BULLI E PUPE 0 Poveri ma belli

Bulli e Pupe, la storia sentimentale degli anni Cinquanta

Steve Della Casa e Chiara Ronchini hanno diretto Bulli e Pupe – Storia Sentimentale Degli Anni Cinquanta, un documentario che racconta uno spaccato storico del Paese in un intreccio di memoria popolare e colta, di archivio e cinema. Un lavoro che sarà presentato, Fuori Concorso, al Torino Film Festival, edizione 36, in Festa Mobile.

BULLI E PUPE - Banda

Bulli e Pupe rappresenta il racconto del Paese dalle macerie del secondo dopoguerra all’alba del 1960 e del boom, quando i ragazzi che avevano vissuto impotenti gli orrori del conflitto iniziavano a progettare un futuro nuovo, pieno di speranze ma anche denso di contraddizioni, che puntualmente esploderanno in seguito. Un momento folgorante, un pugno di anni in cui l’Italia si scoprì viva, libera, e diventò quella che ancora oggi viviamo con le sue imprese straordinarie e i suoi peccati originari. Un Paese che divenne moderno in un tempo molto – a volte troppo – rapido.

BULLI E PUPE - Lucia Bosè

La ricostruzione, la nascita delle ‘grandi città’, la speculazione edilizia, la migrazione interna e all’estero, la ricerca di lavoro e di casa, i sogni, il cinema e la sua illusione, la scoperta del tempo libero, la rabbia, la protesta, l’alienazione, una nuova affettività e un nuovo dibattito sessuale. Sono pezzi dell’Italia che il film ci mostra, il laboratorio di un Paese mentre rinasce. A farcelo vedere, immagini rare e splendide di quel pozzo di scoperte che è l’Archivio storico Luce, e di altri importanti fondi; alcuni film celeberrimi, o meno ricordati, di Risi, Germi, Castellani, Corbucci, Zurlini e altri. E le voci di intellettuali che quel lampo di tempo fermarono impietosamente, e felicemente: Parise, Bianciardi, Ortese, Flaiano, Pasolini, Calvino…A raccontare una storia che sappiamo e  conosciamo, ma con un fluire che ce la fa sentire e vedere come nuova. Come se parlasse ancora tanto, e tanto precisamente, di noi.

BULLI E PUPE - Foto archivio Luce

Steve Della Casa e Chiara Ronchini raccontano: “di solito si raccontano gli anni Cinquanta italiani come gli anni della guerra fredda, della contrapposizione tra cattolici e comunisti. Lavorando su tanti archivi abbiamo visto come le immagini raccontassero anche un’altra storia. E leggendo e ascoltando testi che intellettuali di più parti politiche realizzavano in quegli anni per la Radio, o per l’università, o per i loro saggi, abbiamo capito che le speranze e le contraddizioni di quegli anni potevano essere raccontate anche in una luce diversa, come una progressiva onda che vedeva protagoniste proprio le giovani generazioni, le stesse che nel decennio successivo avrebbero rivoluzionato il mondo intero”.

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