(foto di Angelo Turetta)

L’Immensità, Penélope Cruz nella (vera) storia di Emanuele Crialese

(foto di Angelo Turetta)

Terzo film italiano in Concorso alla 79. Mostra del Cinema di Venezia: domenica 4 settembre è il giorno de L’Immensità, il film diretto da Emanuele Crialese con protagonista Penelope Cruz. La pellicola – come ha confermato il regista che, facendo coming out, ha dichiarato di essere transessuale – racconta la storia autobiografica del regista: una bambina che si è sempre stentita un maschio. Dal 15 settembre sarà nelle sale.

Il film

Roma, anni Settanta: un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà televisivi ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara (Penélope Cruz) e Felice (Laura Giuliani) si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi. A tenerli uniti, soltanto i figli, su cui Clara riversa tutto il proprio desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto dodici anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. La ragazza rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare a un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e dentro di loro tutto cambia.

Luana Giuliani e Pénelope Cruz (foto di Angelo Turetta)

Luana Giuliani e Pénelope Cruz (foto di Angelo Turetta)

Emanuele Crialese racconta…

L’Immensità è il film che inseguo da sempre: è sempre stato “il mio prossimo film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro. È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa. Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con Penélope Cruz, con la sua sensibilità e la sua straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria Chiara sono rimasti bambini sempre e come tali sempre intensamente e immensamente veri”.

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