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Denzel Washington porta in sala le Barriere di August Wilson

Denzel Washington ha diretto e interpretato Barriere, il film tratto da una sceneggiatura di August Wilson, adattata dall’opera (Fences) per la quale lo stesso Wilson ha vinto il premio Pulitzer. Oltre a Washington, altri protagonisti del film – da oggi nelle sale – sono: Viola Davis, Jovan Adepo, Stephen McKinley Henderson, Russell Hornsby, Mykelti Williamson e Saniyya Sidney.


Barriere è la storia di Troy Maxson (Denzel Washington), un netturbino della metà del secolo scorso a Pittsburgh che una volta aveva sognato di fare carriera nel baseball ma quando la major league inizio ad ammettere giocatori neri era diventato troppo vecchio per farne parte. Lui cerca di essere un buon marito ed un buon padre ma il suo perduto sogno di gloria lo divora, spingendolo a prendere una decisione che rischierà di fare a pezzi la sua famiglia.

Vi presentiamo ora di seguito un estratto dell’intervista rilasciata da Denzel Washington.

Quando e come sei diventato per la prima volta consapevole dell’opera di August Wilson?

Ho visto Ma Rainey’s Black Bottom nel 1984, l’anno della prima e ne ricordo tutte le grandi interpretazioni ma quella di Charles Dutton (nel ruolo di Levee) in particolare mi ha lasciato senza fiato. Non ne avevo mai sentito parlare ma poi ho fatto una ricerca su di lui ed ho scoperto che era stato in prigione e lì aveva iniziato a recitare, per poi frequentare la Yale Drama School e tutto il resto. Quando ho visto quell’opera, ignoravo chi fosse August Wilson. Non sapevo che avrebbe scritto tutte quelle grandi opere ma la sua voce, in qualche modo, mi suonava familiare. Ricordo quella notte in teatro ed il mio sentirmi stupefatto e commosso.

Denzel Washington

Denzel Washington

Cosa ricordi della prima volta che hai visto la produzione originale di Barriere a Broadway?

Mi sono sentito più affine a Cory [interpretato da Courtney Vance] perché la mia età era più vicina a quella di Cory. E ricordo quanto Mary Alice apparisse fragile rispetto a James Earl Jones. Avevo visto James recitare in Otello con Christopher Plummer a Broadway e lo avevo visto fare Edipo Re a St. John the Divine. Sono andato a trovarlo dietro le quinte. Lui non mi conosceva ma credo che abbia intuito che ero un giovane attore, perciò mi ha lasciato rimanere e guardarmi intorno. Stava incontrando delle persone ed io mi muovevo intorno, guardando il suo trucco di scena e le mani sulle quali c’erano ancora tutti gli anelli dello spettacolo. Poi ho iniziato ad indossarli e, voi sapete che James è un omone, quindi gli anelli apparivano come braccialetti su di me. Ricordo perfettamente quanto fosse imponente e quella voce, quell’energia.

Come si inserisce Troy nella vita della sua famiglia?

Barriere è una storia di sogni infranti e di dove vada a finire tutta quell’energia. È un’opera su ciò che accade quando un sogno viene differito, secondo la definizione di Langston Hughes. Cosa accade quando si è bravi abbastanza ma si fallisce comunque? Dove va a finire tutta quella energia quando non puoi esprimere il tuo talento? Troy sarebbe potuto diventare un Willie Stargell, un grande slugger per i Pittsburgh Pirates ma il cambiamento, per lui, è giunto troppo tardi. Intossicato dalla propria amarezza, lui vuole solo il meglio per suo figlio ma la sua prospettiva è limitata.

Viola Davis

Viola Davis

Da dove giungeva la sua motivazione per girare questo film?

Veniva dal materiale. Veniva da August. Stavo semplicemente cercando di mettermi al servizio di August al meglio delle mie capacità. Ho sentito la responsabilità di non sbagliare. Si suol dire “quando sei in dubbio, vai alla fonte”, giusto? Se nella sceneggiatura ci sono 25.000 parole, 24.900 sono originali di August Wilson. Io posso avere aggiunto una riga qua e là ma si tratta delle parole di August.

Da un lato, per coloro che sono nell’ambiente del teatro e della letteratura, August Wilson è senza alcun dubbio tra i più grandi drammaturghi della storia del mondo. Tuttavia, per moltissima gente al di fuori di questo ambiente, il film sarà l’introduzione all’intero corpus letterario di Wilson. Cosa speri che riescano a trarre da tale visione?

Quando la gente mi chiede cosa mi aspetto che gli spettatori trarranno dalla visione, io rispondo sempre che dipende da ciò che portano dentro di sé quando entrano in sala. So che saranno intrattenuti ed illuminati. So che assisteranno a delle grandi interpretazioni, vedranno alcuni grandi attori sullo schermo ed udranno una voce che gli suonerà familiare pur non avendola mai sentita prima. Il suo ritmo, la sua musica.

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Per lei come attore, qual è stata la differenza tra l’interpretare Troy sul palcoscenico e sullo schermo?

Non riesco ad immaginare che avrei potuto fare questo film senza aver prima recitato sul palcoscenico per cercare di comprendere chi realmente fosse Troy. Non c’è tempo per cercare di comprendere tutto ciò durante le riprese di un film. Perciò, in primis ho avuto il tempo di conoscere il personaggio e sapevo che se avessimo fatto una produzione che funzionava, avremmo ottenuto una buona reazione dal pubblico, i complimenti e tutto quel genere di cose. Sapevo che avrebbe funzionato. Non so se tale consapevolezza aumenti la pressione. È un po’ come: “Ora non puoi sbagliare”. Ma tutto ciò che sapevo è che avrei dovuto semplicemente mettere la camera davanti agli attori e lasciargli fare quello che avevano sempre fatto.

Barriere ha una precisa collocazione temporale. Il 1957, con una scena finale nel 1965. Ti sei mai chiesto come tale opera possa parlare alla nostra contemporaneità?

Malcolm X disse che per poter sapere dove si sta andando, bisogna conoscere da dove si arriva. Perciò penso che la storia sia fondamentale –  accoglierla e riconoscere tutte le difficoltà che sono state affrontate, i sacrifici che sono stati fatti prima che tu arrivassi qui. Ma non si può forzare. Non si può fare niente con il preciso scopo di renderlo “rilevante”.

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Secondo lei in che modo questo film colpisce tali corde universali?

Questo è il tuo mestiere. Tu fai il tuo e poi vedi come risuona dentro di te, come influenza i tuoi sentimenti. Non sto cercando di dire alle persone ciò che dovrebbero provare ma, vedi, August Wilson ha scritto un capolavoro e Dio solo sa quanto influenzi le persone. È questa la sua bellezza. Vieni, ti siedi e lo scopriremo o lo scoprirai tu. Ora che Barriere è finalmente giunto alle masse, sono felice. Stavo leggendo di quanto venga insegnato nelle scuole. Perciò moltissimi giovani posso oggi saperne molto di più rispetto alla nostra generazione. Perciò ritengo un onore il contribuire a diffondere le parole di August Wilson, prendo tale ruolo seriamente e sono consapevole che si tratti di una responsabilità. Condividerlo con più persone è parte del nostro lavoro, del mio lavoro. Così scopriranno perché lui fa parte dei migliori. Abbiamo Tennessee Williams, Arthur Miller, Eugene O’Neill, Edward Albee ed August Wilson. Sono felice di fare la mia parte e di contribuire a condividere con il mondo la sua genialità.

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