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Verso La Notte, amore e rovina nell’esordio di Vincenzo Lauria

Nelle sale italiane dal 9 dicembre 2021 ci sarà Verso La Notte, il nuovo film scritto e diretto dal regista e sceneggiatore lucano Vincenzo Lauria, qui al suo esordio nel lungometraggio. La pellicola è stata presentata alla 66° edizione del Taormina Film Fest nella Sezione Indieuropea, dove ha vinto il Premio del pubblico di MYmovies.

Il film

Maryam (Duné Medros), una ragazza iraniana, sta realizzando un documentario su Anna (Paola Toscano), una donna che vive per le strade di Roma. La giovane regista è rimasta profondamente colpita da questa donna che si esprime attraverso visioni e presagi, con un’eleganza nei modi che stride con la sua condizione di senzatetto. Nel frattempo Maryam conosce Hesam (Alireza Garshasbi), anche lui iraniano: i due iniziano a lavorare insieme, finendo per innamorarsi. Maryam ed Hesam sono due anime che si sono finalmente ritrovate, riconosciute e consegnate l’una all’altra. Ma il senso di appartenersi diventa, dopo non molto tempo, un confine scomodo.

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Vincenzo Lauria racconta…

Si inizia una strada intravedendo un punto d’arrivo. E come un miracolo si accoglie la felicità. Maryam e Hesam si perdono l’uno nell’altro, nel piacere dell’amore e nella prospettiva di una completezza che dovrebbe essere il senso stesso dell’unione d’anime e di corpi. Ma come per una legge ineludibile della causalità ad ogni felicità corrisponde una paura che ne mina l’esistenza, la paura di perdersi e di perdere tutto. E allora l’essenza è forse nel lasciarsi andare. La condizione di erranza di Anna ne è testimone ed il mistero che lei si porta dietro e che Hesam e Maryam indagano è forse proprio il mistero dell’essenza. Verso La Notte, come attuazione di un presagio, è la storia di un amore autentico, tra Hesam e Maryam, ma è anche la storia della rovina, o meglio, è un’indagine sulle impercettibili sfumature delle parole, dei gesti e dei silenzi, che nella storia raccontano le insicurezze dell’animo fragile ed instabile dei protagonisti, e sulla forza necessaria per trascinarsi tra le macerie ed afferrare, prima della fine, il senso residuo dell’esistenza“.

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