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La Francia e la Magia, i due grandi amori di Woody Allen

Si ritrovano perfettamente a braccetto, in questo Magic in the Moonlight, due grandi amori di Woody Allen: la Francia, il luogo in cui si svolge la storia, e la Magia, al centro della trama e del titolo del film. Un nuovo grande tributo che Allen ha voluto regalare al Paese che lo adora e che lui adora altrettanto. La Francia, terra sacra per le commedie cinematografiche, ha perso la testa per il piccolo grande regista statunitense fin dagli anni Settanta: niente e nessuno è riuscito mai a scalfire questa grande storia d’amore.

"Manhattan" (1979)

“Manhattan” (1979)

Se New York rimarrà per sempre la “moglie” di Allen, corteggiata, amata alla follia, dipinta in un poetico bianconero in Manhattan, quando il vero personaggio era la città e non le traiettorie dei personaggi che la abitavano, probabilmente la terra francese rappresenta “l’amante” o la sua più grande “amica del cuore”.

Una terra lontana, geograficamente dall’America, e moralmente dalle vicende personali di Woody. Se per un ventennio, dalla prima metà degli anni Settanta all’inizio degli anni Novanta, la Grande Mela era onnipresente nei suoi film (una musa cantata anche nell’episodio Edipo Relitto del, seppur mediocre, film tributo New York Stories, 1987), quando la sua vita privata venne a galla qualcosa si ruppe. La sua storica compagna, nonché protagonista fissa di tutte le pellicole anni ’80, Mia Farrow scoprì infatti la relazione del suo compagno con Soon-Yi, la figlia adottata dall’attrice con il suo ex marito André Previn. Uno scandalo a tutto tondo che in qualche modo scalfì l’immagine del regista. Una battaglia legale per ottenere la custodia sui figli in cui Allen fu (e lo è ancora oggi) anche accusato di aver molestato sessualmente Dylan Farrow (che ai tempi aveva sette anni), l’altra figlia adottata dalla coppia.

Woody Allen con Mia Farrow

Woody Allen con Mia Farrow

L’opinione pubblica pendeva maggiormente per la Farrow e Woody Allen ne risentì molto anche sul lavoro. I suoi film guadagnarono meno, accolti anche spesso in modo tiepido. Il passaggio alla DreamWorks nel 2000 portò a dei veri flop al botteghino (da Criminali da Strapazzo a Melinda e Melinda): una vera e propria parabola discendente. Ma le idee e le risorse di Allen erano tutt’altro che finite. Così ecco l’apertura, quasi forzata – lui stesso disse “la mia fonte di sopravvivenza” – al mercato europeo: Match Point, Scoop, Sogni e Delitti, Vicky Christina Barcellona, Incontrerai l’Uomo dei tuoi Sogni. Film che gli fecero rialzare la testa girati tra Regno Unito e Spagna (senza dimenticare anche il simpatico – ma niente più – To Rome With Love italiano…).

E poi, ovviamente, la Francia, il suo porto sicuro dopo le tempeste. La sua Francia che non lo ha mai abbandonato, che ha amato tutti i suoi film fino alla follia, anche quelli che negli USA – nel d.F (dopo Farrow) – avevano fatto flop. Per questo, dopo averci regalato una magica scena romantica a Parigi nel musical Tutti Dicono I Love You (1996), in cui lui fa letteralmente volare l’ex moglie in una poetica danza sotto il cielo stella della vigilia di Natale, ecco che nel 2011 arriva l’altrettanto suggestivo e bellissimo Midnight in Paris, in cui il protagonista, Owen Wilson, viaggia nel tempo, in modo nuovamente magico.

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La famosa danza in “Tutti Dicono I Love You”

Woody Allen è rimasto affascinato dalla Magia sin dall’adolescenza e da allora la magia ed i prestigiatori sono apparsi spesso nei suoi lavori: nel suo famoso monologo The Great Renaldo; nel suo racconto breve vincitore del premio O. Henry, The Kugelmass Episode; nella sua commedia The Floating Lightbulb (nella quale l’interprete principale è un giovane illusionista); nel già citato episodio Oedipus Wrecks di New York Stories e in Scoop, dove lui stesso interpreta memorabilmente un mago, The Great Splendini.

Nei suoi film sono comparsi anche ipnotizzatori (Broadway Danny Rose, La Maledizione dello Scoprione di Giada), un guaritore (Alice) e un indovino (Incontrerai l’Uomo dei tuoi Sogni). Molti dei suoi altri film, in particolare Zelig, La Rosa Purpurea del Cairo, oltre a Midnight in Paris, intrecciavano in maniera stravagante le loro storie e gli argomenti, proprio come succede in questa nuova commedia romantica Magic in the Moonlight.

"Midnight in Paris"

“Midnight in Paris”

Una nuova dedica che si aggiunge a quella del 2012, quando apparì in Paris-Manhattan, il bel film francese di Sophie Lellouche. Una commedia romantica dedicata a lui. Quando lo vediamo nel finale del film (il suo arrivo favorisce la storia d’amore dei due protagonisti), lui interpreta se stesso. Un uomo eccezionale, che va oltre allo spazio e al tempo, oltre i generi, oltre le tutte le città del mondo. Con quelle idee e quelle invenzioni registiche che da quasi 50 anni hanno cambiato (in meglio) la nostra esistenza.

Giacomo Aricò

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