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VENEZIA 78 – Jan P. Matuszyński ripercorre il caso Grzegorz Przemyk in Non Lasciare Tracce

Basato sull’omonimo romanzo di Cezary Łazarewicz e sull’omicidio di Grzegorz Przemyk, uno studente liceale assassinato da membri della polizia comunista, la Milicja Obywatelska (era il 14 maggio del 1983), giovedì 9 settembre in Concorso alla 78. Mostra del Cinema di Venezia sarà presentato Non Lasciare Tracce, il film polacco diretto da Jan P. Matuszyński.

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Il film

Polonia, 1983. Il Paese è scosso dal caso di Grzegorz Przemyk (Mateusz Górski), uno studente liceale picchiato a morte dalla milizia. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film ripercorre la storia di Jurek (Tomasz Ziętek), l’unico testimone del pestaggio che, da un giorno all’altro, diventa il nemico numero uno dello Stato. Il regime tirannico mette in moto l’intero apparato – servizi segreti, milizia, media e tribunali – per annientare Jurek e le altre persone coinvolte nel caso, inclusi i suoi genitori e la madre di Przemyk, Barbara (Sandra Korzeniak).

Jan P. Matuszyński racconta…

I film sono uno strano tipo di specchio. Possono penetrare nelle pieghe più profonde dell’anima di una persona. Sia del protagonista sia dello spettatore. Ognuno può vedere un’immagine diversa riflessa in uno specchio, ed è in questa precipua caratteristica che risiede la bellezza del cinema. Questa è la libertà di cui abbiamo bisogno. Grzegorz Przemyk amava la propria libertà quando la polizia gli chiese di esibire la sua carta d’identità il 12 maggio 1983. Sapendo di non essere tenuto a mostrarla in quanto allora la legge marziale era stata abolita, non lo fece. Nessuno sa chi abbia inferto l’ultimo colpo fatale. Ha un non so che di kafkiano e ricorda altri casi contemporanei. La presenza di un testimone oculare è l’unica ragione per cui questa storia è venuta a galla“.

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Il film mi ha dato l’opportunità di passare in rassegna le molteplici prospettive del regime comunista della Polonia degli anni Ottanta. Uno specchio a più strati che bisogna cercare di non infrangere. Solo con il supporto del ricordo, possiamo sperare che questo non accada nuovamente“.

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