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The Specials: Vincent Cassel, Reda Kateb e quelle vite fuori dal comune

Dopo aver chiuso con gran successo l’ultimo Festival di Cannes, e dopo la recente presentazione nella sezione Alice Nella Città alla 15esima Festa del Cinema di Roma, dal 18 novembre sulle piattaforme digitali Sky Primafila Premiere, oltre a MioCinema IoRestoInSala sarà disponibile The Specials – Fuori Dal Comune, l’attesa nuova commedia agrodolce di Éric Toledano e Olivier Nakache con protagonisti Vincent Cassel e Reda Kateb. Il film porta alla luce e affronta le problematiche quotidiane vissute da ragazzi affetti da autismo, storie vere, tratte da esperienze reali delle Onlus parigine e dei casi sotto la loro tutela. Dal 23 novembre il film sarà altresì disponibile su iTunes, Amazon Prime Video, Google Play, Chili, TimVision, Rakuten TV, Huawei Video, Infinity, CG Entertainment.arriva nelle nostre sale

Il film

Da vent’anni, Bruno (Vincent Cassel) e Malik (Reda Kateb) vivono in un altro mondo. Un mondo fatto di bambini e adolescenti autistici. Le loro rispettiva associazioni formano ragazzi da quartieri a rischio, affinché possano prendersi cura dei casi giudicati come “estremamente complessi”. Una collaborazione particolare, per personalità particolari.

Éric Toledano e Olivier Nakache

The Specials non è un film sull’autismo; parla dell’impegno e delle persone che tengono agli altri. Vi presentiamo qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata dai registi Éric Toledano e Olivier Nakache.

Come è nato questo film?

Éric Toledano: Il film è il frutto di un impegno durato vent’anni. Nel 1994, eravamo supervisori a un campo estivo e ho conseguito un diploma per la regia (BAFD). Così ho conosciuto Stéphane Benhamou, fondatore dell’associazione “Le Silence des Justes”, specializzato nella cura di bambini e adolescenti autistici per l’integrazione nella società. Poi, ci siamo persi di vista. Finché non ha preso in cura un mio parente. Un giorno, io e Olivier abbiamo deciso di andare a vedere il campo estivo che gestiva in montagna. Siamo rimasti molto colpiti dall’umanità e dall’energia mostrata da Stéphane e dalla sua squadra. Siamo stati travolti dalla chimica che si era instaurata tra i giovani assistenti e i bambini disabili.

Vincent Cassel (foto di Carole Bethuel)

Vincent Cassel è Bruno (foto di Carole Bethuel)

Olivier Nakache: Qualche tempo dopo, Stéphane ebbe bisogno di un corto di 6 minuti per presentare la sua associazione. Aveva alcuni problemi a ottenere il sostegno necessario e sperava di ottenere più fondi. Così, abbiamo preso la nostra cinepresa e siamo andati a Saint-Denis, lo stesso luogo dove, vent’anni dopo, avremmo girato THE SPECIALS – Fuori dal comune. Lì, abbiamo conosciuto un giovane assistente, Daoud Tatou, anche lui lavorava con i giovani autistici. Anche in questo caso, l’esperienza ha lasciato un’impressione profonda.

Éric Toledano: Ci eravamo già detti che fosse un contesto meraviglioso per raccontare una storia e girare un film. Eravamo ancora agli inizi però. Pensammo che i nostri mezzi fossero troppo modesti per trattare un argomento del genere. In poche parole, non ci sentivamo ancora pronti. Ciò nonostante, siamo sempre rimasti vicini a tutti loro, per cui provavamo una forte amicizia e una vera affinità. Quattro anni fa, Canal+ ci ha proposto una carta bianca di 26 minuti. Chiaramente, abbiamo deciso di mostrare il loro lavoro, con un documentario dal nome Dovremmo Farci Un Film

Olivier Nakache: …un documentario su Stéphane e Daoud, che nel frattempo era diventato il direttore dell’associazione “Le Relais IDF”. Anche questo ente si occupa di ragazzi autistici, ma promuove anche l’integrazione sociale e professionale di giovani da quartieri meno privilegiati. Quindi tra un film e l’altro, continuavamo a discutere dell’idea di girare quest’opera. Ha continuato a guadagnare terreno e i contatti mantenuti con le due associazioni hanno sicuramente stimolato la nostra sensibilità verso le disabilità, contribuendo all’esistenza del film Quasi Amici.

Reda Kateb è Malik (foto di Carole Bethuel)

Reda Kateb è Malik (foto di Carole Bethuel)

Il film finisce con una scena molto poetica…

Olivier Nakache: Quella scena illustra perfettamente il concetto del film. Il contesto può sembrare duro, ma la poesia, il movimento e la musica hanno la meglio. Alla fine della coreografia, Joseph ritorna al centro del cerchio intorno a cui stava ballando. Da solo, sotto le luci, incarna le lotte di tutti i nostri personaggi: mantenere questi bambini, adolescenti e adulti al centro, senza perderli di vista, senza escluderli dalla nostra vita quotidiana.

Éric Toledano: Benjamin è veramente poetico. Ci ha sorpreso continuamente per 2 anni. Un bambino autistico che a cena mangia dal tuo piatto. Questo gruppo di ragazzi autistici balla, ciascuno con la sua patologia, ciascuno nel suo mondo, ma tutti insieme. Quando Bruno è messo all’angolo, costretto forse a chiudere la sua associazione, vede i bambini che ballano e si commuove. Quell’emozione in realtà è anche la nostra. È quello che abbiamo provato preparando la scena, quello che abbiamo voluto provare a ricostruire nel film.

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