Su Sky Documentaries (canali 122 e 402), il nuovo canale tematico di Sky, da venerdì 9 luglio alle 21.15 (disponibile anche on demand e in streaming su NOW) andrà in onda Allen v. Farrow, la docu-serie targata HBO divisa in quattro parti che ripercorre l’oscura storia di uno degli scandali più noti di Hollywood: l’accusa di abuso sessuale di Mia Farrow contro Woody Allen che coinvolge Dylan, loro figlia adottiva, il successivo processo per la custodia, la rivelazione della relazione di Allen con un’altra figlia della Farrow, Soon-Yi Previn, con cui poi si sposò nel 1997.
La docu-serie
Attraverso video amatoriali, documenti legali e interviste esclusive a Mia Farrow, Dylan Farrow, e Ronan Farrow, la serie riapre una delle ferite più dolorose nel mondo dello spettacolo, ricostruendo le accuse che la ex compagna e due dei suoi figli hanno mosso al regista, ovvero di aver molestato la piccola Dylan. Fatti per i quali Allen non fu mai incriminato. La serie contiene elementi inediti di una battaglia legale e di immagine durata decenni, e che ha ritrovato slancio nel 2017. Quando, sulla scia del #MeToo, Dylan è tornata a riproporre le accuse spingendo diversi attori di Hollywood a non lavorare piu’ con il geniale regista.
Polemiche ed effetti devastanti
Il documentario, firmato da Kirby Dick e Amy Ziering, ha riportato la discussione su una delle più note, intricate e dibattute vicende di accuse di violenze sessuali nella storia dello spettacolo americano. È stato inoltre molto discusso per la sua visione Farrow-centrica che non ha dato spazio alla versione dell’accaduto di Woody Allen. Esamina però gli effetti devastanti del trauma su una famiglia ed è una rappresentazione inquietante dello scetticismo e della reazione negativa che può derivare da un’accusa.
Woody Allen non ci sta
La scorsa primavera la CBS ha mandato in onda un’intervista rilasciata (a Lee Cowan, la prima dopo trent’anni) dal cineasta nel luglio del 2020. Woody Allen ha raccontato di non parlare con Dylan da quando le accuse sono emerse per la prima volta e ha spiegato di non voler mettere in dubbio il fatto che Dylan pensi di essere stata abusata: “non penso che lo inventi, non penso che stia mentendo. Ritengo che lo creda“. Il regista non ritiene di essere un pedofilo e non usa mezza termini per definire le accuse nei suoi confronti “assurde“.