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Robert Zemeckis e Steve Carell, Benvenuti a Marwen: quando l’Arte ci salva

Il rivoluzionario e pioniere del cinema contemporaneo Robert Zemeckis dirige Steve Carell nei panni di un nuovo tipo di eroe in una pellicola diversa da qualsiasi altra mai realizzato prima. Basato su una storia miracolosa, giovedì 10 gennaio arriva nei nostri cinema Benvenuti a Marwen, il film che racconta la storia di un uomo che lotta per guarire e per ritrovare il proprio spirito, grazie al potere della sua immaginazione artistica.


Il film

Quando un gruppo di uomini una sera dell’aprile 2000 sera picchia selvaggiamente Mark Hogancamp (Steve Carell) riducendolo in fin di vita e cancellando tutti i suoi ricordi, nessuno si aspetta che l’uomo si riprenda. Ma Mark, mettendo insieme pezzi della sua vecchia e nuova vita, costruisce meticolosamente in miniatura una mitica città belga, Marwen, nella quale può essere il capitano Hogie, un pilota di aerei da combattimento della seconda guerra mondiale. Qui, a Marwen, Mark può essere un eroe, combattere i suoi nemici e contare sui suoi amici. Mentre costruisce un’installazione artistica strabiliante popolata da personaggi in miniatura incredibilmente realistici – un omaggio alle donne più forti che conosce – trae la forza dal suo mondo fantastico per trionfare nel mondo reale.

Da una storia vera

Il nuovo film di Zemeckis nasce dalla vera incredibile storia di rinascita di un illustratore, Mark Hogancamp. Dopo essere stato selvaggiamente malmenato – dopo il pestaggio restò a lungo in ospedale (fu rieducato in tutto, anche a camminare, mangiare e parlare) – la sua vita è ripartita grazie allo straordinario potere terapeutico dell’Arte. Nel 2015 il suo nuovo mondo immaginario è stato raccontato nel libro fotografico Welcome to Marwencol. Da qui è nato poi questa ultima grande pellicola di Zemeckis: un film audace, meraviglioso e puntuale che dimostra che quando l’unica arma di cui disponi è la tua immaginazione. Solo così si può trovare il coraggio in un luogo assolutamente improbabile.

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L’Arte come salvezza

Robert Zemeckis si interessò alla vicenda di Mark Hogancamp già nel 2010, dopo aver visto Marwencol, un documentario sulla sua esperienza. Capì subito che si trattava di una storia da cinema: grazie al suo estro, il mondo creato da Mark e i suoi personaggi – il capitano Hogie e l’esercito di fascinose donne – hanno preso vita. Il racconto di Hogancamp per Zemeckis è universale: “la sua lotta per la sopravvivenza è inerente a tutti noi – dichiara il regista – e anche se non abbiamo vissuta un’esperienza dura come la sua, tutti noi capiamo quanto sia importante poter guarire noi stessi emotivamente. Mark ha avuto la necessità di esprimere e raccontare ciò che lo stava divorando. Lo ha fatto per sciogliere quel nodo e ci è riuscito grazie all’Arte ed al suo potere curativo“.

Steve Carell è Mark e Hogie

Protagonista del film è stato un bravissimo Steve Carell che descrive così il suo personaggio: “Mark è un ragazzo che ha subito un grande trauma che l’ha danneggiato, ma non completamente distrutto, è qualcuno che, contro ogni previsione, sta facendo una vita per se stesso e sta prosperando. Come il vero Mark, vedo questo personaggio come una persona con una grande integrità, calore e gentilezza, ma con alcuni demoni che sta cercando di affrontare“. Riguardo al Capitano Hogie, il suo alter-ergo, dice: “rappresenta una fantasia alla quale quasi ogni persona può relazionarsi, tutti quanti abbiamo un piccolo supereroe dentro di noi. Hogie è un capitano della Army Air Corps, è un tipo molto spavaldo, macho, audace, tutte quello che Mark spera di essere“.

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Semplicemente Mark

Mark Hogancamp fu picchiato selvaggiamente fuori da un bar da cinque uomini omofobi. Il motivo? Una sua (incauta) confessione: dopo qualche bicchiere, rivelò ad un ragazzo che gli piaceva indossare scarpre da donna. Sin dalla sua guarigione, Mark è stato più aperto riguardo alla sua espressione di genere, un aspetto integrato di chi è come persona e di come è rappresentato nel film. Ma poiché lo stesso Hogancamp ha scelto di non definire il suo orientamento, anche i filmmaker hanno fatto altrettanto. Mark è Mark, semplicemente, senza bisogno che qualcuno lo etichetti o definisca. Quel che è certo è che Benvenuti a Marwen è una storia universale di coraggio, resilienza e guarigione attraverso l’arte in un racconto che rispetta l’espressione di genere di Mark e che aiuterà le persone a vederlo ed accettarlo per quello che è: una straordinaria persona, prima di tutto.

“Avevo speranza. E avevo la mia città”.

Mark Hogancamp

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