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Elettra Raggio, una grande Diva del muto

Martedì 8 ottobre alle ore 17, durante le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, per la sezione Restorations & Rediscoveries, sarà presentata la versione restaurata del lungometraggio La Morte Che Assolve, diretto da Carlo Alberto Lolli e prodotto dalla Raggio Film di Milano nel 1918, unico film sopravvissuto tra quelli interpretati dalla grande diva del muto Elettra Raggio.

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Elettra Raggio

Artista eclettica e figura singolare nel panorama culturale dell’epoca, Elettra Raggio, al secolo Ginevra Francesca Rusconi, fu attrice, produttrice cinematografica e scrittrice. Si dice che fosse stato lo scienziato Guglielmo Marconi ad attribuirle il nome d’arte Elettra Raggio. Nata a Milano il 21 febbraio 1887 in una famiglia alto borghese, inizia la sua carriera nel teatro. Il passaggio al cinema avviene nel 1915, anno in cui la Raggio si cimenta in tutte le fasi della produzione cinematografica, fondando l’anno successivo la sua casa di produzione, la Raggio Film.

La sua produzione filmica, concentrata tra il 1915 e il 1922, manifesta un approccio al cinema volto più alla ricerca intellettuale e artistica piuttosto che a una dimensione commerciale, prendendo numerosi elementi dal mondo teatrale da cui proveniva. Durante la sua vita si dedica anche all’attività editoriale e alla produzione di film per ragazzi. Alla fine degli anni Cinquanta dona alla Fondazione Cineteca Italiana il suo archivio di fotografie, frammenti filmici, materiali pubblicitari e l’unica copia esistente di La Morte Che Assolve.

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La Morte Che Assolve

Il film racconta la storia di una giovane donna, Erica, cresciuta in una ricca famiglia borghese americana, che scopre di avere in realtà umili origini. Coinvolta in una vicenda di rapimenti, viene salvata dal padre che le rivela la sua vera identità e redime così i suoi errori del passato. Elettra Raggio, nel doppio ruolo della madre Maddalena e della figlia Erica, dà prova di grande competenza attoriale, passando dalla parte dimessa, malata e sofferente di Maddalena alla giovinezza frizzante e prorompente di Erica. Il film vanta anche la partecipazione del grande attore Ermete Novelli, già icona del teatro nazionale dell’epoca, nel ruolo del padre Folco, sua ultima interpretazione cinematografica.

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