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Thierrée-Shechter-Pérez-Pite, la grande Danza al cinema

James Thierrée, Hofesh Shechter, Iván Pérez e Crystal Pite: quattro grandi coreografi contemporanei si riuniscono per questo programma che vede i danzatori dell’Opéra di Parigi raggiungere una nuova forma di modernità. Uno spettacolo in quattro parti che giovedì 24 maggio arriva alle 19.15 in diretta satellitare da Parigi nei cinema in Italia: a Roma nella Multisala Barberini e nel Cinema Alhambra, a Torino all’Ambrosio Cinecafè, al CinéMagenta63 dell’Institut Français diMilano, al Cinema Teatro Tiberio di Rimini e al Cinema Lanteri di Pisa.

Il programma

Apre la serata James Thierrée che ci mostra il suo mondo onirico nel lavoro Frôlons che va in scena negli spazi pubblici del Palais Garnier. L’Israeliano Hofesh Shechter, spesso lodato per le sue danze telluriche e il suo stile pulsante, offre invece una nuova versione del suo pezzo The Art of Not Looking Back. Lo Spagnolo Iván Pérez esordisce sul palco dell’Opéra con una creazione per dieci ballerini maschi, The Male Dancer. Per concludere la serata, la Canadese Crystal Pite ritorna con The Seasons’ Canon, una splendida coreografia che ha entusiasmato il pubblico al Palais Garnier la scorsa stagione.

Frôlons Création dans les espaces publics ChorégraphieJames Thierrée

Frôlons – Création dans les espaces publics – Chorégraphie James Thierrée

Frôlons

“In questa prima per l’Opéra national de Paris, James Thierrée ci immerge totalmente nel mondo della danza, evocando un formicaio coreografico dal marmo statico del Palais Garnier, per mostrare una tribù primitiva che ci invita nelle sue strane danze rituali. Così vicini, i corpi dei ballerini e quelli degli spettatori si sfiorano l’un l’altro, fluiscono insieme, nello stesso movimento. Ma dove ci stanno portando? Cosa stanno preparando? Ipnotizzati dai loro gesti misteriosi, ci lasciamo trasportare in questo mondo popolato da creature e suoni strani. Mostri? Specie in pericolo? Insetti?” Agathe Dumont.

The Art of Not Looking Back Nouvelle version Musique John Zorn  Johann Sebastian Bach  Nitin Sawhney ChorégraphieHofesh Shechter Costumes Becs Andrews Eclairages Lee Curran

The Art of Not Looking Back – Nouvelle version – Musique John Zorn – Johann Sebastian Bach – Nitin Sawhney – Chorégraphie Hofesh Shechter – Costumes Becs Andrews Eclairages Lee Curran

The Art of Not Looking Back

“Il titolo del lavoro è sia una domanda che un modo di vivere la propria vita. Posso capire che potrebbe essere importante approfondire il passato e guardare indietro per risolvere alcuni problemi. Ma c’è anche l’atteggiamento opposto che consiste nel dimenticare e vivere per godere del momento presente. Non so davvero cosa sia meglio, o se esista una risposta assoluta per tutti … Sia quel che sia, questo pezzo interpretato da donne pone la domanda. Se fossi il tipo di persona che “abita il passato”, ci sarebbero aree in cui è meglio non entrare? Finirà il tempo per sradicare ciò che viene lasciato ad appassire da solo? È una domanda aperta che è importante, a mio avviso” Hofesh Schechter.

The Male Dancer ChorégraphieIván Pérez Musique Arvo Pärt Costumes Alejandro Palomo Lumières Tanja Rühl Scénographie Tanja Rühl

The Male Dancer – Chorégraphie Iván Pérez – Musique Arvo Pärt – Costumes Alejandro Palomo – Lumières Tanja Rühl – Scénographie Tanja Rühl

The Male Dancer

“Quando ho iniziato a concepire The Male Dancer, mi sono venute molte domande: come dovrebbe muoversi un ballerino maschio? Come dovrebbe apparire? Come dovrebbe comportarsi sul palco di oggi? E in che modo queste domande entrano in risonanza con un’istituzione come l’Opéra de Paris? Con questa produzione, cerco di rispondere a queste domande in modo personale, come ballerino, uomo e artista. Per The Male Dancer, il pittore francese Claude Monet è stato una delle mie principali fonti di ispirazione. Gli anni di guerra che ha affrontato lo hanno fatto sprofondare in una solitaria ricerca artistica. Si è quindi dedicato alla pittura di paesaggi sereni, come se fosse diventata per lui una forma di espressione tanto emotiva quanto intellettuale. Le ninfee danno “l’illusione di un tutto infinito, di un’onda senza orizzonte e senza riva”, come descritto dallo stesso Monet. Intimamente legato alla contemplazione della natura, vedo la capacità di Monet di lasciarsi influenzare come un potente esempio di sensibilità maschile” Iván Pérez.

The Season's Canon

The Season’s Canon – Crystal Pite

The Season’s Canon

“La rivisitazione di Max Richter delle Stagioni di Vivaldi, è arrivata come un invito per il mio lavoro lasciandomi molta libertà di movimento. Ho sempre amato Le Quattro Stagioni di Vivaldi: quante volte l’ho ascoltato “a tutto volume” in auto e ho sognato di creare una coreografia per questa musica. Tuttavia, ero frenata dalla sua densità, che ho trovato difficile da penetrare. Ero anche preoccupata per il peso della sua popolarità. A me, la versione di Max Richter ha dato nuove prospettive rispetto a quella di Vivaldi, ha creato nuovi orizzonti, ha iniettato nuove emozioni e carattere. Come se avessi ricevuto nuove orecchie per ascoltarlo. La struttura del mio pezzo segue quella di Richter. I titoli dei movimenti sono come inneschi: “Primavera 1”, “Estate 2”, “Autunno 3″. Questo mi ha dato l’idea di dividere e classificare i fenomeni naturali. Ho immaginato di produrre una serie di ritratti che descrivessero il mondo naturale […] la musica di Richter contiene una tensione tra semplicità e complessità, tra spazi vasti e vertiginosi e piccole densità. Questa tensione è qualcosa che cerco sempre di ottenere nel mio lavoro: mi piace l’energia creata dalle contraddizioni” Crystal Pite.

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