Mollo Tutto e Apro un Chiringuito Laura Locatelli

Mollo Tutto e Apro un Chiringuito – Intervista a Laura Locatelli: “Anche l’Imbruttito si mette in discussione”

Da una pagina nata nel 2013 sul web come scherzo – Il Milanese Imbruttito – a un film – Mollo Tutto e Apro un Chiringuito – che da martedì 7 dicembre arriva nelle nostre sale diretto dal collettivo de Il Terzo Segreto di Satira (Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi). Protagonista sarà il personaggio interpretato da Germano Lanzoni, diventato da quasi un decennio il simbolo del milanese che pensa solo al fatturato (e alle belle donne). Al suo fianco ci sono Laura Locatelli, Valerio Airò Rochelmeyer, Benito Urgu, Michele Manca, Stefano Manca, Leonardo Uslengo, Paolo Calabresi, Claudio Bisio, Simonetta Columbo e Alessandro Betti (senza dimenticare la partecipazione straordinaria di Elettra Lamborghini, Favij e Jake La Furia).

Il film

Il Signor Imbruttito (Germano Lanzoni), dirigente di spicco di una grande multinazionale, vive la routine nella sua frenetica Milano seguendo fedelmente il mantra della doppia F, F*** e Fatturato. A rompere questo equilibrio ci pensa Brusini (Paolo Calabresi), eccentrico imprenditore a capo di un impero economico, che per una ragione assurda fa saltare quello che per l’Imbruttito è l’affare della vita. L’Imbruttito per la prima volta accusa il colpo, cade in depressione, non riesce più a trovare una ragione per svegliarsi al mattino. La svolta arriva da Brera (Alessandro Betti) un amico di vecchia data, che propone all’Imbruttito l’acquisto di un Chiringuito in Sardegna, per fare business in infradito e poter finalmente dire: “mollo tutto e apro un chiringuito!”. L’affare è fatto e, malgrado lo scetticismo del Nano (Leonardo Uslengo), il figlio dodicenne, e la furia della moglie Laura (Laura Locatelli), l’Imbruttito si lancia con entusiasmo in questa nuova avventura in compagnia del fidato Giargiana (Valerio Airò Rochelmeyer), suo “stagista di una vita”. Con l’arrivo in Sardegna però il sogno si trasforma presto in un incubo: il chiringuito c’è e l’ambiente intorno è paradisiaco, ma si trova in una zona a dir poco remota dell’isola e gli abitanti del paese, Garroneddu, sono una comunità di semplici pastori avversi a ogni novità. L’Imbruttito e i Sardi riusciranno a trovare un modo per convivere pur essendo così diversi?

Il Milanese Imbruttito

Era un piovoso pomeriggio quando, il 7 marzo 2013, Tommaso Pozza, Federico Marisio e Marco De Crescenzio decisero di pubblicare – con la pagina de Il Milanese Imbruttito – il loro punto di vista sulle diverse realtà umano-metropolitane della città più imbruttita d’Italia. Un’idea chiara, semplice e precisa: utilizzare lo strumento social più usato in quegli anni per ironizzare su usi, costumi, linguaggio e abitudini dei milanesi. Partendo da una scelta grafica efficace e un tone of voice sintetico, la pagina Facebook genera da subito grande interesse grazie a un meccanismo di riconoscimento/auto-riconoscimento ironico. Nel 2014 iniziarono a girare sul web i primi video, subito con protagonista il volto (e l’inconfondibile voce) di quel Germano Lanzoni che da oggi sarà invece sul grande schermo.

Mollo Tutto e Apro Un Chiringuito 2

Intervista a Laura Locatelli

Per addentrarci nella storia di Mollo Tutto e Apro un Chiringuito, abbiamo intervistato una protagonista del film, Laura Locatelli.

Mollo Tutto e Apro Un Chiringuito“, uno dei propositi più proclamati nella storia dell’Uomo. Ma cosa c’è tra il dire e il fare in questo film?

Chiaramente tra il dire e il fare c’è lo schianto con la realtà, molto diversa dalle aspettative stereotipate dell’Imbruttito. Arriva in Sardegna in un posto sì favoloso e incontaminato, ma non trova quello che sperava, ovvero il business facile nel quale sguazza da una vita. Trova un contesto con ritmi e valori diametralmente opposti, gente impermeabile al suo mantra della doppia F ( F** e Fatturato) e deve fare una cosa rivoluzionaria: togliersi dal piedistallo e mettersi in discussione. Dovrà fare un passo indietro e dare valore all’unicità di quel contesto. Il mio personaggio, ovvero la moglie, e quello del figlio, il Nano imbruttito, lo aiutano a svoltare la situazione. Ma non vi spoilero altro, lo scoprirete al cinema tra un risata e l’altra, o almeno è quello che ci auguriamo!

Chi è la Laura che interpreti? Quanto sei riuscita ad “imbruttirti” come moglie del protagonista?

Interpreto la moglie dell’Imbruttito da 5 anni nei video web (anche se all’inizio ero solo la “tipa”, poi la fidanzata, fino a ritrovarmi official wife e mamma del Nano) e il mio personaggio è sempre stato in bilico tra complicità con lo stile di vita imbruttito e insofferenza per i comportamenti eccessivi del marito. Anche nel film lei fa da “ponte” tra imbruttimento e resto del mondo e la sua arma segreta continua ad essere l’empatia. In questo siamo molto simili, stare in ascolto, dialogare e entrare in relazione facilmente con le persone, è anche una mia caratteristica personale. Per il resto, vivo a Milano sì, ma sono una giargiana doc, nata e cresciuta a Crema. Da ragazzina guardavo alla city con un misto di fascinazione e sudditanza. Ora ho fatto amicizia con la metropoli ma spesso sento l’esigenza di scappare dai ritmi frenetici. Poi diciamolo: nella vita vera giro in bici, il lavoro non è mai stato al primo posto nelle mie priorità e amo viaggiare, anche zaino in spalla. Non incarno granché lo stile di vita imbruttito.

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Dopo il bellissimo Si Muore Tutti Democristiani, in questa commedia che spunti di riflessione lascia il collettivo Il Terzo Segreto di Satira?

Come al solito la scrittura del “Terzo” riesce a farcire questa che, chiaramente è una commedia con l’obiettivo primario di far divertire, anche con messaggi tutt’altro che superficiali. Raccontano un imbruttito in crisi e soprattutto fuori dal suo acquario. L’onnipotenza tipica del suo punto di vista si scontra con un realtà molto più articolata e soprattutto non fatturatocentrica. Esiste tutto un mondo là fuori, incredibilmente possono esserci altre priorità. La chiave di volta per superare le difficoltà in questa storia è l’autenticità. Amo questa parola. Si esce dal cinema con una sensazione che va oltre la leggerezza, penso sia davvero facile affezionarsi ai personaggi, si mostrano in tutti i loro limiti e difetti ma rivelano anche sfaccettature inedite e compiono scelte coraggiose. Si ride soprattutto certo, ma emerge anche un messaggio di fondo: qui vincono le relazioni vere e il riconoscimento della propria unicità.

Intervista di Giacomo Aricò

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