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Un Lungo Viaggio Nella Notte, ricordi e sensazioni mutevoli nel film di Bi Gan

Movies Inspired dal 30 luglio porta nelle sale cinematografiche Un Lungo Viaggio Nella Notte, la pellicola diretta dal cinese Bi Gan, selezionato al Festival di Cannes 2018 nella sezione Un Certain Reguard.

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Il film

Luo Hongwu (Huang Jue) torna a Kaili, la sua città natale, da cui era fuggito diversi anni prima. Si mette alla ricerca della donna che amava e che non è mai riuscito a dimenticare. Lei gli aveva detto di chiamarsi Wan Quiwen (Tang Wei).

Bi Gan

Ecco qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata dal regista Bi Gan.

Il titolo cinese del film Diqiu Zuihou De Yewan (Last Evenings on Earth) è tratto da una novella di Roberto Bolaño, mentre il titolo internazionale Long Day’s Journey Into Night è il nome di una pièce teatrale di Eugene O’Neill. La notte e il viaggio sono gli unici punti in comune?

È sempre un po’ difficile, per me, scegliere i titoli e i nomi dei personaggi. Infatti tutti i personaggi del mio film hanno nomi di cantanti popolari che esistono realmente. Solitamente scelgo nomi che mi piacciono e che sono compatibili con lo spirito del film; proprio come i titoli di queste due opere letterarie.

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Che film è il suo?

Si tratta di un film sul ricordo. Dopo la prima parte in 2D, che apre la pellicola, volevo che il film cambiasse di consistenza. Infatti, per me, il 3D rappresenta soltanto una consistenza. Come uno specchio che trasforma i nostri ricordi in sensazioni tattili. È semplicemente una restituzione in tre dimensioni dello spazio. Ma per me questa sensazione tridimensionale richiama alla mente la sensazione di reminiscenze passate. Molto più, in ogni caso, della visione in 2D. Le immagini 3D sono finte ma assomigliano più fedelmente ai nostri ricordi.

Mi sembra che per lei il cinema serva, in primo luogo, a creare un’atmosfera o una sensazione. Non è uno strumento con cui narrare esclusivamente una storia o, quantomeno, la storia non è l’elemento più importante.

Questo è assolutamente vero. Cerco sempre di cogliere l’atmosfera dei luoghi in cui giro e di ritrasmetterla esattamente. Per questo, prima di cominciare le riprese, modifico quasi sempre la scena sul set: i miei attori finiscono per abituarcisi e per trarne ispirazione. Rimango davvero affascinato quando tutti, sul set, sono alla ricerca di questa esattezza. La storia, di per sé, è sempre un po’ banale. Questo film parla semplicemente di un uomo che parte alla ricerca di una donna, ma ciò che volevo cogliere erano le emozioni. Durante le riprese mi sono imposto di non girare sequenze palesemente esplicative. Ho capito che mi avrebbero condotto a realizzare un film puramente narrativo.

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Lo definirebbe un film romantico, un noir o magari un film di fantascienza?

Credo che sia difficile definirlo. Spero soprattutto che non sia un film banale… e potrebbe essere, nel contempo, tutte e tre le cose insieme, no?

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