiti del surreale che raccoglie, però, considerazioni di più ampio respiro sulla nostra società.

Pinuccio Lovero

Pinuccio Lovero

Partendo dall’inizio non si può non parlare dell’unicità di Pinuccio Lovero. Come racconta il regista Mezzapesa, durante la conferenza stampa di presentazione, la scoperta di Pinuccio fu casuale e inaspettata. “L’ho incontrato nel 2003 – spiega – mentre stavo realizzando un corto sulle bande musicali della Puglia e lui, che suonava le percussioni, non venne inserito tra le persone da riprendere e si arrabbiò moltissimo con me. Parlammo un po’ e conobbi la sua incredibile storia“.

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Lovero, infatti, coltivava il sogno di diventare custode di un cimitero e finalmente quando vi riuscì, approdando in una piccola frazione di Bitonto, per ben otto mesi in pratica non lavorò. Il motivo? In quegli otto mesi non morì nessuno! Mezzapesa fece approdare questa storia alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2008 con Pinuccio Lovero – Sogno di una Morte di Mezza Estate, ottenendo un buon successo di critica e portando alla ribalta il custode “a livello cimiteriale”.

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Yes I Can é il proseguimento dell’avventura di Lovero. Stavolta lavora al cimitero di Bitonto, qui di lavoro ce n’è in abbondanza ma non é contento per lo stato del camposanto e decide di “scendere” in politica con il partito di Vendola, che ha anche un piccolo cameo. Tra una campagna che ha come slogan “pensa al tuo domani” e una sua foto vestito da becchino, Lovero cerca di convincere i suoi concittadini a pensare anche alla morte. Non mancano le scene comiche che strappano la risata facile, ma nel film vi è anche un aspetto sociologico.

Il cameo di Nichi Vendola

Il cameo di Nichi Vendola

Viene raccontata, con l’occhio del reporter neutrale, la campagna elettorale di un piccolo paese del sud Italia. E qui, tra candidati al consiglio comunale che non riescono a parlare in italiano, richieste di voto ai limiti dello scambio e comizi di piazza, va in scena una disamina della nostra società, carnevalesca e spesso sguaiata. Lovero ha un programma chiaro: più loculi e più ossari per tutti. Ma ci sono anche i tormenti e i sogni del personaggio, il quale rivede i dvd delle sue partecipazioni televisive ai programmi di Magalli, Bonolis e delle tv locali quasi come un’aspirazione di vita.

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E’ l’uomo semplice, l’uomo della strada posto davanti ai tentacoli del successo. Lovero, che però ha una radicata etica del lavoro, insegue il suo sogno con raziocinio senza perdere la testa. “Secondo me il film mi ha danneggiato – ha spiegato ridendo – perché mentre facevano le riprese ero nel pieno della mia campagna elettorale (svolta a bordo di un carro funebre, ndr.) e alla gente sembrava che la mia candidatura fosse uno scherzo! Tra qualche anno ci riproverò!”.

Dentro la bara, nel trailer del film

Dentro la bara, nel trailer del film

Lovero é anche protagonista di una web serie presente su Youtube che può contare su autorevoli testimonial come Luca Argentero, Nino Frassica, Checco Zalone e nientemeno che Paolo Sorrentino fresco di Oscar. Con questo pugliese fuori dalle righe si ride, si riflette e si impara. Ad essere più umani.

Andrea Sessa

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