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Lunana, Pawo Choyning Dorji cerca la felicità nel villaggio alla fine del mondo

Dopo aver rappresentato il Buthan nella cinquina di film canditati al Premio Oscar come Miglior Film Internazionale, giovedì 31 marzo arriva nelle nostre sale Lunana: Il Villaggio Alla Fine Del Mondo, il film scritto e diretto da Pawo Choyning Dorji e girato nel villaggio in cui si trova la scuola più remota del mondo. Un villaggio glaciale lungo l’Himalaya, al confine tra Bhutan e Tibet. Lunana è raggiungibile dopo un estenuante viaggio di 8 giorni molto lontano dalla strada più vicina e totalmente privo di strutture moderne lungo il percorso.

Il film

Un giovane insegnante del Bhutan moderno, Ugyen (Sherab Dorji), si sottrae ai suoi doveri mentre progetta di andare in Australia per diventare un cantante. Come rimprovero, i suoi superiori lo inviano nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana a 4.800 metri di quota, per completare il suo periodo di servizio. Dopo un cammino di 8 giorni, Ugyen si ritrova esiliato dalle sue comodità occidentalizzate.

A Lunana non c’è elettricità, né libri di testo e nemmeno una lavagna. Sebbene poveri, gli abitanti del villaggio porgono un caloroso benvenuto al loro nuovo insegnante, che deve affrontare il difficile compito di insegnare ai bambini del villaggio senza alcuno strumento didattico a disposizione. Preso dallo sconforto, è sul punto di decidere di tornare a casa, ma poco a poco inizia a conoscere la felicità incondizionata degli abitanti del villaggio, dotati di una straordinaria forza spirituale in grado di contrastare le grandi avversità del luogo. Si ritroverà conquistato dall’adorazione che i bambini dimostreranno verso di lui, che lo vedono come una figura fondamentale per la costruzione del loro futuro.

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Pawo Choyning Dorji racconta…

“Essendo la nazione della “felicità interna lorda”, il Bhutan è presumibilmente il paese più felice del mondo. Ma cosa significa davvero essere felici? I bhutanesi sono davvero così felici? Ironia della sorte, molti bhutanesi lasciano il Bhutan, la terra della felicità, per cercare la propria versione di “felicità” nelle moderne e scintillanti città dell’ovest. Con questo film ho voluto raccontare una storia in cui anche Ugyen, il giovane protagonista, desidera andare alla ricerca della sua felicità. Tuttavia è costretto a intraprendere un altro viaggio. Si ritrova in un mondo che è diverso dal mondo moderno in ogni aspetto. Durante questo viaggio si rende conto che ciò che cerchiamo così disperatamente nel mondo materiale, in realtà esiste da sempre dentro di noi, e che la felicità non è davvero una destinazione ma il viaggio”.

“Il film è stato girato nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana. Il villaggio è un insediamento che si trova lungo i ghiacciai dell’Himalaya, accessibile solo attraverso un trekking di 8 giorni su alcune delle montagne più alte del mondo. Ci sono solo 56 persone nel villaggio, la maggior parte delle quali non aveva mai visto il mondo fuori da Lunana. La parola “Lunana” significa letteralmente “la valle oscura”; una valle così lontana che la luce non la raggiunge nemmeno. Il villaggio è così isolato che ancora oggi non ci sono elettricità e collegamenti alla rete cellulare. A causa della mancanza di strutture, la produzione del film dipendeva totalmente dalle batterie a carica solare”.

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“Anche se estremamente impegnativo, volevo girare il film a Lunana, ispirato dalla purezza delle terre e delle persone. Volevo anche che tutte le persone coinvolte nella produzione vivessero questo viaggio che cambia la vita, in modo che l’autenticità dell’esperienza potesse tradursi nel film. I temi principali della storia sono la ricerca della felicità e il senso di appartenenza, e questi sono temi universali a cui tutti possono relazionarsi, indipendentemente dalla propria cultura e background. Ho voluto presentare questi temi attraverso un luogo come Lunana, un mondo e un popolo così diversi non solo dal resto del mondo, ma anche dal Bhutan stesso. Volevo mostrare che anche se in un mondo così lontano, le speranze e i sogni che collegano l’umanità sono gli stessi”.

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