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Woody Harrelson, uno sguardo che cattura

Ci sono pochi attori il cui sguardo può restare impresso in modo così indelebile. È decisamente questo il caso di Woody Harrelson, un talento da oltre quarant’anni icona di Hollywood, ma anche del cinema più impegnato. Figlio di un sicario, appassionato di marijuana, ambientalista, vegano e anti-Trump: sembra che ce la metta tutta per far parlar di sé al di fuori dello schermo, e invece l’attenzione su di lui resta saldamente sulle sue performance attoriali – sempre di altissimo livello. In particolare, soprattutto oggi che è il suo 60° compleanno, ne segnaliamo tre, una per ogni media (cinema, TV e… streaming), perfette per conoscere la caratura del personaggio. E per non scordarlo più. 

Un giovanissimo Woody Harrelson in "Cin Cin"

Un giovanissimo Woody Harrelson in “Cin Cin”

 Una vita unica, anche al di là della macchina da presa

Harrelson nasce in Texas e si trasferisce Ohio con la madre Diane mentre il padre Charles – un killer professionista – viene arrestato per l’omicidio di un commerciante di cereali, e in seguito condannato all’ergastolo per aver sparato a un giudice federale. Si laurea nell’Indiana e si trasferisce a New York in cerca di fortuna, che trova centrando il provino per entrare nel cast di Cin Cin, un telefilm ben noto anche qui in Italia. Il primo gradino sulla scala del successo. Nel frattempo si innamora della sua ex assistente personale, Laura, che sposa e con cui crea una splendida famiglia – tre figlie e una fantastica residenza alle Hawaii, nell’isola di Maui – che in più occasioni sottolinea come rappresentino il centro del suo mondo. Ambientalista spinto, vegano crudista, appassionato di yoga, detrattore di tutta la politica Repubblicana da Bush a Trump, e per molto tempo dedito ai piaceri delle droghe leggere. Nonostante qualche problema conseguente e questi passioni e attivismo, Harrelson ha però sempre lasciato che fossero i suoi ruoli a parlare per lui. E c’è riuscito.

Una carriera talentuosa ed eclettica

Lungo le sue otto stagioni nel ruolo del barman Woody Boyd, Harrelson guadagnerà fama e successo e vivrà il naturale passaggio al grande schermo, con numerose candidature ai premi Oscar. Prima piccoli ruoli, poi grande attenzione grazie a Chi non salta bianco è (1992), Orso d’oro alla Berlinale per la biografia del magnate del porno Larry Flint in Oltre lo scandalo di Milos Forman (1996), quindi il film di guerra La sottile linea rossa di Terrence Malick (1998). Le collaborazione con grandi registi proseguono con Ed TV di Ron Howard (1999), Lei mi odia di Spike Lee (2004), Radio America di Robert Altman (2006), Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh (2017) e infiniti altri. Accanto a questi mostri sacri della regia, alterna produzioni più commerciali, ad esempio come cacciatore di morti viventi in Zombieland, mentore della protagonista Katniss nella quadrilogia Hunger Games (2012-2015), illusionista in Now You See Me (2013 e 2016) e anche in megaproduzioni come Solo: A Star Wars Story (2018) e, a breve in sala, Venom – La Furia di Carnage. Anche in modalità “cameo”, è l’attore che quando riconosci su schermo esclami sempre “Ehi, ma quello è Woody!”.

Nei panni di Larry Flint

Nei panni di Larry Flint in “Oltre Lo Scandalo”

Tre ruoli assolutamente memorabili

Harrelson ha raggiunto il grande pubblico con un ruolo ovviamente sopra le righe, il serial killer Mickey Knox protagonista di Assassini nati – Natural Born Killers, diretto da Oliver Stone nel 1994. Partendo da uno spunto di Quentin Tarantino – che ha poi disconosciuto il progetto – Stone volle analizzare la relazione deviata tra la violenza, i mass media e l’opinione pubblica. Questo racconto di omicidi e follia lungo la celeberrima Route 66 è diventato in breve un cult moderno, sicuramente per la critica di Stone, per la particolare presenza scenica di Juliette Lewis, per un Robert Downey Jr. non ancora sulla vetta di Hollywood come invece accadrà in futuro, ma soprattutto per lo “sguardo assassino” di Harrelson.

A distanza di vent’anni è invece un ruolo da poliziotto che esalta il talento dell’attore in coppia con Matthew McConaughey, nella prima stagione di True Detective di Nic Pizzolatto. Gli ingredienti sono stati perfetti: la riapertura del caso di un serial killer in Louisiana, unito ad uno storytelling d’atmosfera condito dai flashback dei due agenti, e in aggiunta ad clima fatalista, pessimista e nichilista. Un’opera pluripremiata che ha rivitalizzato il genere crime, rendendo questa serie il fenomeno televisivo del 2014.

Woody Harrelson in "Lost in London"

Woody Harrelson in “Lost in London”

L’ultimo spunto, simbolo della sua personalità, è un film strambo, autobiografico e… girato dal vivo. Nel 2002 Harrelson aveva vissuto quella da lui considerata “la peggior notte della mia vita”, quando fu arrestato dopo aver litigato con un tassista e inseguito dalla polizia. Nel corso 2017 ha trovato come metabolizzarla in un modo decisamente originale. L’ha rigirata dal vivo, nel cuore della notte a Londra (col fuso giusto, in USA era prima serata). Un’ora e mezza di piano sequenza, diretto da lui stesso, ripercorrendo ogni evento e includendo anche amici come Owen Wilson, Willie Nelson e Daniel Radcliffe. Tutto mandato in onda in streaming in oltre 500 cinema americani. Lost in London è stato un esperimento azzardato, originale, unico, e decisamente memorabile. Esattamente come lui stesso.

Enrico Banfo

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