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Meryl Streep, la bravura ti fa bella

55 pellicole, 8 serie tv e 21 Nomination all’Oscar di cui 3 statuette portate a casa. Quante vite ha vissuto Meryl Streep? Forse molte di più rispetto al suo imminente compleanno: la superpremiata attrice il 22 giugno spegnerà ben 70 candeline.

Ne "Il Diavolo Veste Prada"

Ne “Il Diavolo Veste Prada”

Nelle ultime ore è stata sulla bocca di tutti, cercata sui motori di ricerca di tutto il mondo non solo per questo importante traguardo ma per l’esordio folgorante nella seconda stagione di Big Little Lies. I dialoghi scritti per il personaggio Mary Louise Wright sono taglienti, senza freni inibitori, tanto da ricordarci l’iconica Miranda Priesley de Il Diavolo Veste Prada.

Ancora una volta Meryl Streep ha catturato l’attenzione grazie alla sua capacità (fuori dal comune) di dare spessore ai sui diversi e numerosi personaggi che interpreta. Dal suo esordio in Giulia (1977, di Fred Zinnemann), subito seguito dal bellissimo Manhattan di Woody Allen, si è arricchita tantissimo, grazie alla sua straordinaria attitudine nel calarsi completamente in ogni tipo di personaggio.

In "Manhattan"

In “Manhattan”

In più di 50 anni di carriera ha interpretato ruoli diversissimi tra loro: un approccio meticoloso e maniacale alla recitazione che ha solo sottolineato tutte le sfumature, anche le più complesse, dell’animo femminile. Lei, che dalla parte delle donne è sempre stata, lei che si definisce “femminista e umanista”. Le calza quindi a pennello il ruolo interpretato in Suffragette (2015 di Sarah Gavron):

“Ho trovato stupefacente e irritante che sulla storia di questo movimento non fosse mai stato fatto un film. Mi piace che il punto di vista del racconto non sia quello del movimento e dei suoi capi ma quelle delle operaie dell’epoca, inserite in un contesto familiare e sociale che le vedeva svantaggiate. È stato bello far parte del film, anche in un piccolo ruolo”.

In "La Morte Ti Fa Bella"

In “La Morte Ti Fa Bella”

Una Meryl Streep completamente diversa rispetto a quella di La Morte Ti Fa Bella (1992, di Robert Zemeckis), nei panni di Madeline Ashton, un personaggio totalmente stereotipato carico di sense of humor. Essere scelta per un ruolo che ricerca l’eterna bellezza è – forse – stata la risposta a Dino de Laurentis, per non averla scelta per King Kong perché considerata “brutta”. Un’etichetta che anzichè scoraggiarla l’ha resa ancora più forte: al posto di mollare ha scelto di proseguire a testa alta andando oltre a quel commento sprezzante. Un’altra battaglia vinta contro gli stereotipi e “il potere degli uomini”.

Difficile elencare le sue migliori pellicole, perché tutte rappresentano una parte di lei: il volto emaciato dal lager ne La Scelta di Sophie (1982, grazie al quale ha vinto il suo primo Oscar come Attrice Protagonista), lo sguardo malinconico e spento di mamma interrotta in Kramer Contro Kramer (con Dustin Hoffman, Oscar come Non Protagonista), l’amore ad ostacoli in Innamorarsi (al fianco di Robert De Niro), il declino e la rassegnazione nello struggente Ironweed (1987, al fianco di Jack Nicholson con il quale l’anno prima ha girato l’amara commedia Heartburn – Affari di Cuore).

Meryl Streep

Ironweed

E poi ancora: l’intensità della Tatcher in Iron Lady (secondo Oscar da Protagonista), strega cattiva dai capelli color blu per Into The Woods, la leggerezza hippie quasi sessantenne (Mamma Mia!), cuoca impeccabile in Julie & Julia, la freddezza di Aloysius Beauvier (The Dubt), la dolcezza (La Mia Africa), la compassione (Florence),  rocker in cerca di riscatto (Dove Eravamo Rimasti), giornalista coraggiosa (The Post). Tutto questo (e tanto, tanto di più) è Meryl Streep. Una donna che sognava di diventare una cantante lirica e che oggi è “La” stella del cinema di Hollywood. Anzi, è già una leggenda.

Selene Oliva

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