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Il Caso Minamata, Johnny Depp nei panni dell’eroico fotoreporter Eugene Smith

Johnny Depp è il protagonista de Il Caso Minamata in prima tv su Sky Cinema Uno venerdì 17 settembre alle 21.15, in streaming su NOW e disponibile on demand. Diretto da Andrew Levitas, il film racconta la storia vera del fotoreporter Eugene Smith che all’inizio degli anni 70 riuscì a documentare le conseguenze dell’avvelenamento da mercurio nel villaggio giapponese di Minamata, con uno dei reportage più riusciti della sua carriera e più famosi della storia del giornalismo. Nel cast, accanto a Johnny Depp, Hiroyuki Sanada, Jun Kunimura, Minami, Ryo Kase,Tadanobu Asano, Akiko Iwase e Bill Nighy.

Il film 

New York, 1971. Il celebre fotoreporter W. Eugene Smith (Johnny Depp) è ormai l’ombra di se stesso. Alcolizzato, in polemica con il mondo dell’informazione e senza più alcun rapporto con i figli vive in solitudine e rifiuta di lavorare. Ma un incarico da parte del direttore della rivista Life Robert Hayes (Bill Nighy) lo porta nella città costiera giapponese di Minamata, devastata dall’avvelenamento da mercurio, risultato di decenni di inquinamento industriale da parte della Chisso Corporation, un’importante azienda chimica giapponese.  Lì Smith entra in contatto con la comunità di pescatori del villaggio e, armato della sua macchina fotografica, documenta i loro sforzi per convivere con la grave malattia causata dall’avvelenamento da mercurio, chiamata proprio “malattia di Minamata”, e la loro appassionata campagna per ottenere un risarcimento da parte della Chisso e dal governo giapponese. Le immagini di Smith dal villaggio avvelenato danno al disastro una dimensione umana straziante e il suo incarico iniziale si trasforma in un’esperienza gli cambierà la vita.

Johnny Depp è Eugene Smith

Johnny Depp è Eugene Smith

Johnny Depp racconta…

«Ho sempre avuto una fascinazione per le fotografie di Eugene, ma quando ho letto della sua vita, i sacrifici che aveva fatto per catturare le immagini dei conflitti ai quali aveva partecipato come reporter mi sono appassionato ancora di più. Quando ho letto nei dettagli l’incubo che quelle persone avevano vissuto, non ci potevo credere. Posso solo provare a immaginare quello che la popolazione ha vissuto sulla propria pelle. Come lettore sono sempre stato interessato a quel genere di storie che vanno raccontate perché è giusto e doveroso che tutti sappiano la verità. Come attore, sento di potere e dovere usare la mia visibilità per aprire gli occhi del pubblico. È un onore poter far arrivare al cinema un film come questo. Perché questa vicenda va al di là di Minamata e del Giappone. Di casi come questo ce ne sono moltissimi in giro per il mondo. E il messaggio di questo film è che per quanto crediamo di essere impotenti di fronte a nemici colossali, possiamo indebolirli un pezzetto alla volta. Pensiamo di non poter fare nulla, ma se cominciamo la nostra lotta, altri seguiranno. O, almeno, si spera».

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