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A Classic Horror Story, paura e leggenda nel film di De Feo e Strippoli

Presentato in Concorso al 67° Taormina Film Fest, dal 14 luglio su Netflix arriva A Classic Horror Story, il film diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli ed interpretato da Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari CalabriaCristina Donadio.

Il film

Cinque carpooler (Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick) viaggiano a bordo di un camper per raggiungere una destinazione comune. Cala la notte e per evitare la carcassa di un animale si schiantano contro un albero. Quando riprendono i sensi si ritrovano in mezzo al nulla. La strada che stavano percorrendo è scomparsa; ora c’è solo un bosco fitto e impenetrabile e una casa di legno in mezzo ad una radura. Scopriranno presto che è la dimora di un culto innominabile. Come sono arrivati lì? Cosa è successo veramente dopo l’incidente? Chi sono le creature mascherate raffigurate sui dipinti nella casa? Potranno fidarsi l’uno dell’altro per cercare di uscire dall’incubo in cui sono rimasti intrappolati?

La leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso

In A Classic Horror Story un elemento di originalità che lo distingue da altri film dell’orrore è l’inserimento della leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, ancora poco conosciuta nel nostro paese, eppure è proprio da questa storia che Roberto Saviano prende spesso spunto quando deve spiegare cos’è la mafia. La leggenda, che ebbe inizio nella Spagna XV secolo, racconta la storia di tre fratelli, Osso, Mastrosso e Carcagnosso appartenenti ad un’associazione denominata la Garduña. Un giorno, la sorella dei tre fratelli venne violentata da un protetto del Re e loro si vendicarono uccidendo lo stupratore. Per questo delitto “d’onore” vennero riconosciuti colpevoli di omicidio e furono condannati a scontare una lunga prigionia nella lontana isola di Favignana.

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I “Tre Cavaleri D’Anuri”

Rinchiusi in una cella stretta e buia non si persero d’animo e lavorarono giorno e notte per stabilire le regole di una nuova società basata su leggi di sangue e di guerra che avrebbero consentito a tutti i futuri adepti di crescere e moltiplicarsi. Finalmente liberi, dopo trent’anni di prigionia, i tre cavalieri si separarono: Osso decise di restare in Sicilia per divenire il fondatore di Cosa Nostra, Mastrosso, attraversato lo Stretto di Messina, si accasò in Calabria dove gettò le basi per la creazione della ‘Ndragheta, Carcagnosso proseguì la sua risalita lungo lo stivale fermandosi in Campania dove diede vita alle primordiali strutture malavitose della Camorra. Nel film la leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso è rappresentata sotto forma di culto religioso, con i “Tre Cavaleri d’anuri” (Tre cavalieri d’onore) che appaiono come tre Dei, tre figure sacre venerate da una misteriosa comunità di persone, nel Sud Italia.

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