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Respiro, la risposta all’emergenza nel reportage di Carta Bianca

Da lunedì 22 marzo, a un anno dall’inizio dell’emergenza in Italia, sul canale Vimeo di Carta Bianca è disponibile gratuitamente alla visione Respiro, il reportage girato in Valsamoggia dagli autori di Carta Bianca APS durante il lockdown del 2020, che racconta un esperimento senza precedenti con protagoniste una serie di imprese italiane e Agenzia Industrie Difesa (AID).

Il documentario

Il 6 marzo 2020 squilla un telefono negli uffici di una piccola azienda della provincia bolognese: il Governo chiama la Siare Engineering, l’unico produttore italiano di respiratori polmonari ad aiutare la nazione di fronte all’emergenza Coronavirus, che sta portando al collasso gli ospedali. Dopo sole 4 ore il management dell’azienda decide di rispondere alla chiamata, revoca le consegne già previste a tutti i clienti internazionali, prepara un piano e pone una condizione: per farcela serve l’aiuto dell’Esercito.

Inizia così un esperimento senza precedenti, in cui il personale dell’azienda lavora gomito a gomito con 25 tecnici scelti dell’Agenzia Industrie Difesa del Ministero della Difesa e con consulenti messi a disposizione dall’eccellenza della meccanica nazionale: FCA, Ferrari e Lamborghini. Si rivoluziona la produzione creando ex novo una catena di montaggio e si lavora senza interruzione per una missione apparentemente impossibile: quadruplicare la produzione e consegnare ogni pezzo pronto a un ospedale italiano. Il 28 maggio, con 45 giorni di anticipo rispetto ai tempi previsti, si conclude la produzione di ben 2.000 ventilatori interamente destinati agli ospedali italiani, e un’avventura umana straordinaria, da portare ad esempio all’Italia in questo momento difficile.

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Un messaggio di speranza

Siamo entrati in punta di piedi alla Siare – raccontano gli autori di Carta Bianca, Giorgia Boldrini e Giulio Filippo Giunti – un po’ per vincere il senso di inutilità e impotenza che aveva colpito tutti quelli di noi che non lavorano per salvare vite, un po’ per raccontare una storia che trasmettesse un messaggio di speranza. In azienda abbiamo trovato un clima disteso e sereno, un’atmosfera di calma e concentrazione, che abbiamo cercato di restituire con rispetto e senza enfasi, intrecciando le immagini di lavoro con l’archivio delle cronache terribili di quei giorni che ora purtroppo stiamo rivivendo”.

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